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Siamo sotto attacco: vuol dire che ci stiamo comportando… bene!

Ci addolora il fatto che l’omonima Fondazione di Firenze abbia tenuto a… marcare pubblicamente la distanza da un’Associazione di frontiera nella lotta alle mafie qual’è quella nostra.

Un soggetto che si propone di diffondere la cultura della legalità avrebbe dovuto evitare in tutti i modi di polemizzare pubblicamente con un’Associazione antimafia, offrendo oggettivamente, peraltro, una sponda, con comunicati, lettere ecc. , a Sindaci di destra di alcune città del Lazio, città in cui, per la presenza massiccia delle mafie, la nostra Associazione ha svolto e svolge durissime battaglie. Sindaci che hanno strumentalizzato e stanno strumentalizzando la vicenda, giungendo persino ad offendere le persone.

Agli amici della Fondazione rispondiamo che è normale che, quando si attaccano le mafie andandole a stanare nei loro covi, facendo, poi, nome e cognome dei mafiosi e dei loro sodali a chi di competenza, si sollevano polemiche. Ed anche rabbiose.

Ma questo è il compito di un’Associazione antimafia seria, che non deve parlare di mafie solamente in termini generici raccontandone la storia e limitandosi a fare analisi sociologiche.

La mafia, oggi, è altra cosa. E’ IMPRESA, è capitale sporco che inquina il tessuto economico oltreché quello politico ed istituzionale, trovando sponda anche, se non soprattutto, nella politica e nelle istituzioni.

Se non si scava a fondo, territorio per territorio, comune per comune, sforzandosi di individuare gli insediamenti, gli investimenti, le collusioni con pezzi della politica e delle istituzioni, si fa retorica, non si fa antimafia.

Noi, sin dal momento della nostra nascita, molti anni fa, ci siamo impegnati a fare questo e questo abbiamo fatto e continueremo a fare. Senza essere pagati da chicchessia, privati o istituzioni, perché se avessimo preso una sola lira o un solo euro, non saremmo ora liberi di attaccare e denunciare questo o quello. Questo deve fare chi si propone di combattere veramente contro le mafie.

D’altronde, questo è imposto non solo dalla coscienza di ogni cittadino onesto, ma anche dalle leggi dello Stato che obbligano ognuno di noi a denunciare il mal fatto, il criminale, l’illegalità.

Non si possono e non si debbono lasciare sole magistratura e forze dell’ordine ad affrontare una battaglia contro un nemico potentissimo che è riuscito ad occupare dappertutto spazi inimmaginabili.

Il nostro comportamento non è ovviamente condiviso da tutti. I mafiosi reagiscono e ci attaccano Ma questo lo sapevamo, sin dall’inizio, e non ci meraviglia. Anzi, ci inorgoglisce. Vuol dire che li stiamo colpendo al cuore.

Noi siamo fedeli, rigorosamente fedeli, all’impegno che abbiamo assunto con la nostra coscienza di cittadini onesti che cercano, senza alcun compenso da parte di chicchessia e senza tornaconti personali, né di natura economica né politica, di dare il loro contributo perché il Lazio ed il Paese intero non finiscano di precipitare nel baratro.

Non vogliamo essere complici e vogliamo essere testimoni, non a chiacchiere, dei valori di giustizia, di democrazia, di integrità morale ed intellettuale, di effettiva solidarietà con la parte sana del Paese!