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Scandalo voto di scambio a Torre del Greco: «A processo Buono & company»

Scandalo voto di scambio a Torre del Greco: «A processo Buono & company»

Alberto Dortucci

Torre del Greco. Soldi in cambio di voti, posti di lavoro e botte: fissato per metà ottobre il «giorno del giudizio» per l’ex consigliere comunale Mario Buono e per la sua «squadra elettorale» scesa in campo alla vigilia della corsa alle urne del 2018. A quattro mesi dall’ordinanza cautelare firmata dal gip Antonio Fiorentino del tribunale di Torre Annunziata, il pool di magistrati a capo dell’inchiesta coordinata dall’ex procuratore aggiunto Pierpaolo Filippelli – tornato a giugno alla procura antimafia di Napoli – ha chiesto, infatti, il processo per i cinque indagati del secondo filone di indagini sul «mercimonio politico» concluso con la vittoria della carovana del buongoverno guidata dal sindaco Giovanni Palomba.

L’ora della verità

A inizio aprile – esattamente a un anno di distanza dalle prime misure cautelari costate l’arresto all’ex assessore Simone Onofrio Magliacano e all’ex consigliere comunale Stefano Abilitato nonché il divieto di dimora in città al poliziotto-politico Ciro Piccirillo – finirono ai domiciliari l’ex leghista fresco di passaggio con la maggioranza targata Giovanni Palomba, il meccanico Gennaro Savastano e il titolare della pescheria Don Do’ in zona porto Vincenzo Izzo. A completare le misure cautelari il divieto di dimora a Torre del Greco per Gianluca Melluso, titolare di una pizzeria di via Litoranea nonché marito della candidata al consiglio comunale Ida Fiore. Provvedimenti arrivati a scoppio decisamente ritardato – inizialmente, sarebbero dovuti scattare in vista delle Regionali di fine settembre 2020 – e «giustificato» con il rischio di reiterare il reato, sebbene all’orizzonte non ci fossero appuntamenti elettorali. Secondo il castello accusatorio messo in piedi dagli investigatori sulla scorta delle dichiarazioni di vari coimputati – a partire da Giovanni Massella e Ciro Massella per finire allo stesso Simone Onofrio Magliacano – Mario Buono, alla vigilia delle elezioni del 2018, mise in piedi un’associazione a delinquere finalizzata all’elezione in consiglio comunale. Partecipi del «progetto elettorale» proprio l’imprenditore della zona porto noto come pisiello e il meccanico Gennaro Savastano – peraltro, entrambi già a processo per il singolo episodio dell’aggressione in vico Agostinella ai danni di Stefano Abilitato – nonché il ristoratore di via Litoranea.

La difesa degli indagati

Una ricostruzione contestata dal primo momento dalla difesa di Mario Buono e in parte sconfessata già dal tribunale del Riesame di Napoli. D’altronde, l’ex consigliere comunale – praticamente, come già accaduto a Stefano Abilitato, costretto alle dimissioni per tornare in libertà – ha sempre sostenuto di avere conosciuto Gennaro Savastano e Gianluca Melluso solo qualche settimana prima del voto nonché evidenziato come la candidatura della moglie del ristoratore di via Litoranea rendesse problematico qualsiasi tipo di accordo. Punti destinati, in autunno, a finire al vaglio del gup chiamato a ordinare o meno il processo per i 5 indagati del secondo filone relativo allo scandalo del voto di scambio alle elezioni del 2018.

fonte:https://www.metropolisweb.it/2021/08/14/scandalo-voto-scambio-torre-del-greco-processo-buono-company/