Il procuratore capo: “Illegalità diffusa, tre associazioni criminali”
Latina
14/11/2016 – 13:53
Un’inchiesta articolata su tre filoni, ognuno dei quali incentrato su una presunta associazione per delinquere, uno sugli appalti assegnati senza gara, un secondo sui favori al Latina Calcio e un terzo sull’urbanistica. Questo il quadro generale tratteggiato in conferenza stampa dal procuratore capo Andrea De Gasperis per quanto riguarda le indagini che hanno portato a sedici misure di custodia cautelare a carico di politici, funzionari comunali e imprenditori. “Le attività illegali – ha sottolineato De Gasperis – sono state compiute tra il 2009 e il 2015 e gli indagati sono più di 50. Abbiamo iniziato a compiere approfondimenti dopo un’interrogazione parlamentare presentata nel settembre 2013 e relativa all’affidamento in concessione della piscina comunale alla società Nuoto 2000, nella disponibilità di un soggetto legato all’allora assessore allo sport”. Un’interrogazione presentata dal senatore Giuseppe Vacciano, di Latina, ex Movimento5Stelle. Poi sono seguite intercettazioni, acquisizione di documenti da parte dei carabinieri del Nucleo investigativo del comando provinciale di Latina e consulenze disposte dal sostituto procuratore Giuseppe Miliano, titolare dell’inchiesta che, essendo partita da problemi legati al mondo dello sport, è stata denominata “Olimpia”. “E’ emerso – ha dichiarato sempre il procuratore capo – un sistema di illegalità diffusa nel Comune di Latina”. Per quanto riguarda il filone degli appalti, gli inquirenti hanno appurato che ben 152 appalti sono stati assegnati senza gara, frazionandoli per non superare la soglia dei 100mila euro che rende obbligatoria la procedura ad evidenza pubblica. “Li affidavano direttamente – spiega De Gasperis – sempre alle stesse società e agli stessi soggetti, spesso legati al politico di turno. Parliamo di lavori per un valore di 2,4 milioni di euro, per cui ora gireremo l’informativa dei carabinieri anche alla Corte dei Conti e all’Anticorruzione”. Poi il Latina Calcio. “La società – afferma De Gasperis – ha avuto notevoli vantaggi economici per la chiara collusione con l’amministrazione comunale. Il Comune non chiedeva le somme che gli erano dovute e l’attività di recupero è iniziata solo con il commissario Barbato”. Infine l’urbanistica, dal caso della palazzina Malvaso a Borgo Piave fino alla messa in discussione di tutti i piani, annullati poi sempre dal commissario. “Vi è stata – sostiene De Gasperis – una spartizione del territorio tra costruttori amici, una speculazione edilizia spregiudicata”. “Siamo arrivati al punto – aggiunge il maggiore Paolo befera – che venivano tolte le schede ai condizionatori dell’ospedale per far funzionare quelli dello stadio e che per il campo dell’ex Fulgorcavi veniva sfruttata energia elettrica recuperata con un allaccio abusivo”. Connessioni anche con i rom? “Si, per la struttura di Campo Boario”, assicura il comandante del Nucleo Investigativo. Un’indagine che mette sotto accusa un intero sistema di gestione della cosa pubblica.