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Si radicano sempre di più le mafie nel Lazio

Allarme quinta mafia a Roma e nel Lazio

Giovedì 10 novembre 2011

Al primo ottobre 2011 nel Lazio sono 517 complessivamente i beni confiscati alle mafie, di cui 404 immobili e 113 aziende che rappresentano ben l’8% del totale nazionale delle società sottratte ai boss. Da luglio 2010 a luglio 2011 nella regione sono stati sequestrati e confiscati beni mafiosi per 330 milioni di euro. 5.495 le segnalazioni di operazioni sospette di riciclaggio trasmesse dagli intermediari finanziari lo scorso anno, pari al 15% del totale nazionale, cifra che colloca il Lazio al secondo posto in Italia, subito dopo la Lombardia, con un incremento dell’80% rispetto al 2009, in cui erano state effettuate 3.044 segnalazioni. Questi gli inquietanti dati diffusi dall’associazione Libera sulla penetrazione a Roma e nel Lazio della quinta mafia, ovvero l’esplosivo mix di mafie tradizionali, delinquenza autoctona, colletti bianchi e politici compiacenti tipicamente locale.

“Oggi la quinta mafia è passata dalla fase di radicamento a quella della contaminazione di persone e settori dell’economia, della politica locale e della criminalità autoctona”, ha dichiarato Antonio Turri, coordinatore di Libera per il Lazio, in un’intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica. L’associazione settimane addietro è stata oggetto di un’aggressione intimidatoria a Borgo Sabotino, in provincia di Latina, che ha devastato il “villaggio della legalità”, avamposto di recupero e valorizzazione di un bene confiscato per abusivismo edilizio.

Secondo l’ultimo rapporto dell’Unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia (UIF) il Lazio è la seconda regione del Paese per flussi di denaro scambiati con territori a fiscalità privilegiata, i cosiddetti paradisi fiscali, con 526 milioni di euro di media mensile di bonifici in uscita, pari al 12,6% del totale nazionale, e 484 milioni di euro di media mensile di bonifici in entrata, pari all’8% del totale nazionale.

Dopo Campania, Lombardia, Sicilia e Puglia, il Lazio svetta in quinta posizione a livello nazionale per fatti estorsivi denunciati nel 2010, collocandosi prima della Calabria (fonte D.I.A.). Subito dopo le regioni a tradizionale presenza mafiosa, il Lazio, con 94 persone denunciate, primeggia anche per i reati di concussione e varie tipologie di corruzione.

L’aggressione all’ambiente (ciclo dei rifiuti, abusivismo, incendi dolosi, speculazioni), unitamente al traffico di sostanze stupefacenti, per il quale il Lazio rappresenta uno dei nodi nevralgici, costituisce infine un’ulteriore rilevante attività nelle mani della quinta mafia. Secondo i dati di Legambiente nel 2010 nel Lazio sono state 3.124 le infrazioni accertate, alla media di oltre otto reati al giorno, con 2.011 persone denunciate o arrestate e 751 sequestri effettuati. La provincia di Roma è maglia nera a livello nazionale per le province con 1.750 infrazioni accertate contro l’ambiente, ottava la provincia di Latina con 735 infrazioni accertate.

“Di fronte ad un simile inquietante scenario, articolato e complesso, registriamo un generale abbassamento dei livelli di guardia da parte della politica, degli enti e degli organismi preposti al controllo al posto di quello che dovrebbe essere un naturale innalzamento”, commenta Francesco Sannino, Segretario Generale Feneal Uil Roma e Lazio.

“Che fine ha fatto il protocollo sulla congruità negli appalti pubblici siglato lo scorso 2 febbraio dai sindacati territoriali di categoria con la Prefettura di Roma? A nove mesi di distanza questo prezioso strumento a contrasto del lavoro nero e della concorrenza sleale non trova ancora applicazione. Allo stesso modo, che fine ha fatto la legge regionale sulla trasparenza negli appalti pubblici?”

“Si tratta di temi fondamentali, che devono essere posti al centro dell’iniziativa unitaria Uil, Cisl, Cgil organizzata per il prossimo 15 novembre contro le scelte della Regione in materia di lavoro, sviluppo, infrastrutture e investimenti del territorio”.

Fonte:  http://www.fenealuilroma.it/notizie/news/1115-allarme-quinta-mafia-a-roma-e-nel-lazio.html