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Se effettivamente sono i “padroni di casa” del Porto sicuramente sono a conoscenza di tutto quanto avveniva nello scalo,compreso il traffico di pale eoliche dalla Sicilia e dirette verso il Molise.Perché la Guardia di Finanza di Formia,alla quale l’Associazione Caponnetto ha presentato un apposito esposto e la Procura di Cassino non li interrogano al riguardo? La Ditta che effettuava il trasporto da Gaeta nel Molise ha subito degli attentati molti seri ad Isernia.Un motivo in più per fare un’indagine a 360 gradi tanto più perché si dice che dietro quel traffico di pale eoliche ci sia Matteo Messina Denaro o persona a lui vicina.Materia,questa,soprattutto della DDA che le Procure di Cassino e Civitavecchia,che stanno indagando sul Porto,dovrebbero interessare,sempre che non l’abbiano già fatto

Spinosa: “Siamo i padroni di casa”, i retroscena dell’inchiesta al Porto

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Porto di Gaeta

Porto di Gaeta

Da una parte il dirigente Franco Spinosa affetto da “delirio di onnipotenza”, dall’altra l’imprenditore Nicola Di Sarno, calmo e serafico il cui unico lamento è per il presunto accanimento di investigatori, comitati di cittadini e parte della stampa sulle attività del suo gruppo imprenditoriale. E sullo sfondo il porto di Gaeta dove, forse per la prima volta, una Procura della Repubblica apre uno squarcio reale nella nebbia che già fagocitò le vite di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin.

“Siamo i padroni di casa” e, riferendosi alle indagini della Guardia Costiera che tentano di dipanare la ragnatela di rapporti privilegiati al porto “loro non è che devono sindacare sul nostro modo di agire”. A parlare, intercettato nel proprio ufficio e al telefono, è Franco Spinosa, dal dicembre del 2011 dirigente responsabile della Sede di Gaeta dell’Autorità Portuale di Civitavecchia, nel 2003 consulente dell’Autorità Portuale di Civitavecchia per la fase di start up della nuova Sede di Gaeta e poi, prima di ricoprire l’attuale incarico, dirigente, sempre per l’Autorità Portuale a Gaeta, del Demanio e del Lavoro Portuale (PDF CV-FRANCO-SPINOSA).

Franco Spinosa

“Un atteggiamento generalizzato che costituisce quasi estremizzazione di una sorta di delirio di onnipotenza per cui lo Spinosa si pone all’esterno come dominus incontrastato di tutte le vicende relative al porto di Gaeta”. Così viene descritto il dirigente gaetano dal sostituto procuratore Alfredo Mattei titolare dell’indagine “Porto Sicuro”, condiviso totalmente dal gip del Tribunale di Cassino Angelo Valerio Lanna che però non ne accoglie la richiesta di arresti domiciliari ma solo la sospensione per due mesi non giudicandolo pericoloso fuori dalle sue mansioni.

Nicola Di Sarno - foto telefree.it -

E insieme a Spinosa, a piede libero, vengono denunciate altre tre persone, gli imprenditori Nicola Di Sarno e Andrea Di Grandi, il ragioniere Daniele Ripa di Castrocielo e tre società, la Interminal, la Di Grandi Catania srl e una sua controllata.

LE INDAGINI – A dare lo start alle indagini sono gli esposti di cittadini e associazioni, Sib, Comitato contro le Polveri, Assemblea Popolare del Golfo, che da tempo denunciano situazioni differenti tra loro ma che comunque afferiscono a diverse irregolarità nella gestione del pubblico demanio marittimo portuale di Gaeta.

porto-commerciale-gaeta

A dicembre 2012 c’era già stato un sequestro di rifiuti ferrosi, destinazione Turchia, in transito al porto. A occuparsi dell’indagine erano state Guardia Costiera, Guardia di Finanza e Polizia Provinciale ma poi la competenza, trattandosi di traffico internazionale di rifiuti, era passata per competenza alla Dda di Roma che così aveva indagato Nicola Di Sarno e l’intermediario di Ragusa in Sicilia Andrea Di Grandi.

La situazione al porto, però, non cambia e gli esposti ricominciano come anche i sit – in (il 12 luglio 2014 c’è anche, a indagini già in corso, un blitz di parlamentari del Movimento 5 Stelle e attivisti locali – video –), dacché la Procura della Repubblica di Cassino, considerati gli aspetti relativi all’inquinamento ambientale e consapevole che senza concorrenza il mercato muore, decide di mettere le attività portuali ai raggi x: il quadro che ne esce è sconcertante.

