‘Sperlonga, amiamo ciò che siamo’: «No alla commistione tra politica e magistratura»
Mercoledì 15 Giugno 2016
SPERLONGA – Nel pieno della calura di luglio è stato indetto un convegno, a Sperlonga, sulle mafie esistenti nel basso Lazio. L’iniziativa, giudicata valida per fronteggiare il fenomeno là dove esiste, con la cronaca che ne riporta gli echi per quanto concerne estorsioni, episodi di violenza pubblica, con omicidi e ferimenti che ne conseguono, è apparsa completamente fuori luogo per una composta realtà che vive in maniera spensierata la stagione vacanziera, occasione, oggi rara per altri comuni, per garantire una occupazione, seppure precaria, per giovani bagnini, camerieri, giardinieri, istruttori di nuoto, intrattenitori, maestri di tennis e altre discipline sportive, rivenditori di ogni sorta di bene utile per rifornire le strutture della ristorazione e altri vantaggi che derivano alla cittadina dall’aumentata presenza di villeggianti.
Per di più albergatori e operatori turistici ci tengono a ricordare che in nessun altro posto, come a Sperlonga, grazie al lavoro sinergico di strutture istituzionali e operatori privati, la gente si rilassa restando in giro con bambini e neonati fino a notte fonda, senza che alcun elemento di disturbo giunga a minare la sicurezza e l’integrità di tutti. Ritenendo l’iniziativa di cui sopra un danno all’immagine della cittadina, la cui vita quotidiana è del tutto diversa dalla demagogica rappresentazione che se ne vorrebbe fornire, i giovani del movimento “Sperlonga, amiamo ciò che siamo” hanno affidato a una nota e al loro omonimo sito web la censura dell’ibrida commistione che loro intravvedono in questo imminente appuntamento. “Abbiamo appreso dalla stampa che prossimamente si terrà a Sperlonga un convegno sulla mafia nel basso Lazio. L’iniziativa, a quanto si legge, sarebbe volta ad approfondire le nuove strategie di contrasto alla malavita organizzata, che a quanto dicono le locandine avrebbe il predominio proprio in quest’area geografica. Le autorità investigative e giudiziarie non hanno solo il compito di difendere lo Stato e i cittadini dalla minaccia di qualsiasi forma mafiosa, ne hanno soprattutto il dovere.
Grazie all’incessante lavoro di chi ha sposato questa causa i cittadini devono poter vivere liberi. Da qualsiasi condizionamento. In un impegno dal così alto valore morale e civile nessuno deve interferire. In primis la politica. Appare assolutamente sconveniente, soprattutto per i cittadini, che sia presente tra i relatori un ex consigliere comunale di opposizione, Benito Di Fazio, che ha peraltro preso parte alla competizione elettorale appena trascorsa. Accostare l’esperienza consiliare di Benito di Fazio a nomi di magistrati, inquirenti uomini di giustizia, rischia di creare una commistione tra politica e magistratura, che mina alle fondamenta il presupposto fondamentale di terzietà ed imparzialità”.
fonte:www.temporeale.info