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Sottratti 600mila euro al servizio protezione pentiti: arrestati funzionari e un poliziotto

Sottratti 600mila euro al servizio protezione pentiti: arrestati funzionari e un poliziotto

Scoperti due funzionari economico-finanziari dell’amministrazione civile del Viminale e un assistente capo della polizia: dopo anni di prelievi non autorizzati hanno messo insieme circa 600 mila euro.

ATTUALITÀ 11 LUGLIO 2017

di Susanna Picone

Nel corso degli anni hanno sottratto a più riprese dei soldi destinati al servizio centrale di protezione dei collaboratori di giustizia accumulando, dopo vari prelievi non autorizzati, 600.000 euro. Per questo due Funzionari Economico Finanziari dell’Amministrazione Civile dell’Interno e di un Assistente Capo della Polizia, tutti in forza alla stessa Divisione, sono stati arrestati e posti ai domiciliari. Le accuse sono di peculato e accesso abusivo a un sistema informatico. È stato anche disposto il sequestro dei conti correnti bancari riconducibili ai due funzionari e al poliziotto.

Indagini scattate nel dicembre 2015 – Da quanto è emerso, la sottrazione del denaro è stata rilevata nel mese di dicembre 2015, a seguito di controlli incrociati periodicamente effettuati dal servizio Centrale di Protezione per verificare la regolarità delle operazioni svolte in seno alla propria Divisione Economica. Nel corso di uno di quei controlli si scoprì che erano state distratte somme di denaro per un valore inizialmente quantificato in circa 25000 euro. Dai successivi accertamenti è emerso che da alcuni anni i tre indagati avevano iniziato a sottrarre somme di denaro dai fondi del servizio. Trattandosi, di volta in volta, di cifre irrisorie, i tre erano riusciti a nascondersi “gonfiando” leggermente altre spese dagli importi ben superiori e caricando il surplus su carte di credito in dotazione al servizio per le esigenze di soggetti tutelati, e successivamente riscosse mediante prelevamento al POS. Il servizio Centrale di Protezione, individuato lo stratagemma, ha adottato una serie di correttivi per scongiurare il rischio che tali condotte possano ancora ripetersi.

Sistema ha attivato anticorpi” – L’Associazione Nazionale Testimoni di Giustizia, appresa la notizia dei tre arresti, “seppur dolorosa e amara, non cede il passo allo sconforto dal momento che il servizio Centrale di Protezione, scoperto il furto, ha agito con prontezza e severità denunciando i colpevoli del furto del denaro destinato a sostegno di chi denuncia”. Pur ribadendo “il grave rammarico per questa vergognosa vicenda” – così Ignazio Cutrò, presidente dell’associazione – “il sistema di protezione in autotutela ha messo in moto gli anticorpi per stroncare la distrazione dei fondi dal programma speciale di protezione”.

fonte:https://www.fanpage.it/