Un momento della conferenza stampa: da sinistra il sostituto procuratore Mattei, il procuratore Auriemma, il comandante Nicastro

I REATI – “Gestione non autorizzata di rifiuti”, “falso ideologico”, “traffico illecito di rifiuti”, “violazione dell’autorizzazione allo scarico acque di prima pioggia”, “danneggiamento”, “getto pericoloso di cose” e “deturpamento di bellezze naturali”. “corruzione per il compimento di atti contrari ai doveri d’ufficio”, e al pubblico Dirigente reiterati “abusi d’ufficio” nonché la “turbata libertà del procedimento di scelta del contraente”, i reati che la Procura diretta oggi da Paolo Auriemma, “La Procura è tutt’altro che disinteressata a quello che succede nel sud pontino”, contesta a vario titolo nei confronti degli indagati.

Autorità Portuale di Civitavecchia

IL DIRIGENTE “MONGOLOIDE” – A creare disagi alle “normali”, si fa per dire, attività al porto di Gaeta c’è un dirigente all’Autorità Portuale che opera a Civitavecchia (e che ha posteriori fa fare un figurone all’ente – vedi inchiesta sul “Sistema” Autorità Portuale –): appare irreprensibile ed è responsabile per la gestione ambientale del network, cui è collegata la sostenibilità dei traffici ospitati nei tre porti: è il siciliano di Caltanissetta Calogero Giuseppe Burgio (PDF CV-BURGIO).

Proprio lui dopo quanto successo a dicembre 2012, e a maggior ragione in seguito ai successivi sequestri del 2013, invia delle indicazioni per questo aspetto a Spinosa che però il dirigente in servizio a Gaeta disattende e anzi, secondo la Procura di Cassino, “considera come un mero ostacolo per perseguimento delle finalità illecite”. Nemmeno il responsabile della sicurezza del porto Guido Guinderi viene ascoltato dal “dominus”, “Personalmente e di mia iniziativa ho provveduto a fornire a Spinosa le mie proprie considerazioni verbali”. Come conferma in un’intercettazione ambientale del 17 marzo 2014 lo stesso Spinosa“Lui (Burgio), mi ha detto di avvisare a tutte le forze di polizia? E mo le avviso…” … “Io me la canto e me la suono”. A cui per risposta, e a far meglio intendere un certo clima al porto, l’ interlocutore presente, S.C., replica: “Poi lui parla di rifiuti e … quando la Procura della Repubblica non ne parla di rifiuti, parla isso di rifiuti”.

montagna-di-ferro-al-porto-di-gaeta

“CHIURIMM’ LU PUORT” – I controlli e le imposizioni dell’ente non sono ben viste anche perché, altrimenti, ripeterà Spinosa più volte e in più conversazioni: “chiurimm’ lu puort’”. Il problema, infatti, è dato dalle acque di pioggia che diluiscono il materiale accatastato e quindi, attraverso i pozzetti, finiscono in mare inquinandolo. Un problema apparentemente insormontabile e che coinvolge direttamente Nicola Di Sarno e la sua Interminal con cui Spinosa ha un rapporto che, scrive la Procura di Cassino “esorbita completamente dalla normale cordialità professionale”. Tanto da convincere il sostituto procuratore Mattei a scrivere, anche grazie alla testimonianza di persona ritenuta molto attendibile, che “Spinosa assume comportamenti illegittimi non per mero errore bensì perché sorretto da una precisa volontà volgente al favoritismo”. Che di fatto si perpetua verso altre quattro delle sei società operanti al porto, anche se gli “atti di favoritismo nei confronti di altri operatori (non indagati ndr) sono stati meno impudenti”. Ma anche all’esterno del porto considerato l’allargamento di 19,36 metri quadrati verso il mare concesso a una carrozzeria de La Piaja a Gaeta per mettere in mare natanti che Spinosa nel suo ruolo non poteva però dare, tantomeno con una semplice autorizzazione. E, scrive la Procura, tra l’altro in zona di pregio.

