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Schiavismo e riti vudù

Schiavismo e riti vudù

di Sergio Nazzaro

A seguito delle indagini della Polizia di Stato del commissariato di Castel Volturno, la DIA di Napoli ha contestato per la prima volta il reato di associazione mafiosa a un’organizzazione criminale straniera operante sul territorio nazionale.
Aveva una base operativa anche a Modena l’organizzazione di immigrati ghanesi e nigeriani che gestiva la tratta di giovani connazionali per poi avviarle alla prostituzione. Per la prima volta, nell’ambito dello sfruttamento della prostituzione e dei reati connessi, la magistratura ha applicato il 416 bis, il reato di associazione per delinquere di stampo mafioso. Come copertura, l’organizzazione creava associazioni che erano, sulla carta, di tipo culturale (Sweet Mother, Supreme Ladies Association e Great Binis Association), ma che servivano in realtà per gestire il traffico delle ragazze.
Dalle indagini della magistratura antimafia partenopea è emerso lo spaccato di uno spietato mercato di schiave che aveva la sua base operativa tra Castel Volturno e Casal di Principe, fino a Baia Domizia. Vittime anche ragazze minorenni, che venivano acquistate direttamente in Africa. Il contatto con le famiglie avveniva attraverso insospettabili mediatori.
Le giovani venivano poi portate in Italia e sottomesse tramite riti vudù, costrette a prostituirsi per restituire i soldi del viaggio (circa 50.000 euro) e pagarsi l’affitto del marciapiede, liberarsi dal maleficio e far cessare le minacce ai familiari. Molte di queste ragazze sono passate per Modena, dove nel corso delle indagini, in quella che è stata ribattezzata Operazione Restore Freedom (Restituzione alla libertà), sono stati perquisiti numerosi alloggi nei quali le giovani erano tenute segregate di giorno. A gestirle erano le madame nere che avevano l’assoluto monopolio nell’organizzazione territoriale delle prostitute.
Agli uomini, spesso fiancheggiatori locali, anche modenesi, era demandata la protezione delle ragazze e il loro accompagnamento con i pulmini sul luogo di lavoro. Nel corso delle indagini è emerso come i clan neri di sfruttatori utilizzassero il medesimo, violento, efficace, modus operandi della criminalità casalese, e campana più in generale, con la quale pare vi fossero contatti e interscambi di interessi, soprattutto nel traffico della droga. Un settore nel quale tuttavia gli sfruttatori non interferivano direttamente, ma nel quale investivano parte dei proventi, fornendo anche manovalanza per lo spaccio minuto.

Anno 2004. Pisa, Terni, Roma, Caserta e Napoli. Operazione Santa Lucia

Militari dell’Arma dei Carabinieri hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 84 persone, prevalentemente di origine africana, responsabili di traffico illecito di sostanze stupefacenti. In particolare l’indagine, avviata nel 2004, ha consentito di disarticolare un’organizzazione criminale dedita al traffico di cocaina, con ramificazioni in Olanda, Germania e Nigeria.

Anno 2006. Indagine Little Cut 2

Svolta dalla DDA di Roma e conclusasi nell’aprile del 2006 con l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 14 persone, nigeriane e italiane, per associazione per delinquere finalizzata al traffico di cocaina proveniente dalla Spagna e dall’Olanda per mezzo di corrieri ovulatori.
Anno 2006. Indagine Area Franca

Dell’AG di Santa Maria Capua Vetere, nei confronti di 16 persone ritenute responsabili di traffico e spaccio di sostanze stupefacenti. Le investigazioni hanno accertato che alcuni gruppi locali casertani acquistavano le droghe da un’organizzazione nigeriana, attiva nella provincia di Caserta.
Anno 2006. Indagine Multilevel 2

Conclusasi nel maggio del 2006 con l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP di Modena nei confronti di 9 persone di etnia nigeriana ritenute responsabili di riduzione in schiavitù finalizzata allo sfruttamento della prostituzione di giovani ragazze nord africane acquistate nei Paesi di origine e costrette, con violenza, a prostituirsi per pagare alle madame il debito contratto per il viaggio, che oscillava tra gli 80.000 e i 100.000 euro.

