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San Felice: Porto bis, una selva di progetti

Dall’ex Penta a Marina di Circe, ecco alcune società pronte all’investimento

Voglia di porto a San Felice Circeo. Che il progetto dell’ex Penta per il raddoppio dell’attuale approdo turistico non sia l’unico è un fatto ormai assodato. Ma quanti sono in tutto non è dato sapere. Due, tre, quattro… chissà! Due, tre, quattro in concorrenza o solo uno stratagemma per co nfondere le acque?
L’interrogativo nasce dal piano per il «Completamento funzionale del porto», presentato per la realizzazione 243 posti barca, dalla società «Csc srl» notoriamente legata all’imprenditore di San Felice Vincenzo Pasciuti. Lo stesso risulterebbe ancora socio dell’ex Penta, società che da un paio di anni a questa parte si chiama «Porto del Circeo srl». Che motivo avrebbe Pasciuti di presentare un progetto alternativo? Due le risposte possibili.
Se non va bene uno, potrebbe andare bene l’altro. E fin qui nulla di strano.
Da uno sguardo sommario all’elaborato grafico si nota che il raddoppio proposto finisce oltre quello presentato dall’ex Penta. Dritto dritto davanti all’albergo «Maga Circe», i cui titolari si sono finora sempre opposti alla realizzazione dell’altro, appunto quello dell’ex Penta, il cui molo ipotetico ricadeva appena un po’ nello specchio antistante l’hotel. Una provocazione di Pasciuti? Piuttosto una manovra mirata si potrebbe i potizzare, dal momento che mettere nel piatto un qualcosa di! molto «pesante» avrebbe favorito la scelta dell’altra pietanza… più digeribile. E siamo a due progetti.
Il terzo è quello denominato «Ampliamento del porto turistico», progettato dagli studi «Fini Architettura», «Amato srl» e «Acquatecno srl». Società richiedente? Non è dato sapere. Ruolo del Comune, il cui simbolo risulta tra i vari marchi degli elaborati, nemmeno. Posti barca da realizzare 328 pronti ad accogliere otto categorie di imbarcazioni e un aliscafo. Posti auto: 445. Dove?
E passiamo al quarto progetto. Modesto, sarebbe il caso di dire: meno di cento nuovi posti barca e un’ottantina di parcheggi. Il piano si chiama «Adeguamento funzionale del porto del Circeo con la realizzazione di nuove aree per la cantieristica e la messa in sicurezza delle strutture esistenti». E’ il progetto della società «Marina di Circe», società creata ad hoc dal Consorzio nautico Circeo 2000. Quando il Comune indisse la conferenza dei servizi per il raddoppio del porto, subi to stoppata per mancanza dell’evidenza europea, «Marina di Circe» ebbe da ridire per non essere stata invitata a partecipare annunciando ricorso al Tar. Un ricorso mai presentato. A farlo fu invece l’ex Penta contro il nulla di fatto della conferenza dei servizi.
E’ in questa occasione che spuntò un altro nome di società, la «Alf srl», in qualità di resistente. Chi è la «Alf srl» e quale interesse aveva per ostacolare la pretesa dell’ex Penta? La «Alf srl» vuole anch’essa costruire il raddoppio del porto? Certo è che al Tar si era impegnata molto tra depositi di documenti e memorie per impedire, riuscendoci – anche la Maga Circe ha dato filo da torcere – all’ex Penta l’ottenimento dell’annullamento dell’unico ostacolo posto dal Comune: rinviare la conferenza dopo l’indizione di un bando europeo. Finito con i progetti?
Macché. All’ombra di Torre Fico ve ne sarebbe un altro. Una leggenda metropolitana? Può darsi. Se ne parlò molto in Regione, ma le carte non vennero tirate mai fuori.
Tanto interesse per l’affare del port! o e tanti! interrogativi. Eppure gli investitori sembrano non prendere in considerazione un elemento fondamentale: il Piano regolatore generale non prevede il raddoppio del porto o altri insediamenti oltre quelli preesistenti all’entrata in vigore dello strumento urbanistico. Una mancanza che è già costata l’apertura di un’inchiesta giudiziaria contro la realizzazione della darsena di Lido del Circeo (le autorizzazioni rilasciate sono state ritenute illegittime dalla Procura). Gli investitori, altresì, non avrebbero fatto i conti con gli spazi necessari per le opere a terra. O forse sì, dal momento che da parte dell’amministrazione comunale vi sarebbe una spinta verso lo sdoganamento di alcune aree che rientrerebbero nelle mire dei potenziali costruttori di porti. La vendita delle scuole, la strada di collegamento con via Gino Rossi, le scale mobili… tutto in una direzione. Sembra di rileggere una vecchia lettera aperta scritta anni fa da Vincenzo Pasciuti e pubblicata su un quotidi ano locale.
Rita Cammarone

(Tratto da L’Eco di Bergamo)