Venticinque colpi da due diversi fucili mitragliatori, sparati durante una sorta di “stesa” messa in atto da quattro uomini che vengono ripresi dalle telecamere di videosorveglianza. Da pochi minuti è passata la mezzanotte, ma il rumore dei colpi a ripetizione sveglia l’intero quartiere.
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Venticinque colpi da due diversi fucili mitragliatori, sparati durante una sorta di “stesa” messa in atto da quattro uomini che vengono ripresi dalle telecamere di videosorveglianza. Da pochi minuti è passata la mezzanotte, ma il rumore dei colpi a ripetizione sveglia l’intero quartiere.
Caserma nel quartiere Secondigliano, vicina al rione don Guanella dominato dal clan Lo Russo, il cui boss è stato arrestato qualche giorno fa con l’accusa di omicidio. E’ un fatto collegato alla sparatoria della notte? Non sembrerebbe così, visto che il boss era stato arrestato alla polizia. Come pure gli investigatori sono certi che gli uomini armati di fucili non volevano uccidere nessuno. Hanno infatti aspettato che l’unica pattuglia in servizio alla stazione di Secondigliano rientrasse per sparare. Quindi la “stesa”, che nel gergo della mala sta a significare proprio quello che è accaduto, colpi all’impazzata, una dimostrazione di violenza. Non si esclude alcuna pista e si guarda anche al clan Licciardi, della vicina masseria Cardone. Perché è stato appena annullato l’ergastolo per omicidio, senza rinvio, al boss Pietro Licciardi. Le indagini sul delitto erano state dei carabinieri. Dunque si cerca chi abbia potuto inviare un simile “messaggio” messaggio all’Arma.
Sull’azione intimidatoria interviene il generale De Vita con una nota scritta: “Non ci facciamo intimidire, l’azione di questa notte dimostra che la presenza dell’Arma sul territorio è incisiva e che le continue e martellanti operazioni di polizia giudiziaria danno fortemente fastidio e continueranno in maniera sempre più marcata”.
De Vita conclude dando l’identikit di chi ha agito e lanciando loro un appello: “Con molta probabilità a sparare sono stati ragazzi molto giovani ai quali dico: deponete le armi, la vita
non è un videogioco o uno slogan sui social”.
Intanto il generale di corpo d’armata Giovanni Nistri, proprio oggi in visita al comando legione, ha voluto poi incontrare i carabinieri in servizio a Secondigliano esprimendo la vicinanza del comandante generale dell’Arma e la propria, ribadendo che i carabinieri, “come confermato dagli stessi militari della stazione, non si faranno intimidire da questo efferato atto”.