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Se l’interdittiva antimafia non scalfisce l’azienda.

Se l’interdittiva antimafia non scalfisce l’azienda. AH AH AH AH AH AH AH AH.SI RIPROPONE IL CASO DEL “CARO ESTINTO” E DELLA GESTIONE DI POCHI A DANNO DI TUTTI GLI ALTRI.COME NEL CASO DI ROMA NEL QUALE NOI DELL’ASSOCIAZIONE CAPONNETTO FUMMO ANCHE QUERELATI E SIAMO STATI PROSCIOLTI IN ISTRUTTORIA.” CARO ESTINTO “ QUA E “CARO ESTINTO” LA’,”CARO ESTINTO “  OVUNQUE.QUALCHE CANTAUTORE CHE SCRIVA E CANTI LA CANZONE DEL……”CARO ESTINTO “????????????

Se l’interdittiva antimafia non scalfisce l’azienda

Nonostante l’intervento della Prefettura, la “Croce Rosa Putrino” continua a lavorare con l’Asp di Catanzaro. Storia di un “monopolio” di fatto che va avanti da anni. E in consiglio regionale si lavora per evitare conflitti d’interesse nel mercato del “caro estinto”

Mercoledì, 15 Novembre 2017

LAMEZIA TERME Ci sono 14 postazioni di Suem 118 nella provincia di Catanzaro. Quattordici postazioni strategiche dalle quali partono le ambulanze allertate dalla centrale operativa del 118 guidata dal dottore Eliseo Ciccone. Se un’ambulanza dell’Asp ha un guasto, o non può intervenire, la centrale operativa chiama il privato col quale l’Asp ha una convenzione. Fino ad oggi, per il servizio ambulanze, la Croce Rosa Putrino srl ha avuto un deciso monopolio nell’accaparrarsi le chiamate. Fino al 2013 ha avuto rapporti in decine di convenzioni. E nonostante da anni, dal 2013 circa, non vi siano gare per il servizio ambulanze, l’Asp ha continuato a servirsi della alla “Croce Rosa Putrino” con la formula della chiamata diretta per servizio occasionale. Fino ad oggi, nonostante l’interdittiva antimafia emessa poche settimane fa dalla Prefettura di Catanzaro nei confronti della ditta. Gli esisti degli accertamenti antimafia richiesti dal prefetto Maria Luisa Latella, confermerebbero l’esistenza di «elementi oggettivi» che «suffragano il quadro indiziario della presenza di possibili situazioni di infiltrazioni mafiose […] tendenti a condizionare le scelte e gli indirizzi della società “Croce rosa Putrino srl”».

Secondo le verifiche effettuate su istanza dell’ufficio di Prefettura la ditta sarebbe vicina, per una serie di cause che si concatenano, alla cosca Iannazzo. La famiglia Putrino, oltre a lavorare in campo sanitario, con forti contatti all’interno dell’ospedale “Giovanni Paolo II” di Lamezia Terme, ha anche la ditta di onoranze funebri, “La Pietà”. Una legge proposta in terza commissione regionale Sanità vuole impedire che le onoranze funebri possano esercitare contemporaneamente in “mercati paralleli” come, appunto quello del 118. La ragione è facile da intuire: si vogliono evitare i monopoli di quelle ditte che si mettono a disposizione degli ospedali.

DOPO L’INTERDITTIVA Dopo l’interdittiva, la Croce Rosa è stata espulsa dall’appalto del servizio navetta dell’azienda ospedaliera Annunziata di Cosenza. Aveva creato un Rti (raggruppamento temporaneo d’impresa) con la “Tauro soccorso” di Gioia Tauro, di proprietà di un ex dipendente di Putrino. Ma dopo essere stata allontanata dal servizio la Tauro Soccorso è subentrata.

Alla Sacal, la società che gestisce l’aeroporto di Lamezia Terme, dopo avere appreso la notizia dell’interdittiva dai giornali, hanno chiesto conferma alla Prefettura sulla fondatezza della notizia. Conferma che è arrivata pochi giorni fa e che ha fatto partire, da parte della società aeroportuale, l’iter per interrompere la convezione con Sacal e fare subentrare al posto della Croce Rosa la ditta che si era classificata seconda nel corso dell’ultimo bando di gara.

Per quanto riguarda l’Asp di Catanzaro, non è chiaro quale decisione prenderanno i vertici, che ancora non si sono espressi. I bene informati affermano che la ditta continui ad essere chiamata dalla centrale operativa del 118.

L’ACCORDO QUADRO Nell’estate del 2016 quasi tutte le ditte di Catanzaro avevano dato vita a un consorzio, proponendosi al direttore generale dell’Asp, Giuseppe Perri, per coprire gratuitamente le 14 postazioni del Suem 118. Tra l’altro, c’è da sottolineare che, quando si sostituisce un’ambulanza del 118 Asp, la chiamata al privato costa circa 400 euro al giorno più 1,60 euro a chilometro.

Il consorzio, dopo l’offerta, non ha ottenuto nessuna risposta ma viene avvisato che è in corso di definizione un accordo quadro per l’affidamento del servizio. Procedura che verrà avviata, poi, nel 2017. Nel frattempo, il consorzio avanza altre richieste che rimarranno tutte inascoltate: propone che i suoi mezzi siano attivati con le stesse modalità della Croce Rosa Putrino e ancora propone di effettuare lo stesso servizio al 10% in meno di spesa. Nessuna risposta.

LE PROCEDURE A marzo 2017 viene pubblicata una prima procedura negoziata finalizzata alla conclusione dell’accordo quadro per l’affidamento del servizio ambulanze. Gli standard oggetto della procedura sono alti: tre ambulanze di classe A, dotate di termoculla e almeno due dei tre mezzi messi a disposizione devono essere a trazione integrale. Requisiti che difficilmente possono essere posseduti da una sola ditta. Così, per unire le forze e rientrare nell’accordo quadro, alcune ditte formano una Ats associazione temporanea di scopo. A maggio 2017 viene pubblicata una nuova procedura negoziata. Questa volta gli standard richiesti sono meno alti: tre ambulanze di tipo B, predisposizione per l’aggancio, il collegamento ad una termoculla già in dotazione all’Asp, e una delle tre ambulanze a trazione integrale.

A che punto è l’accordo quadro? Si attende la convocazione per l’apertura delle buste con l’offerta economica.

LA PROPOSTA DI LEGGE In commissione regionale Sanità è stata presentata la proposta di legge 280, sostenuta dai consiglieri Giuseppe Giudiceandrea, Sinibaldo Esposito e dal presidente della commissione Michelangelo Mirabello. Tra le altre cose la legge, voluta anche dal Cosfit (comitato spontaneo imprese funebri italiane), prevede che servizi dati in appalto da enti pubblici (come 118 servizio di emergenza, trasporto sangue, organi e dializzati e quant’altro), non possano essere conferiti alle ditte che hanno anche imprese funebri le quali non possono «esercitare attività in mercati paralleli» neanche tramite separazione societaria riconducibile a persone titolari di imprese funebri e/o a loro dipendenti. La ragione è facile da intuire: si vogliono evitare i monopoli di quelle ditte che si mettono a disposizione degli ospedali, creano addentellati con nosocomi privi di mezzi e personale, forniscono servizi, fanno favori, e si garantiscono un posto in prima fila nel mercato del caro estinto.

 

Alessia Truzzolillo

a.truzzolillo@corrierecal.it

 

fonte:http://www.corrieredellacalabria.it