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Scandalo voti venduti, sulle prossime elezioni di Torre del Greco c’è già l’ombra dei clan

Andrea Ripa

Non ci sono soltanto le trattative per l’allestimento della coalizione più forte da portare alle urne o i problemi legati all’hackeraggio dei sistemi informatici del Comune a tenere impegnati politici e dirigenti di Palazzo Baronale in vista delle prossime elezioni, sul voto che la prossima primavera dovrà rinnovare il consiglio comunale di Torre del Greco sono accesi sin da ora i fari delle forze dell’ordine. Gli strascichi che le elezioni di cinque anni fa hanno lasciato sul municipio di Largo Plebiscito, ancora oggi sono ombre capaci di minare la trasparenza dell’unico metodo democratico che hanno i cittadini per decidere chi dovrà rappresentarli alla guida della città. Tant’è che sulle ultime amministrative – vinte dall’attuale sindaco Giovanni Palomba, che potrebbe puntare alla candidatura bis al culmine di un mandato travagliato per le tanti crisi politiche che lo hanno contraddistinto – pesa ancora come un macigno lo scandalo delle preferenze vendute a venti euro. Secondo quanto ricostruito dalla magistratura nell’ambito di un’inchiesta che ha portato all’iscrizione sul registro degli indagati di ben 14 persone nel corso dell’ultima tornata elettorale – era il 2018 – i voti sarebbero stati comprati da un gruppo criminale in cambio di soldi – tra i 20 e i 35 euro -, generi alimentari e promesse di posti di lavoro. Uno scandalo di cui, ancora oggi, non si conoscono i confini e che ha gettato parecchie ombre sulle modalità messe in campo dai politici per accaparrarsi una poltrona a palazzo Baronale. Un sistema smantellato dalle forze dell’ordine con ritardo rispetto agli esiti della stessa competizione elettorale e che ha visto coinvolti anche imprenditori ed esponenti legati al mondo della criminalità organizzata. Ed è proprio per il coinvolgimento di personaggi vicini ai clan che la vicenda ha assunto inquietanti risvolti. Evitare che la longa manus della camorra possa inficiare il voto è il rischio che le forze dell’ordine vogliono evitare. Anche per questa ragione in vista del ritorno alle urne dopo i cinque anni di mandato del sindaco Palomba, i seggi – soprattutto nei quartieri ritenuti maggiormente a rischio – saranno tenuti sotto la stretta osservazione da parte degli uomini in divisa. Ma anche le liste elettorali di ogni singolo candidato saranno passate al setaccio, oltre che dagli uffici competenti, anche dagli 007 anticamorra. Un voto che si preannuncia, sin da ora, blindato e che tiene in allarme le forze dell’ordine. Un allarme che fa da sfondo a una campagna elettorale che s’annuncia sin da questo momento assai delicata: non soltanto per la guerra politica destinata a infiammare le trattative intorno all’allestimento delle liste elettorali, ma soprattutto per le inchieste della magistratura legate al sistema per la compravendita di voti che hanno gettato ombre sulla credibilità dell’intero panorama istituzionale torrese.

Fonte:https://www.metropolisweb.it/2023/01/14/scandalo-voti-venduti-sulle-prossime-elezioni-torre-del-greco-ce-gia-lombra-dei-clan/