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Scarpinato: ”Mafia è moderna, servono altri strumenti”

Scarpinato: ”Mafia è moderna, servono altri strumenti”

Venerdì 12 Maggio 2017

Al convegno dell’Università di Palermo anche il questore Cortese: “Alcune scarcerazioni ci preoccupano”
di AMDuemila
La mafia oggi sta diventando una componente strutturale del capitalismo finanziario e sta rinegoziando i suoi rapporti di egemonia con la politica. Mentre l’economia criminale e mafiosa va avanti, la cultura giuridica è molto indietro, sono saltati dei paradigmi culturali. Non possiamo guardare la mafia di oggi con gli occhi di ieri. Il pensiero giuridico e criminologico sulla mafia è vecchio e datato, ci sono categorie giuridiche, come il 416bis, che sono state pensate per la mafia violenta e che non funzionano più al Nord, dove la mafia è silente“. A dichiararlo è stato Roberto Scarpinato, procuratore generale di Palermo, a margine del convegno organizzato dall’Università di Palermo allo Steri “Raccontare cosa nostra dal tempo delle stragi“. All’iniziativa sono presenti anche i docenti universitari Alessandra Dino e Alberto Vannucci.
Le vecchie mafie – ha proseguito Scarpinato – cedono il passo a nuove mafie ‘mercatistiche’ che intercettano capitali mondiali offrendo al libero mercato una serie di servizi, La mafia è diventata una componente integrata nella composizione del Pil e se non ci evolviamo culturalmente rischiamo di essere dei dinosauri che non si rendono conto di cosa sta accadendo“.
Il procuratore generale ha poi fatto riferimento alle polemiche e le accuse mosse al comitato Addiopizzo in seguito alla circolazione dell’audio di una conversazione tra alcuni componenti del M5 stelle: “Ci sono organizzazioni antimafia – ha affermato – che hanno svolto un ruolo molto importante rinnovando gli schemi culturali, ce ne sono altre che hanno cavalcato quest’onda in modo opportunistico, ma bisogna dare a ciascuno il suo ed evitare che organizzazioni che hanno svolto un ruolo importante possano essere coperte dalla stessa ombra di delegittimazione che invece riguarda altri. Ci vuole un grande rigore di analisi e un atteggiamento di serietà anche da parte dei media per evitare di mischiare i piani“.
Presente al convegno anche il questore di Palermo, Renato Cortese: “Recentemente abbiamo registrato alcune scarcerazioni che ci preoccupano un po’, – ha dichiarato – Cosa Nostra è un’organizzazione criminale costantemente in cerca di leadership, per questo monitoriamo ogni singolo movimento. È un’organizzazione temibile, potenzialmente pericolosa e molto radicata sul territorio. Abbiamo anche registrato alcune denunce in più da parte degli operatori economici, conseguenza anche della crisi contingente”. “Ho trovato Palermo meno atterrita – ha aggiunto Cortese, ricostruendo la storia e alcuni episodi stragisti – Cosa Nostra oggi non ha gli aspetti eversivi di un tempo, certo sarebbe riduttivo dire che si è indebolita solo per la cattura dei suoi capi, ma ha attraversato diverse fasi. Cosa Nostra ha la capacità di rigenerarsi continuamente e ha bisogno di qualcuno che possa coagulare queste forze. Ma sia la ‘Ndrangheta che Cosa Nostra che tutte le mafie si sono nutrite di un consenso sociale forte e di una schiera di professionisti che, pur non essendo interni all’organizzazione, l’hanno agevolata. Del resto, Riina e Bagarella sarebbero forse stati capaci di individuare il patrimonio artistico per le stragi da colpire senza un suggeritore?” ha concluso.

fonte:http://www.antimafiaduemila.com