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Ruby: «Ho chiesto 5 milioni a Berlusconi». I pm: dal premier molte giovani prostituite

Alla Camera le carte della Procura: «Ampi riscontri su case del premier alle ragazze». Le intercettazioni: «Silvio mi ha detto: racconta cazzate». Il Pdl: metodo per sputtanare il Cavaliere

«Un rilevante numero di giovani donne si sono prostituite con Silvio Berlusconi presso le sue residenze, dietro pagamento di corrispettivo in denaro da parte di quest’ultimo». È quanto si legge nella «domanda di autorizzazione ad eseguire perquisizioni domiciliari nei confronti del deputato Berlusconi» firmata dal procuratore di Milano Edmondo Bruti Liberati e inviata alla Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera. La domanda, pubblicata sul sito di Montecitorio, contiene anche vari allegati, consultabili però sono dai componenti della giunta. Il faldone che la procura di Milano ha allegato alla richiesta è composto in tutto da 389 pagine.

«Il mio caso è quello che spaventa tutti e sta superando il caso della D’Addario e della Letizia. Io ho parlato con Silvio e gli ho detto che ne voglio uscire con qualcosa: 5 milioni. Cinque milioni a confronto del macchiamento del mio nome…». Secondo quanto riferisce chi ha letto gli atti della Procura di Milano trasmessi in Giunta per le Autorizzazioni della Camera sul caso Ruby, è quanto avrebbe detto Ruby alla madre di Sergio Corsaro in una telefonata intercettata e pubblicata nella richiesta dei pm. Secondo le cronache mondane, Sergio Corsaro sarebbe un parrucchiere, ex fidanzato della giovane marocchina.

«Non siamo preoccupati per niente perché Silvio mi chiama di continuo. Mi ha detto “cerca di
passare per pazza, racconta cazzate”», è un’altra conversazione telefonica tra i due.

I pm di Milano avrebbero trovato poi «ampi riscontri investigativi» sulle case date dal premier ad alcune ragazze che partecipavano alle serate di Arcore, si legge ancora nella richiesta inviata dai pm di Milano alla Camera. Lo ha raccontato la stessa Ruby ai pm nell’interrogatorio del 3 agosto scorso. La ragazza ha infatti detto ai magistrati che «alcune giovani donne che partecipavano ai suddetti eventi ricevevano in corrispettivo da Silvio Berlusconi la disponibilità gratuita di appartamenti ubicati in Milano due».

«O sei pronta a tutto oppure prendi il taxi e te ne vai». È quanto si legge poi nelle intercettazioni tra due ragazze riportate sempre nell’invito a comparire della procura di Milano, secondo quanto riferito da chi ha potuto leggere le carte. «È allucinante. Non sai. Lo chiamano tutte “amore”, “tesorino”. Non puoi nemmeno immaginare quello che avviene lì… Nei giornali dicono molto meno della verità anche quando lo massacrano», si legge ancora nelle intercettazioni tra due ragazze, T.M. e B.V., riportate nell’invito a comparire della procura.

«Siamo entrate senza alcun tipo di controllo. È molto semplice. Dai il tuo nome al citofono ed entri», si legge ancora nelle intercettazioni. Un’altra ragazza, descrivendo i festini nella casa del Cavaliere, parla di «desolazione». «Sì, sì – prosegue – l’ho proprio conosciuto per bene. Mi ha presentato a tutti e mi ha dedicato anche una canzone…».

Gli elementi raccolti dai pm poi «fanno ritenere» che Nicole Minetti, in concorso con Emilio Fede e Lele Mora, «nonché in concorso con altri soggetti, abbia continuativamente svolto un’attività di induzione e favoreggiamento della prostituzione di soggetti maggiorenni e della minore» Karima “Ruby” el Mahroug, «individuando, selezionando, accompagnando» le ragazze nella villa di Berlusconi ad Arcore.

Ieri intanto il premier in un videomessaggio aveva parlato di “persecuzione giudiziaria” e rivelato unarelazione stabile con una persona, per ora rimasta sconosciuta, dopo la sua separazione da Veronica Lario, che mai avrebbe coinvolto nelle vicende riferite da «certi giornali». Berlusconi ha poi aggiunto che è «assurdo soltanto pensare che io abbia pagato per avere rapporti con una donna». Il premier ha anche accusato i pm di «intromissione nella vita privata» e rilanciato la riforma della giustizia.

