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Salviamo il territorio di Tarquinia dalle mafie. Prima che sia troppo tardi

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INFILTRAZIONI MAFIOSE A TARQUINIA

Allarme Rosso

Ci ho pensato su alcuni giorni, poi ho deciso di rendere pubblica una notizia che non potevo tenere per me. Mi è stata confidata da persone attendibili che per ovvie ragioni preferiscono restare nell’anonimato. Ci ho pensato perché sicuramente qualcuno la prenderà con leggerezza, altri, capaci solo di denigrare, diranno che si tratta di invenzioni.

Al solito ci sarà quello pronto a dire delle speculazioni politiche, della propaganda e così via, come avvenne sei anni fa quando dicemmo che l’ENEL avrebbe portato il carbone a Torre Valdaliga e la notizia venne commentata da partiti, associazioni ed enti locali con un’alzata di spalla ed un sorriso di scherno. Corriamo il rischio di intervenire quando non si farà più in tempo, quando la situazione sarà gravemente compromessa. Come il carbone, mi sono detto, ed ho deciso di lanciare l’allarme, l’allarme rosso.

La criminalità organizzata, legata alla camorra e alla mafia ,ha messo gli occhi sul nostro territorio per realizzare affari e speculazioni. Gli interessi sono puntati sulla costa, sui terreni edificati o da edificare, in particolare a San Giorgio, a Marina Velka, ma anche altrove. Si tratta di affari enormi, probabilmente provenienti dal riciclaggio del denaro sporco. Ha prevalso nella mia scelta la prevalenza della tutela degli interessi generali della popolazione, il dovere del cittadino. E così ho preso carta e penna ed ho scritto a tutte le autorità competenti, a partire dalla Commissione antimafia perché è necessario che tutte le autorità proposte alla sicurezza dei cittadini si attivino, preventivamente, polizia, carabinieri, guardie di finanza, vigili urbani. Non basta. Bisogna far capire a questa gente senza scrupoli che Tarquinia non è il Territorio adatto, che qui troveranno solo ostilità. Verranno qui a fare affari, ma porteranno i loro metodi. Dalle aree edificabili, agli appalti, dal porto di Civitavecchia ai lavori delle centrali, fino al “pizzo” per artigiani e commercianti. A 100 chilometri da qui il Comune di Nettuno è stato sciolto per mafia, la costa a sud di Roma è in mano alla criminalità organizzata: l’estorsione è una delle attività prevalenti in provincia di Latina, nel Lazio. Il pericolo è evidente.

C’è anche un dovere che spetta ai partiti, ai sindacati, alle associazioni di categoria. C’è un dovere che spetta al Comune nella prevenzione. C’è un dovere che spetta ai cittadini. In tal senso ho delle proposte da fare. Ma parliamone, per favore, prima che sia troppo tardi. Ed il Consiglio Comunale unito, si metta, alla testa del movimento per la difesa della città e del suo futuro.

Luigi Daga