Anno 2006, Indagine Niger

Svolta dalla DDA di Torino, nei confronti di una organizzazione criminale operante nel capoluogo piemontese, a Roma e in altre regioni del centro-nord Italia, nel traffico di sostanze stupefacenti, nel favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e nello sfruttamento della prostituzione. Nel corso delle investigazioni, sono stati accertati conflitti tra due gruppi criminali nigeriani, gli Eye (associazione magico-religiosa) e i Black Axe, per il controllo delle attività illecite. Per la prima volta c’è una condanna per mafia di gruppi criminali nigeriani in Italia.
Anno 2008. Indagine Viola
Nei confronti di 66 persone responsabili a vario titolo di associazione finalizzata alla tratta di esseri umani, riduzione in schiavitù, sfruttamento della prostituzione e traffico internazionale di stupefacenti. Arrestati in flagranza di reato 49 corrieri e recuperati 60 kg di eroina e 118 kg di cocaina.

Anno 2006. Indagine Itako

Condotta dalla DDA di Napoli e conclusasi con l’esecuzione, nel febbraio 2006, di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, nei confronti di tre nigeriani e di un italiano affiliato al clan Di Lauro, ritenuti responsabili di traffico internazionale di eroina importata dalla Gran Bretagna.
Anno 2006. Indagine Aye Mi Assman

Conclusasi, nell’aprile del 2006, con due ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal GIP di Ferrara nei confronti di due organizzazioni nigeriane collegate tra loro e dedite allo spaccio di sostanze stupefacenti del tipo cocaina e marijuana nella provincia emiliana. Nel corso delle investigazioni sono stati arrestati 32 cittadini nigeriani.

Anno 2009 Indagine Foglie Nere

Nei confronti di 30 indagati, di nazionalità prevalentemente nigeriana, per associazione per delinquere finalizzata alla tratta di esseri umani, alla riduzione in schiavitù, al favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione ed altri reati. Un ulteriore provvedimento è stato emesso dal GIP del Tribunale di Roma nei confronti di altri quattro indagati per associazione per delinquere finalizzata all’interruzione abusiva della gravidanza. Gli interventi hanno interessato le Marche, il Lazio, l’Emilia Romagna e la Lombardia, ma anche la Nigeria, Spagna, Francia, Olanda, Germania, Grecia e Repubblica di San Marino, dove, grazie alla collaborazione assicurata dal Servizio di cooperazione internazionale di Polizia e da Europol, sono stati localizzati 11 indagati.

Indagine Fantasia 2

Nei confronti di 80 indagati appartenenti a un’organizzazione criminale, prevalentemente di etnia nigeriana (ma anche maghrebina), attiva nella provincia di Caserta, con ramificazioni in altre province del centro-nord Italia (Roma, Firenze, Perugia, Bologna e Brescia) dedita al traffico internazionale di sostanze stupefacenti (cocaina ed eroina) e al traffico di esseri umani finalizzato allo sfruttamento sessuale di giovani donne.

Indagine Volturno

Nei confronti di 20 persone (17 africani, 2 ragazze dell’Europa dell’Est e 11 italiani) nelle province di Caserta, Napoli, Lati- na, Frosinone, Nuoro, Teramo e Vicenza, un’organizzazione ritenuta responsabile di associazione per delinquere finalizzata all’importazione e alla detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti (eroina e cocaina). I carabinieri del Comando provinciale di Caserta, al termine di un’indagine durata oltre un anno, hanno condotto un’operazione antidroga, disarticolando un’organizzazione criminale composta da 31 persone. Di questi, due sono italiani e altri 29 extracomunitari originari del Mali e della Costa d’Avorio. I trafficanti, che importavano gli stupefacenti dall’Africa attraverso la rotta parigina, avevano la propria base a Castel Volturno, da dove gestivano lo smercio su diverse piazze italiane dello spaccio (Firenze, Prato, Bergamo, Caserta e il basso Lazio).

 

17 Ottobre 2019

fonte:http://mafie.blogautore.repubblica.it/