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Siamo in attesa di informazioni da parte del Ministro degli Interni e del Capo della Polizia sui fatti che hanno visto coinvolti mercoledì 11 dicembre a Roma Pietro Di Costa e Gennaro Ciliberto.

Ora qualcuno dovrà spiegare non tanto a noi, ma, soprattutto, al Paese delle persone perbene il “come” e “perché” sono state messe le manette a Pietro di Costa, Testimone di Giustizia, ieri sera a Roma.
E “come” e ” perche” questo Testimone di Giustizia e Gennaro Ciliberto sono stati portati presso il centro immigrazioni per il prelievo delle impronte digitali e per la fotosegnaletica.
“Oltraggio e resistenza alla forza pubblica”?
In che modo e con quali modalità ed atti sarebbero stati compiuti questo “oltraggio” e questa “resistenza”?
Noi conosciamo Pietro di Costa e Gennaro Ciliberto come le persone più pacifiche di questo mondo e, francamente, siamo rimasti sconvolti dalla notizia secondo cui entrambi, che collaborano con la Giustizia da anni, sarebbero, invece, dei pericolosi delinquenti.
Non vogliamo -né possiamo, perché questo compito spetta ai Magistrati – azzardare giudizi né di condanna né di assoluzione nei confronti di chicchessia, ma, data la notorietà dei soggetti coinvolti, gradiremmo conoscere tutti i contorni dell’operazione.
Crediamo che, in uno Stato di diritto, sia dovere degli operanti fornire tutte le informazioni al riguardo, come pure riteniamo che sia un diritto dei cittadini essere informati compiutamente sul “come” e “perché” l’operazione stessa si è svolta.
Attendiamo, quindi, una risposta dal Ministro degli Interni e dal Capo della Polizia.
Associazione Caponnetto