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… Senza parole!!!

Berlusconi a Bonn: “Cambieremo la Costituzione italiana”

L’intervento del premier al congresso del Ppe a Bonn si trasforma nell’ennesimo attacco a testa bassa contro i giudici, la Consulta, i presidenti della Repubblica “di sinistra” e contro l’opposizione. “La sovranità in Italia è passata dal Parlamento al partito dei giudici”. Bossi applaude “Berlusconi non ha paura, è l’unico che ha le palle”. Fini replica secco: “E’ certamente vero che ‘la sovranità appartiene al popolo’, ma il Presidente del Consiglio non può dimenticare che esso ‘la esercita nelle forme e nei limiti’ della Costituzione”. Napolitano: “Rammarico e preoccupazione”. Pd, IdV e Udc: “il premier venga a chiarire in Parlamento”

“Abbiamo una maggioranza coesa e forte e un premier super. C’è una sinistra che ha attaccato il presidente del Consiglio su tutti i fronti, inventandosi delle calunnie. Chi crede in me è ancora più convinto. Tutti si dicono: ‘dove si trova uno forte e duro con le palle come Silvio Berlusconi’?”. Il presidente del Consiglio dal congresso del Ppe a Bonn fa il suo ennesimo show e rilancia: “La sovranità in Italia è passata dal Parlamento al partito dei giudici”, ma è “una situazione transitoria, stiamo lavorando per cambiare la situazione anche attraverso la riforma della Costituzione”.

Duro il giudizio sulla Consulta: “11 componenti su 15 appartengono alla sinistra”, anche perché cinque “li nomina il Presidente della Repubblica e abbiamo avuto purtroppo tre Presidenti della Repubblica consecutivi tutti di sinistra. La Corte si è trasformata da organo di garanzia in organo politico e abroga le leggi fatte dal Parlamento”.
A fianco del premier si schiera il leader del Carroccio, Umberto Bossi: Berlusconi “è l’unico che ha le palle ed è l’unico che non sia molto preoccupato dalla giustizia”.
Ma l’intervento del “cavaliere con le palle” non piace affatto al presidente della Camera Gianfranco Fini che ne prende nettamente le distanze: “E’ certamente vero che ‘la sovranità appartiene al popolo’, ma il Presidente del Consiglio non può dimenticare che esso ‘la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione’ (art. 1). Ed è altresì incontestabile che gli articoli 134 e 136 indicano chiaramente il ruolo di garanzia esercitato dalla Corte costituzionale. E’ la ragione per la quale le parole di Silvio Berlusconi, secondo cui la Consulta sarebbe un organo politico, non possono essere condivise; mi auguro che il premier trovi modo di precisare meglio il suo pensiero ai delegati del congresso del Ppe per non ingenerare una pericolosa confusione su quanto accade in Italia e sulle reali intenzioni del Governo”.

Anche sul Colle l’intervento del presidente del consiglio italiano non è stato affatto gradito. Il Presidente della Repubblica, in una nota, esprime “profondo rammarico e preoccupazione” per gli attacchi rivolti alla Consulta. “In relazione alle espressioni pronunciate dal Presidente del Consiglio in una importante sede politica internazionale, di violento attacco contro fondamentali istituzioni di garanzia volute dalla Costituzione italiana, il Presidente della Repubblica – si legge nella nota del Quirinale – esprime profondo rammarico e preoccupazione. Il Capo dello Stato continua a ritenere che, specie per poter affrontare delicati problemi di carattere istituzionale, l’Italia abbia bisogno di quello ‘spirito di leale collaborazione’ e di quell’impegno di condivisione che pochi giorni fa il Senato ha concordemente auspicato”.

Per il segretario Pd, Pier Luigi Bersani: “I popolari europei hanno avuto modo di constatare direttamente cos’è il rischio di populismo. Sono convinto che anche loro se ne preoccuperanno, perché il centrodestra in Europa sa bene cos’è una Costituzione, cosa vuol dire picconare una Costituzione e a quali esiti può portare”.
Di “comizio indecente” parla la vice presidente del Pd, Marina Sereni. Un “comizio indecente contro il presidente della Repubblica e i suoi predecessori, contro la Corte Costituzionale, contro i magistrati, contro l’opposizione democratica”. Si potrebbe dire che “la lingua batte dove il dente duole”, prosegue l’esponente ‘dem’ e che “il presidente Berlusconi è vittima di un’ossessione: i suoi processi gli impediscono di occuparsi dei problemi reali delle famiglie, dei lavoratori, delle imprese italiane. Altrimenti, almeno all’estero, farebbe a meno di usare quel linguaggio e di alimentare un’immagine dell’Italia devastante che indebolisce il prestigio dell’intero Paese”. Rosy Bindi afferma che il Pd non permetterà “lo stravolgimento della Costituzione” ed Enrico Letta bolla quello del premier come “un discorso da antitaliano”.

Il presidente Udc, Rocco Buttiglione presente all’assise in rappresentanza del suo partito non nasconde l’imbarazzo: “Non fa bene all`Italia – scrive in una nota dettata da Bonn – il trasferire in ambito europeo le vicende della nostra politica e quelle personali del presidente del consiglio. Conferma l’immagine dell’Italia come un Paese di Pulcinella e privo della capacità di assumere nel contesto europeo il proprio ruolo di grande nazione che privilegia il bene comune rispetto alle proprie beghe interne. E continua la tradizione di cercare sostegno all’estero per i propri interessi particolari, invece di cercare di rappresentare un Paese unito dedito alla promozione del proprio interesse nazionale”.
“Preoccupa in modo particolare – denuncia Buttiglione- l’attacco a ben tre Presidenti della Repubblica: saranno anche stati di sinistra ma hanno impersonato con dedizione l’unità del popolo italiano e il loro ruolo è da difendere nel massimo rispetto delle istituzioni. Preoccupa poi l’annuncio di voler cambiare la Costituzione per colpire la magistratura. Cosa si vuole fare?
Abolire la Corte Costituzionale? Sottomettere i giudici al potere politico? Non sarebbe certo una buona scelta. In questo modo il dialogo sulle riforme non solo non va avanti ma minaccia di non poter cominciare mai. Non abbiamo bisogno di tutto questo ma piuttosto di lucidità politica, passione civile e amore per l’Italia”.

Secco il giudizio del leader Idv, Antonio Di Pietro: “Il presidente del Consiglio sta stracciando la Carta costituzionale, prima rendendo inutile il ruolo del Parlamento e ora volendo abrogare anche la Corte costituzionale. Se non e’ dittatura questa, cos’altro deve succedere in Italia per avere il ritorno del fascismo?”.

Ida Rotano

(Tratto da AprileOnline)