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Scacco al clan Contini

Scacco al clan Contini: il boss latitante catturato tra le montagne di Itri.VERGOGNA.SONO ALMENO 40 ANNI,GIA’ DAI TEMPI DELLA “RETE” CHE STIAMO DENUNCIANDO L’OCCUPAZIONE DELLA PROVINCIA DI LATINA DA PARTE DELLA CAMORRA E POLITICA ED ISTITUZIONI NON HANNO FATTO NIENTE  PER NON ARRIVARE A QUESTO  PUNTO.OGGI ME NE HA DATO CONFERMA IL SENATORE FRANCESCO DE NOTARIS,VICE SEGRETARIO NAZIONALE DELL’ASSOCIAZIONE CAPONNETTO,IL QUALE,COMMENTANDO CON ME LA NOTIZIA DELLA CATTURA  DI NICOLA “O NFAMONE”,MI HA DETTO :” MA TU GIA’ NELLA 12° LEGISLATURA MI HAI FATTO FARE UNA SFILZA DI INTERROGAZIONI SULLA CRIMINALITA’ CAMORRISTICA IN PROVINCIA DI LATINA.ADESSO TROVO LE INTERROGAZIONI E TE LE MANDO “.VERGOGNATEVI!!!! VERGOGNATEVI TUTTI.SIETE INDEGNI DI RAPPRESENTARE UN PAESE CIVILE.VERGOGNA.CRIMINALI E DELINQUENTI.E.E DOBBIAMO AGGIUNGERE ANCORA UN’ANNOTAZIONE IMPORTANTE: FORSE SE NON FOSSERO ARRIVATI I CARABINIERI DI NAPOLI ED I CACCIATORI DELLA CALABRIA A CATTURARLO QUESTO CRIMINALE CHISSA’ QUANTI ANNI ANCORA SAREBBE RIMASTO AD ITRI E NEL SUD PONTINO A GODERSI LA VITA.

Il Mattino, Giovedì 26 Ottobre 2017

Scacco al clan Contini: il boss latitante catturato tra le montagne di Itri

di Leandro Del Gaudio

Torna in cella Nicola Rullo, presunto boss della zona detta delle Case Nuove. Nei suoi confronti è diventata esecutiva una condanna a dieci anni di reclusione per una presunta estorsione.

I carabinieri del nucleo Investigativo di Napoli lo hanno catturato in una villa in collina di Itri (Latina) nella quale hanno fatto irruzione insieme ai «Cacciatori di Calabria», i carabinieri specialisti delle ricerche in zone impervie.

Rullo, 47 anni, già noto alle forze dell’ordine con il soprannome di Nicola ‘o ‘nfamone, ritenuto reggente dei Contini, il clan camorristico che insieme ai Licciardi e ai Mallardo ha costituito «l’alleanza di Secondigliano», era scomparso nel settembre scorso, quando aveva presagito l’esito sfavorevole del suo ricorso in Appello contro una condanna in primo grado per estorsione aggravata da finalità mafiose. ​Difeso dai penalisti Salvatore Pane e Saverio Senese, Rullo era stato assolto in primo grado, ma i giudici di appello hanno accolto il ricorso della Dda condannandolo a dieci anni di carcere.

I militari dell’Arma lo hanno individuato in una villa in collina di Itri (Latina) nella quale hanno fatto irruzione insieme ai «Cacciatori di Calabria», i carabinieri specialisti delle ricerche in zone impervie. Sorpresi mentre dormivano nelle stanze a piano terra, il ricercato e il suo uomo di fiducia Roberto Murano si sono lasciati ammanettare senza opporre resistenza. Al piano superiore c’era invece il nipote di Rullo, Davide Geldi, che nelle stanze e nelle immediate vicinanze aveva 100 grammi di droga, marijuana e hashish.