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Sigilli al bunker dei Gionta. L’affondo di Dda e Procura.

Procura

I provvedimenti segnano il destino di Palazzo Fienga. Ordine di Filippelli: «Chiudiamo un simbolo del clan». De Angelis: «Ordinanze di sgombero disattese per anni». E c’è chi inizia ad abbandonare lo stabile

I magistrati della Dda di Napoli e la Procura di Torre Annunziata sequestrano il bunker dei Gionta. Lo fanno con due provvedimenti, entrambi finalizzati a smantellare per sempre un simbolo della camorra a Fortapasc. Due provvedimenti eseguiti ieri mattina, dopo una settimana di indiscrezioni e in un clima di tensione alla vigilia dello sgombero dell’edificio di via Bertone, nel cuore del rione delle Carceri.
E’ l’affondo dell’Antimafia, una mossa praticamente congiunta che segna il destino dell’edificio. Prima l’ordine del pm Filippelli, poi quello del collega De Angelis. Il primo per “svuotare il santuario della camorra”, il secondo “per imporre il rispetto di un’ordinanza di sgombero che l’amministrazione non ha mai fatto rispettare negli ultimi anni”.
Così, da ieri mattina, Palazzo Fienga è sotto sigilli. Per la prima volta nella storia, dopo decine di blitz e perquisizioni. Polizia e carabinieri sono entrati nelle abitazioni che ospitano le famiglie da sgomberare e hanno confermato la necessità di uscire dall’edificio che dovrà essere svuotato e murato, anche se il Comune non ha una soluzione definitiva per le famiglie che rischiano di diventare “senzatetto”. Finiranno in una scuola, oppure nei box di via Tagliamonte, un centro commerciale-aborto, altri troveranno soluzioni autonome più dignitose.

(Il testo continua dopo l’immagine.)

Dopo lo sgombero le pareti di cemento chiuderanno per sempre la storia di un palazzo storico che dall’imprenditore Fienga è finito nelle mani dei Gionta. Tutto in 24 ore, il 15 gennaio secondo le indiscrezioni. Lo hanno ordinato i magistrati di entrambe le procure e ora parte il conto alla rovescia. Due provvedimenti di sequestro e di sgombero eseguito nello stesso giorno.
Il primo porta la firma del giudice Giovanni De Angelis della Procura di Torre Annunziata e «ordina lo sgombero e il sequestro dell’edificio di via Bertone individuato al catasto come particella 59 foglio 9, per rischio incolumità dei residenti». Una storia che va avanti da 32 anni. Uno scaricabarile che inizia nel 1982 con la prima ordinanza che invitava i residenti ad allontanarsi dalla struttura per i cedimenti strutturali. Un avviso che viene riconsegnato nel 1993 poi nel 2013 e nel 2014. Ballatoi e abitazioni sono pericolanti: crepe nelle mura e il pericolo che quella struttura storica possa cedere sembra essere diventata una chiara certezza per questo i tempi si devono accorciare. E così la decisione di impugnare ogni responsabilità e mettere nero su bianco l’intervento.

«La struttura è pericolante, va sgomberata subito», è il sunto dell’ordinanza della Procura di Torre Annunziata. L’ordine è stato consegnato nelle mani degli agenti del commissariato di Torre Annunziata (agli ordini del dirigente Gioia e il vicequestore Arlì). Il secondo provvedimento arriva da Napoli, a firma del procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia, Pierpaolo Filippelli, e ordina allo stesso modo lo sgombero ma ancor prima il sequestro dell’edificio in via Bertone 46, un atto che viene notificato dai carabinieri del Nucleo Investigativo (agli ordini del maggiore Acquaro) «Svuotiamo il bunker dei Gionta» scrive di fatto il procuratore partenopeo con una serie di motivazioni racchiuse in sei pagine. «Da sempre nella struttura di via Bertone, angolo via Castello risiedono i soldati della cosca criminale Gionta: da Valentino Gionta senior ai suoi figli e nipoti». Nello stesso provvedimento Filippelli aggiunge: «L’edificio è stato teatro di gravi e delittuosi episodi, ha custodito armi e stupefacenti, ha ospitato summit di camorra». Associazione di tipo mafioso: questo il reato inserito nell’ordinanza. Anche se, quando arrivano i carabinieri una donna sbotta: «Siete venuti in ritardo, mio marito sta in carcere da sette anni, l’associazione non c’è, qua vivo con i bambini».
Nel frattempo c’è chi fa le valigie: panni e accessori negli scatoloni e in buste nere. E’ l’inizio dello sgombero che la magistratura ha fissato per giovedì mattina.

13/01/2015