gaeta porto intergroup (Medium)IN DIFESA DI DI SARNO – Soprattutto però, Spinosa “spende la sua influenza e muove le sue conoscenze per tentare si sminuire la gravità delle condotte di Di Sarno”coinvolgendo anche il presidente, vicino al Partito Democratico, dell’Associazione Operatori Portuali di Gaeta Damiano Di Ciaccio che invita a fare una dichiarazione come emerge in una conversazione tra questi e Di Sarno. E’ sempre marzo 2014 e si parla di un incontro da organizzare da tra il presidente dell’Autorità Portuale Pasqualino Monti attraverso l’interessamento di Spinosa. Una telefonata apparentemente normale in cui Di Sarno, inoltre, si lamenta dell’aumento della tassazione per lo sbarco merci ma che cambia sul finale in modo imprevedibile quando Di Ciaccio riferisce all’imprenditore che Spinosa gli ha chiesto come associazione di ““mettere un po’ d’acqua sulla faccenda del ferro” visto che non è emerso nulla”.

Damiano Di Ciaccio

Di Ciaccio: “Ce la faresti poi una dichiarazione contro tutte queste iene che (precisazione: riportando la frase di Spinosa ndr)….Certamente che la farò, con garbo, la studiamo e la motiviamo bene e diciamo”.

RIVELAZIONE DI SEGRETO D’UFFICIO – Il problema restano sempre quei pozzetti ma anche le tariffe portuali per cui Spinosa avrebbe esercitato trattamenti di favore e che di lì a breve saranno al centro di una riunione del Comitato Portuale: “dragaggio e impianti trattamento acque prima pioggia e tariffe a base d’asta per la selezione della ditta concessionaria del servizio”. A premessa va detto che Secondo il regolamento per l’attività del Comitato Portuale, gli atti preparatori hanno natura riservata ma per Spinosa, indagato per rivelazione di segreto d’ufficio, questo non è un problema come emerge il 4 marzo 2014 in una conversazione intercettata con Damiano Di Ciaccio, che non fa parte del Comitato Portuale, e di cui riportiamo alcuni stralci.

Di Ciaccio: “Non c’è nel comitato eppure”
Spinosa: “Allora domani”
Di Ciaccio: “è”
Spinosa: “Questa conferenza servizi”
Di Ciaccio: “Sì”
Spinosa: “Parla di due cose, la prima insomma va… po’…po’ pure andà”
Di Ciaccio: “Eppure lo sai di che… lo sai di che parla perche R. m’ha fatto vedè la copia no? Io lo so di che parla”
Spinosa: “E’ esattamente, la prima vabbé riguardano gli impianti di depurazione e vabbè…”
Di Ciaccio: “E”
Spinosa: “No! Il punto è il secondo punto è il regolamento, ma chi viene dal Comune… di Gaeta?”

Porto di Civitavecchia

E più avanti sul primo punto.

Spinosa: “Chi dice nù fatto e chi dice nat’ ma se va avanti quello della Provincia praticamente iù puort’ chiure
Di Ciaccio: “E’! Però l’Autorità Portuale che cazzo gli a de fa sta cosa?”
Spinosa: “E se nui tenimm’ nù scemo a là,…non è colpa mia, questo c’ha na’ delega ambientale, questo che pa…. Quello che , che ha indetto la conferenza di servizio”
Di Ciaccio: “Ma Burgio?”
Spinosa: “Poiché viene il segretario generale si. E chiss’ è nu scem’ e? Te lo dico da mo”. E aggiunge “Chiss’ e uno scemo, no mongoloide”.

E a conferma che la situazione è grave Spinosa chiede: “Secondo me tu un passaggio lo potresti fare in Autorità Portuale”
Di Ciaccio: “E mo noi no, non siamo stati invitati”

E ancora.

Di Ciaccio: “Io sono molto preoccupato e gli operatori m’hanno detto che Nicola già ci ha parlato con Burgio e mi pare Burgio n’e vo’ sapè

sequestro-rifiuti-ferrosi

Sul regolamento.

Di Ciaccio: “A Civitavecchia esiste?”
Spinosa: “Che cosa?”
Di Ciaccio: “Stù regolamento”
Spinosa: “E pare proprio di sì”
Di Ciaccio: “Esiste… e esiste tale e quale come lo propongono a noi?”
Spinosa: “Sì, sì”
Di Ciaccio: “E’?”
Spinosa: “Si, sì ma no da adesso. Da parecchio, solo che a Civitavecchia hanno trovato nà quadratura con la Provincia di Roma non ho capito come. Nà conferenza di servizio, nà puttanata de chess’
Di Ciaccio: E’ lo so ca ccos’, a cà con la Provincia di Latina come la vai a trovà sta quadratura? So cazzi amari so, hai capito?”

