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Si colpiscono sempre i più deboli

Manovra, le opposizioni in piazza

La manovra economica varata dal governo va nella direzione di “ridurre le spese e incentivare la ripresa”. Silvio Berlusconi la difende così durante la conferenza stampa con il presidente del Consiglio europeo, Merman Van Rompuy. Si va nella direzione giusta insiste il premier e per questo chiede che si faccia basta con le critiche. Non lo dice all’opposizione che è già sul piede di guerra con il Pd pronto a manifestare il prossimo 19 giugno e Sel in 10 giugno. Berlusconi lo dice agli imprenditori, alla platea di Federalberghi. L’opposizione si compatta sul no: Andiamo in piazza, per portare i nostri colori e le nostre idee contro una manovra che colpisce sempre gli stessi: i più deboli

“Si fa quel che si può, non si può fare di più. Abbiamo soltanto una straordinaria forza di volontà e resistiamo con la pelle dura -scandisce- a tutte le critiche che giornalmente ci vengono rivolte”. Critiche che “fanno venire la nausea”, attacca il premier che è tornato sul no di Emma Marcegaglia al ministero dello Sviluppo Economico: “Le ho detto vieni a farle tu al governo e la risposta è stata no. Stiamo attenti -dice alla platea degli albergatori- perché non vi potete lamentare e criticare così tanto chi è in questo posto e deve scontrarsi con tante difficoltà”.

L’opposizione, da parte sua, critica e duramente le misure del governo. E’ un intervento che “non ci porta da nessuna parte. La manovra l’abbiamo vista bene -attacca il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani- anche nella sua relazione tecnica, tra un anno saremo da capo avendo dato un’altra botta ai redditi medio bassi e agli investimenti che possono portare crescita e lavoro”. Di qui la manifestazione del 19, che sarà accompagnata da altre iniziative sul territorio. Mentre il 10 giugno scenderà in piazza Sinistra, Ecologia e Libertà con Nichi Vendola al Pantheon. “La crisi – si lege in una nota diramata da Sel – si affronta tagliando la spesa pubblica (si, ma quella sbagliata, come le spese militari e grandi opere a cominciare dal Ponte sullo stretto di Messina), tassando le transazioni finanziarie, le rendite e i patrimoni. Con meno tasse sul lavoro e più tasse a chi inquina e consuma risorse naturali. La lotta all’evasione fiscale non deve essere ridotta a mera propaganda (negli ultimi due anni, grazie al lasciar fare del governo è ulteriormente aumentata di 20 mld , superando i 120 mld l’anno) e vanno allargate le misure di protezione sociale, come il reddito minimo di cittadinanza, gli asili nido, il fondo per la non autosufficienza. E creare posti di lavoro, come ha fatto l’Europa, con l’economia verde, sostenendone le produzioni e i consumi relativi a fonti rinnovabili, efficienza energetica, eco efficienza delle produzioni, mobilità sostenibile, messa in sicurezza del territorio, agricoltura sostenibile”.

Anche l’Anci protesta e il presidente Sergio Chiamparino ha rivolto un appello al Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, chiedendo un incontro “per poter rappresentare compiutamente le nostre preoccupazioni ed al tempo stesso le proposte che avanziamo”. L’opposizione dunque va compattandosi attorno al no all’impianto della manovra del governo. Da Sel all’Udc, unanime è il coro di critiche. “Ci opponiamo e ci mobiliteremo -rimarca Bersani- con iniziative locali e nazionali, il 19 a Roma, per dire che è possibile un’altra politica economica e per parlare di crescita e lavoro”. Il segretario del Pd attacca poi il ministro Giulio Tremonti che ritiene di poter raccogliere 1,8 miliardi dal recupero dell’evasione fiscale. Per Bersani il governo quei soldi non li vedrà “neanche col binocolo. La grossa evasione fiscale l’ha già lasciata andare. Credo che anche questo sia uno dei lati zoppicanti di una manovra che ci preparerà altre sorprese tra pochi mesi”.

Per Massimo D’Alema “la manovra manca di due requisiti fondamentali: il primo è l’equità, perché in un momento difficile in un Paese democratico ci si rivolge a tutti i cittadini, chiedendo a ciascuno in ragione delle sue possibilità e la manovra non è così, colpisce a casaccio e colpisce in particolare le categorie più deboli. La seconda condizione è lo sviluppo, di soli tagli non si vive, non vive l’economia e nella manovra manca un impegno serio per lo sviluppo e l’occupazione soprattutto nel Mezzogiorno. In Parlamento ci confronteremo”.

E il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, garantisce che i centristi non faranno sconti in aula. “Ieri il governo tedesco, che ha i conti a posto, ha varato un provvedimento straordinario e fortissimo che ci deve far riflettere. Noi invece stiamo qui a gingillarci: se non prendiamo decisioni drastiche a ottobre-novembre rischiamo di stare punto e a capo”, sottolinea Casini ‘sposando’ la tesi Bersani sull’inefficacia della manovra. Per il leader centrista la manovra è “insufficiente” e per questo “noi non faremo sconti perché dietro l’angolo c’è il rischio Grecia”.
La manifestazione organizzata dal Pd viene criticata dal Pdl e per Daniele Capezzone è sintomo del fatto che Bersani e i democratici “sembrano risucchiati su una linea ‘dipietrizzata’: minacciano manifestazioni sulla manovra, inseguono gli eccessi dell’Idv sulle intercettazioni, rinunciano ad un profilo ‘di governo’ che dovrebbe sempre essere richiesto ad una forza di opposizione responsabile”.

Tuttavia, il premier Berlusconi non aiuta a stemperare le tensioni. Nel suo intervento alla Federalberghi il Cavaliere ha parlato, tra l’altro, anche della tassa di soggiorno spiegando che se si farà, riguarderà solo Roma per sostenere i debiti lasciati dalle giunte di centrosinistra. “Riguarderà solo la città di Roma perché -spiega Berlusconi- si trova a sostenere debiti ingentissimi”, frutto delle gestioni delle “giunte di sinistra” dei sindaci Veltroni e Rutelli.

Il leader dell’Api ribatte: “La tassa di soggiorno è una stupidaggine e va eliminata dalla manovra Tremonti” dice Rutelli che si rivolge al sindaco Gianni Alemanno che “fa finta di non capire, ma la tassa di soggiorno è una formula suicida. Non solo disincentiva i turisti in una sola città, ed è dunque palesemente incostituzionale perché riguarderebbe un solo Comune su 8000, ma colpisce la vita di Roma e dei romani, se si considera che i residenti dovranno sostenere ulteriori balzelli per i loro spostamenti, assieme a quelli dei turisti che vengono nella Capitale”.

(Tratto da Aprile online)