Ha lasciato il carcere due settimane dopo l’arresto. Ma i domiciliari gli sono stati concessi a Venafro. Libero “a metà” Walter Schiavone, figlio del boss del clan dei Casalesi, Francesco Sandokan. La decisione dei giudici del Riesame é giunta ieri in tarda serata e ha sollevato le immediate reazioni di Romano De Luca dell’Associazione antimafia Caponnetto che parla di ulteriori preoccupazioni per il Molise. Del resto in certi ambienti del Casertano sembra avere una predilezione per Venafro, prima l’ex sottosegretario Cosentino e oggi il figlio di Sandokan. Il trentenne era stato arrestato due settimane fa nell’ambito di una maxi retata dei carabinieri che ha colpito la fazione Schiavone-Venosa del clan dei Casalesi con decine di arresti. Il figlio del boss é accusato di avere percepito a titolo di “mesata” soldi provenienti dagli affari illeciti gestiti dalla cosca. Il provvedimento d’arresto – frutto delle indagini dei carabinieri della compagnia di Casal di Principe con il coordinamento dei pm Luigi Landolfi e Vincenzo Ranieri – descrive la storia di come il clan Schiavone si è riorganizzato nei dieci mesi di reggenza di Raffaele Venosa, liberato nell’agosto 2014 e arrestato di nuovo nel maggio 2015 per due omicidi compiuti nel 1992. In questi 10 mesi Venosa e gli uomini dei Schiavone hanno ricostruito potere e ricchezza aggiungendo alle attività ‘tradizionali’ del clan, le estorsioni ai commercianti e la gestione delle piazze di spaccio, il business sempre più florido del ‘controllo’ delle macchinette slot machine e delle piattaforme per il poker online.