Sub in azione al porto di Gaeta

Una situazione che vede coinvolti più soggetti, e dove l’inquinamento appare un problema solo se viene scoperto come di fatto accerterà ulteriormente la Guardia Costiera avvalendosi anche del Nucleo Subacquei della Guardia Costiera di San Benedetto del Tronto, intervenuto per i necessari accertamenti tecnico-subacquei di carattere ambientale.

Capitaneria di Porto di Gaeta

FAVORI ECONOMICI E AMMINISTRATIVI AI PRIVATI – Spinosa, inoltre, a quanto emerge dalle conversazioni, sa che è in corso un’inchiesta e per questo tenta di incontrare il sostituto procuratore Mattei, di individuare l’esistenza di microspie nell’auto, di concordare una difesa con un alta persona quando questa viene chiamata per essere ascoltata dall’organo di polizia giudiziaria sull’illegittima applicazione delle tariffe di occupazione al porto, “Tu gli devi dire questo”, che avrebbero portato, facendo figurare una zona per l’altra, a un indebito vantaggio a Interminal di oltre 680mila euro, di circa 360mila euro a Di Grandi, cifre poi oggetto di sequestro. Inoltre, plurime autorizzazioni di concessioni senza specificare la durata che, di fatto, impedivano gare e concorrenza. Una vita quasi in simbiosi con la società di Di Sarno per il dirigente gaetano che stupisce anche la Procura quando lo ascolta trovare accordi ed escamotage con dirigenti Interminal per farsi trovare pronti quando l’autorità chiederà conto dei pagamenti concessori e quant’altro.

LO SCAMBIO – Quale allora il vantaggio di questi favori al privato? La Procura lo individua non in uno scambio di mazzette stile “manipulite” ma nell’assunzione da parte di Interminal, in posizione qualificata e a tempo indeterminato, di personale indicato dall’ente pubblico ovvero da Spinosa. E proprio su questo scambio la Procura e gli uomini del comandante della Guardia Costiera Nicastro si concentrano.

INterminal gt 5_0Ne emergono così diverse conversazioni, supportate da interrogatori di persone informate dei fatti tra cui quella dello stesso assunto, che così rivelano il sistema in vigore al porto. A cominciare da quanto ascoltano il 3 marzo 2014 in un dialogo tra Spinosa e un responsabile tecnico Interminal, uomo fidato di Di Sarno. Dopo aver affrontato altri discorsi, infatti, il dirigente gaetano chiede del colloquio di lavoro che la persona interessata avrebbe dovuto sostenere facendo quasi cadere dalle nuvole il responsabile Interminal che aveva dimenticato la mail con il curriculum nella posta, evidentemente, ritiene la Procura, non ritenendo il profilo d’interesse.

Spinosa: “Allora lo chiami tu?
Responsabile Interminal: “Lo chiamo così gli faccio il colloquio”
Spinosa: “Ti raccomando”

Una assunzione a cui si interessa non solo Spinosa ma anche un politico in passato vicino alla attuale giunta Mitrano, l’ex assessore Giovanbattista Balletta, che, di fatto, con un messaggio a Di Sarno, ne caldeggia innocentemente l’assunzione avendolo già avuto in servizio alla Grimaldi e di fatto, a sua volta, conferma l’avvenuto colloquio: “Ho saputo del colloquio che M. ha avuto con B.V.. Mi permetto: ragazzo molto preciso sul lavoro, educato e serio. Ti abbraccio, a presto”.

La Guardia Costiera decide di approfondire e così ascolta i vertici Intergroup – Interminal (già finita al centro della cronaca degli ultimi mesi per il sequestro del deposito a Sessa Aurunca su cui a settembre, dopo la richiesta di proroga, si esprimerà il Tar e per l’ulteriore sequestro di capannoni abusivi a Gaeta), che spiegano tutte le procedure che la ditta adotta in caso di assunzione, che poi di fatto avviene a giugno 2014. E a ulteriore conferma che l’intervento di Spinosa è stato determinante, ci penserà lo stesso assunto: “Ho interessato Spinosa attraverso mio zio che lo contattava per il tramite di un amico fratello dell’ex sindaco di Gaeta”.

E le indagini non sono finite.