SCRICCHIOLA L’EDIFICIO MAFIOSO IN PROVINCIA DI LATINA E LA POLITICA COLLUSA TREMA
Comincia a tremare la politica collusa in provincia di Latina.
Anni di intrecci politico-mafiosi, di affari, di compromessi, di promesse, mantenute e non, stanno per venire alla luce.
E di disattenzione e di omissioni.
Ed il mondo politico colluso comincia a tremare.
Non solo quello che, forse, ha preso soldi e, sicuramente, voti, com’è stato ampiamente dimostrato dalle inchieste “Damasco” e “Formia Connection”, ma anche quello che si è mostrato disattento, che ha girato la faccia dall’altra parte, ha fatto finta di non vedere, sviando l’attenzione della gente.
Ancora una volta dobbiamo ringraziare Magistratura e forze dell’ordine e solamente loro, malgrado i limiti che tutti conosciamo e denunciamo da sempre.
Ma comprendiamo anche le ragioni di tali limiti, molti dei quali dovuti, oltreché a ragioni logistiche e di organizzazione, anche a compromissioni politiche individuali e locali, a pressioni dirette od indirette della politica.
La politica, sempre la politica, gran parte della quale è la fonte di tutti i mali, l’area nella quale ed intorno alla quale allignano, bivaccano, si arricchiscono le mafie.
Non siamo leghisti e qualunquisti, ognuno di noi ha le sue idee politiche e vota, ma non abbiamo mai confuso e non confonderemo mai la dimensione politica e quella associativa.
Ecco perché noi abbiamo sempre respinto con forza quanti hanno tentato negli anni di farci acquartierare vicino a tizio o caio.
Pagando alti prezzi, con la marginalizzazione subita, con l’assalto continuo da parte di coloro che volevano a tutti i costi che noi ci mettessimo al servizio di tizio o caio, di coloro, cioè, che noi riteniamo i responsabili diretti od indiretti di tutto ciò che è avvenuto e sta avvenendo.
Ma si sta, grazie a Dio, avvicinando l’ora delle verità ed allora saranno guai per tutti.
Per coloro che hanno preso soldi e voti dai mafiosi, ma anche per coloro che parlano di legalità soprattutto nei momenti elettorali per, poi, scordarsene il giorno dopo le elezioni e non fanno nulla di concreto contro le mafie.
Con la denuncia e con la collaborazione con investigatori e magistrati.
Stanno per saltare i tappi, dicevamo.
E se ne vedranno delle belle.
Perché, quando saranno state effettuate le confische ai mafiosi; quando a questi risulterà che le promesse ricevute non saranno state rispettate; quando questi si accorgeranno, privati dalla Magistratura di ogni bene, che hanno dato eventualmente soldi e sicuramente voti a chi aveva promesso e non ha mantenuto i patti; quando, insomma, si vedranno ristretti nelle patrie galere e privati di proprietà e patrimoni, con il sedere nell’acqua, insomma; allora se ne vedranno delle belle.
Con la disperazione di costoro, molti dovranno tremare.
E noi presumiamo che molti tremeranno.
Responsabili diretti o indiretti.
Sta per crollare un edificio, un mondo di affari sporchi, di compromissioni, di intrecci perversi, di omertà e… di silenzi studiati o non studiati, ma, comunque, colpevoli.
E ritorniamo alla politica perché se non si prosciuga lo stagno i pesci continueranno sempre a trovare spazi vitali.
In provincia di Latina, ma, più, in generale, nell’intera regione e nel Paese essa è in larga parte collusa.
Dove c’è il mare ci sono i pesci, abbiamo sempre detto ed abbiamo sempre sentito dire.
Non c’è mare se non ci sono i pesci e viceversa.
Se viene prosciugato quello muoiono gli altri.
Non prendiamoci e prendiamo in giro.
Noi abbiamo sempre visto nella politica, in certa politica, fatta ovviamente qualche eccezione, la nemica numero uno e non abbiamo mai tollerato, a costo di perdere consenso (falsato ed interessato) e soldi (che per la verità non abbiamo mai voluto perché prendere soldi da istituzioni e partiti significa perdere autonomia e, indirettamente, scegliere di essere parte de “ o sistema”, come lo chiama Saviano), l’assoggettamento a partiti e gruppi di potere.
Quando ci romperemo le scatole e parleremo del trattamento discriminatorio subito da uomini del vecchio governo di centrosinistra alla Regione Lazio, allora saranno chiare molte verità.
Abbiamo dato e diamo molto fastidio per la nostra autonomia di giudizio, per non avere peli sulla lingua, per non guardare in faccia a chicchessia, per non fare dell’antimafia un esercizio retorico, fatto di sole parole. Ed uno strumento finalizzato a carriere politiche o business.
L’antimafia per noi è scavo, è indagine, è denuncia, è collaborazione con le forze dell’ordine e con la Magistratura, con quelle parti di queste che sono le più corrette e rispettose del giuramento di fedeltà fatto allo Stato di diritto.
Le chiacchiere non servono. Servono i fatti e chi non fa i fatti non trova ospitalità in un’Associazione, come la nostra, tanto odiata da taluni, ma anche tanto, tanto rispettata ed apprezzata dalla gente perbene.
Stanno per saltare i tappi, dicevamo.
Prepariamoci a questi eventi e continuiamo a fare il nostro lavoro onesto perché si avvicina l’ora delle soddisfazioni per quanto abbiamo fatto e facciamo.
Salvo imprevisti che in questo Paese sono sempre all’ordine del giorno perché mai nulla è scontato! Soprattutto la verità e la giustizia…
E le avvisaglie ci sono già perché qua stiamo parlando di soggetti che, pur di salvarsi, le tentano tutte: dalle pallottole inviate al Questore ed ai suoi uomini più impegnati, ai tentativi di delegittimazione, alle minacce di trasferimento ai danni di tizio o caio ecc. ecc.
I tentacoli mafiosi arrivano dappertutto, anche molto in alto…
Ecco perché da parte nostra deve sempre più crescere il livello di attenzione e di vigilanza, oltre che di pressione e di denuncia.
Un lavoro, insomma, sempre più delicato.