«La Procura della Repubblica di Milano prosegue nel suo lavoro quotidiano, in piena serenità, nel saldo riferimento ai principi costituzionali dell’uguaglianza di tutti davanti alla legge, dell’obbligatorietà dell’azione penale, della presunzione di non colpevolezza», ha replicato oggi in una nota il procuratore della Repubblica di Milano Edmondo Bruti Liberati.

La Giunta per le autorizzazioni della Camera si riunirà mercoledì prossimo, 19 gennaio, per esaminare la richiesta dei magistrati di Milano per perquisire gli uffici del contabile di Silvio Berlusconi, Giuseppe Spinelli. «Nessuno mi ha anticipato» l’intenzione di sollevare questioni di competenza relativamente alla richiesta di autorizzazioni alle perquisizioni domiciliari nei confronti del presidente del Consiglio, in ogni caso «credo» che la Giunta debba dare una «risposta specifica» alla richiesta dei magistrati e in quel caso c’è possibilità anche del voto segreto, ha detto il presidente della Giunta per le Autorizzazioni della Camera Pierluigi Castegnetti. Nella commissione la maggioranza dispone di 11 voti contro i 10 delle opposizioni.

«Tecnicamente è stato inviato al presidente del Consiglio un invito a comparire e di questo si occuperanno gli avvocati, politicamente le opposizioni hanno consideato questo, invece, un invito a scomparire rivolto a Silvio Berlusconi e noi rispondiamo no all’invito a scomparire perché su questo si pronunceranno gli elettori nel 2013 e non sarà certamente questa sinistra ad invitarci a scomparire», ha detto il ministro della Giustizia, Angelino Alfano. Per quanto riguarda la decisione di presentarsi davanti ai pm, secondo Alfano «queste sono valutazioni che farà il presidente del Consiglio insieme ai suoi avvocati».

«Siamo arrivati al perfezionamento di un metodo che prevede che le carte non escano più dalle procure ma direttamente dal Parlamento. La mia impressione è che non interessino tanto il processo e la sentenza, quanto produrre un’abbondante documentazione, molto spesso frugando tra le intercettazioni telefoniche, per poter sputtanare a mezzo stampa una persona sulla sua vita privata», ha detto Gaetano Quagliariello, vicecapogruppo del Pdl al Senato, intervistato questa mattina da Radio Città Futura.

L’opposizione intanto attacca a testa bassa. «Un premier indagato per prostituzione minorile, beh non è certo il racconto di una vita avventurosa, di cui però non dovremmo saper niente perché c’è il diritto alla privacy». È quanto afferma Nichi Vendola, presidente di Sinistra Ecologia Libertà, in un’intervista a Radio 24. «Se nella privacy – prosegue il leader di Sel – vengono violate le leggi dello Stato, insomma se lo scandalo che ne deriva ha un tale eco anche a livello internazionale, credo che tutto ciò imporrebbe un atto di igiene politico istituzionale, un atto di decenza come le dimissioni del Presidente del Consiglio. E forse – conclude Vendola – a questo punto dell’avvelenamento e dell’inquinamento della storia italiana, occorrerebbe davvero andare di corsa alle elezioni anticipate».

l premier «è ricattabile, e questa brutta storia di Ruby lo conferma. Silvio Berlusconi mette in gioco la nostra sicurezza nazionale», ha detto il vicecapogruppo dei senatori del Pd, Luigi Zanda, in un’intervista a Repubblica.

«Berlusconi è un pericolo per la sicurezza nazionale e per le istituzioni del nostro Paese perché non può sapere da chi e da quanti può essere ricattato. Il Copasir provveda al più presto a promuovere ogni opportuno accertamento a garanzia della sicurezza del nostro Paese e della sua tenuta istituzionale». È quanto afferma in una nota il portavoce dell’Italia dei Valori, Leoluca Orlando.

«Il nostro auspicio è che il presidente del Consiglio metta tutta la responsabilità possibile su
questa vicenda e chiarisca quanto prima con i magistrati quel che è accaduto. Questo per il bene del Paese, perchè non possiamo ingessare l’Italia a discutere per mesi sulla vicenda Ruby», ha sostenuto il segretario dell’Udc Lorenzo Cesa, in un’intervista a Sky tg24.

(Tratto da Nuovo Quotidiano di Puglia)