Scioglimento consiglio di Ostuni: ”Favoriti gli interessi della criminalità organizzata”
AMDuemila 28 Gennaio 2022
“Una serie di condizionamenti volti a perseguire fini diversi da quelli istituzionali che hanno determinato lo svilimento e la perdita di credibilità dell’istituzione locale, nonché il pregiudizio degli interessi della collettività, rendendo necessario l’intervento dello Stato per assicurare la riconduzione dell’ente alla legalità”. Sarebbero questi alcuni dei motivi che hanno portato allo scioglimento per infiltrazioni mafiose del Consiglio comunale di Ostuni (Brindisi), adottato dal Consiglio dei Ministri con decreto del 23 dicembre 2021, mentre il 27 successivo è arrivato il decreto di scioglimento a firma del Capo dello Stato, e da quella data e per 18 mesi a guidare il Comune e’ una commissione straordinaria. La relazione reca la data del 14 dicembre 2021 ed è stata notificata nelle scorse ore all’ex sindaco, ed ai componenti della giunta e consiglieri comunali. In essa si fa riferimento alla vicenda dell’assegnazione dei parcheggi sul litorale ad una società già sotto interdittiva antimafia, nonché agli affidamenti del servizio di assistenza e salvataggio bagnanti sui tratti di spiaggia libera fra il 2019 e il 2020, alla gestione del patrimonio immobiliare comunale e al recupero di somme di denaro in esecuzione di una sentenza di condanna a favore del Comune. Un territorio permeato da diramazioni della sacra Corona Unita è quello che traspare dalla relazione ministeriale. Ci sono riferimenti espliciti alle pressioni Scu ed ai quattro attentati subiti dall’ex sindaco Domenico Tanzarella (socialista), all’epoca dei fatti consigliere comunale di minoranza. C’é la vicenda della denuncia alla Procura della Repubblica di Brindisi da parte di un ufficiale della Polizia locale per la mancata notifica di migliaia di violazioni al Codice della strada, con l’ufficiale che fu anche vittima di un atto intimidatorio per essersi occupato “della questione relativa ai parcheggiatori abusivi e alle aree mercatali abusivamente occupate anche da noti pregiudicati locali”. La relazione ministeriale parla di un’inerzia dell’ente comunale che avrebbe “di fatto favorito l’inserimento nel sistema economico locale, soprattutto nel commercio e nell’indotto turistico, di quell’imprenditoria legata direttamente o indirettamente agli interessi della criminalità organizzata, come è dimostrato anche dalle recenti interdittive antimafia emesse dalla prefettura di Brindisi”.