Sistema Montante: teste Gdf, ”fui isolato a Caltanissetta”
19 Giugno 2020
di AMDuemila
Quattro mesi dopo l’ultima udienza ieri, davanti al tribunale presieduto da Francesco D’Arrigo, presso l’aula bunker di Caltanissetta è ripreso il processo ai presunti fiancheggiatori del cosiddetto “sistema Montante”. Tra i 17 imputati vi sono anche nomi di rilievo come l’ex presidente del Senato Renato Schifani, l’ex direttore dell’Aisi Arturo Esposito, l’imprenditore nisseno Massimo Romano, il maggiore in congedo della guardia di finanza Ettore Orfanello e il luogotenente Mario Sanfilippo.
Nel corso dell’udienza, che ha visto “l’esordio” nel processo del procuratore aggiunto Gabriele Paci, a comporre l’accusa assieme ai sostituti Maurizio Bonaccorso e Claudia Pasciuti, sono stati escussi i 5 periti che hanno effettualo le trascrizioni delle intercettazioni ambientali e telefoniche durante l’indagine contro l’ex vertice di Confindustria in Sicilia (già condannato in primo grado a 14 anni di reclusione, ndr).
Successivamente è stato ascoltato il maggiore della Guardia di Finanza Antonino Costa, attualmente in servizio a Roma presso il nucleo spese pubbliche e dal settembre 2010 uno a luglio 2012, al Nucleo di polizia tributaria del comando provinciale di Caltanissetta. All’epoca era un sottoposto, con il grado di capitano, del maggiore Orfanello e proprio per questo è stato audito.
“Quando arrivai a Caltanissetta nel 2010, presso il nucleo di polizia tributaria, fui completamente isolato. Ero comandante della sezione tutela finanza pubblica del nucleo, nel nostro gergo. Non venivo coinvolto in nessuna attività”.
“Per l’incarico ricoperto – ha proseguito – avrei dovuto seguire le verifiche svolte dalle pattuglie incaricate, leggere i loro verbali, approfondire la metodologia di indagine, ma per fare questo dovevo essere nominato ‘direttore di verifica’ dal maggiore Orfanello. Preciso che aveva la prerogativa di svolgere anche lui tale compito, ma a me lo ha fatto fare poche volte”.
L’ufficiale delle fiamme gialle ha riferito in aula che spesso chiedeva spiegazioni sul perché non veniva coinvolto, vista la sua esperienza. “Non espletavo – ha sottolineato – il mio compito. Orfanello mi disse che decideva lui”. Da parte sua la Difesa ha voluto dimostrare il contrario di quanto affermato da Costa. Su circa 50 verifiche fiscali effettuate in quel periodo – ha rilevato durante il controesame l’avvocato Giuseppe Dacquì, difensore del maggiore Ettore Orfanello – è emerso che 38 verifiche fiscali erano state effettuate proprio dal maggiore Costa.
Fonte:www.antimafiaduemila.com