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Settore rifiuti, i lavoratori contro il decreto Ronchi. Rischio mafie

Il segretario Cgil Neroni attacca: «Indebolire il ruolo del controllo pubblico è un favore alla criminalità organizzata»

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – I lavoratori del comparto igiene ambientale si ribellano all’articolo 15 del decreto Ronchi, che privatizzerebbe i servizi pubblici locali. Con uno sciopero unitario il settore dei rifiuti, un altro servizio di pubblica utilità coinvolto dalla riforma, ha voluto gridare tutto il proprio dissenso.

«Questo campo – accusa Francesco Neroni, segretario provinciale Cgil Funzione Pubblica – è divenuto, soprattutto nel Sud Italia, un grande business per le mafie. Gli ultimi fatti di cronaca, dal caso Cosentino alle vicende dell’Amia di Palermo, ci insegnano che esiste un perverso rapporto tra politica, amministrazione pubblica, ed il ciclo dei rifiuti. In un tale clima di infiltrazioni, di incursioni delle mafie nella vita dello Stato, destrutturare settori sensibili, indebolendo il ruolo del controllo pubblico, non farà altro che alimentare questo circolo vizioso di “affari e monnezza”».

Parole dure, accompagnate dai dati di adesione alla manifestazione nelle diverse regioni italiane: «Abbiamo toccato l’80% in Lombardia, il 90% in Campania, l’85% in Toscana con punte del 100% a Firenze e Livorno. Ed ancora, 70% nel Lazio e in Sicilia, 85% in Veneto, 70% in Sardegna e l’85% in Emilia Romagna».

Neroni ha infine segnalato la quasi totale adesione dei lavoratori della PicenAmbiente, protagonista del blocco dell’impianto di Pagliare del Tronto e Grottammare.

(Tratto da Sanbenedetto Oggi)