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Scuole pubbliche: gare truccate per le pulizie (anche la Kuandra)

Panorama, 

Scuole pubbliche: gare truccate per le pulizie

L’Antitrust condanna l’appalto da 1,63 miliardi. Parlamento e governo fanno finta di niente e prorogano gli affidamenti

 

La gara da 1,63 miliardi per la pulizia delle scuole pubbliche italiane è stata truccata, ma nessuno pensa a revocare gli appalti alle 4 società coinvolte. Anzi, il Governo e il Parlamento lo scorso mese di luglio hanno inserito nella legge sulla Buona Scuola una norma per prorogare a queste società gli affidamenti senza necessità di fare nuove gare fino al 31 luglio 2016.

Per di più è stato stabilito che il prezzo che le scuole situate in Sicilia e in Campania devono pagare per la pulizia deve essere rapportato al prezzo delle gare truccate. E pensare che il Parlamento e il Governo erano stati informati di quello che si accingevano a votare con un intervento dei deputati di Alternativa Libera nell’Aula della Camera poco prima della votazione finale sulla Buona Scuola. Incredibile ma vero.
 Il meccanismo con cui è stato possibile fare tutto ciò è molto complicato, vediamo come funziona.

Chi si è aggiudicato gli appalti
La legge prevede che le scuole pubbliche per affidare i servizi di pulizia debbano utilizzare le imprese che hanno vinto le gare indette dalla Consip (la società del ministero dell’Economia fa gli acquisti centralizzati per lo Stato).

La storia inizia nel 2012 quando la Consip indice la gara per selezionare le imprese di pulizia per le scuole. Il bando divide il territorio italiano in 13 lotti e alla fine sei società si aggiudicano tutti i lotti ad eccezione di quelli relativi alla Sicilia e alle province di Napoli e Salerno che non sono vinti da nessuno.

La società Manutencoop Facility Management si aggiudica le regioni Emilia Romagna, Lombardia, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia e Veneto. Al Consorzio Nazionale dei Servizi (società finita anni dopo nell’inchiesta Mafia Capitale e nel cui comitato di sorveglianza sedeva Salvatore Buzzi fino a quando è stato arrestato) vanno la Valle d’Aosta, il Piemonte, la Liguria, la Sardegna, l’Umbria, le Marche, l’Abruzzo, il Molise oltre alle province di Rieti, Viterbo e Roma. Invece la gara per la pulizia delle scuole in Puglia e Toscana viene vinta dalla Dusmann Service. Mentre la Team Service si aggiudica il lotto che riguarda Calabria e Basilicata. Le province di Frosinone e  Latina vanno alla Ma.Ca srl, mentre il lotto relativo alle province di Caserta, Avellino e Benevento è aggiudicato al Consorzio Servizi Integrati.

L’istruttoria dell’Antitrust…
Poco tempo dopo però l’Antitrust apre un’istruttoria sulla gara per fare chiarezza sulle offerte presentate da Manutencoop Facility Management e dal Consorzio Nazionale Servizi (in ATI con EXITone, Kuadra e Roma Multiservizi). Secondo l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato tali società avrebbero vinto grazie a un accordo illecito, in violazione della normativa a tutela della concorrenza.

…. e il Parlamento che persevera
E proprio mentre l’Antitrust continuava la sua indagine, il Parlamento varava il provvedimento sulla scuola con cui si stabiliva che nelle zone dove esistono convenzioni Consip per la pulizia si adoperano quelle esistenti (anche se le gare che avevano portato alla stipula delle convenzione erano al vaglio dell’Antitrust) mentre dove tali accordi non esistono o sono stati sospesi (Sicilia e tutte le province campane) si prorogano i vecchi contratti firmati dalle scuole negli anni passati, che peraltro erano già stati prorogati con un’altra norma (decreto legge 58) del 2014.

A prescindere dal fatto che la legge vieti la proroga degli appalti pubblici salvo casi straordinari, la cosa ancora più assurda è che la norma sulla scuola prevede che il prezzo per la pulizia delle scuole nelle aree dove non ci sono convenzioni sia “pari all’importo del prezzo medio di aggiudicazione per ciascuna area omogenea nelle regioni in cui è attiva la convenzione” Consip. Cioè pari a quello di alcune gare truccate su cui stava indagando l’Antitrust.

La condanna dell’Antitrust
Ma quello che era un sospetto grave e fondato che le gare Consip per pulire le scuole fossero state truccate, cosa che già di per sé avrebbe dovuto dissuadere il Parlamento dall’introdurre queste norme, si è trasformato in una certezza. Infatti lo scorso 20 gennaiol’Antitrust ha condannato il Consorzio Nazionale Servizi, Manutencoop, Roma Multiservizi e Kuandra al pagamento di una multa da complessivi 110 milioni, certificando l’esistenza di un’intesa restrittiva della concorrenza che ha condizionato l’esito della gara.

“Tutto questo –  spiega Marco Baldassarre, deputato di Alternativa Libera – lo avevamo denunciato quando si stava approvando la Buona Scuola. Visto che il Governo aveva blindato il provvedimento con la fiducia, avevamo presentato un ordine del giorno che però è rimasto lettera morta. Ora l’Antitrust, il 20 gennaio, conclusa l’istruttoria, ha certificato che queste gare sono state effettivamente truccate. Ribadire che noi ci abbiamo provato a metter in guardia Governo e Parlamento sembra superfluo, ma è così. Ora non ci resta che fare loro i complimenti per come continuano a sperperare i soldi degli italiani. A questo punto confidiamo che sia l’autorità giudiziaria a fare piena luce sulla vicenda e a punire eventuali colpevoli”.

E ora?

Adesso resta da vedere se ci sarà l’intervento dell’Autorità giudiziaria auspicato dai deputati di Alternativa Libera che, come ricorda Baldassarre, subito dopo l’approvazione della norma sulla Buona Scuola chiesero all’Anticorruzione di pronunciarsi su quella legge ma, l’Autorità guidata da Raffaele Cantone rispose che non c’erano profili per un suo intervento ma comunicava che “i fatti segnalati saranno trasmessi alla competente Procura della Repubblica per gli eventuali profili di reato”.