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Roma, usura e riciclaggio, raffica di arresti, c’è anche un affiliato alla ‘ndrangheta di Crotone.DIA del Centro operativo di Roma in azione nella Capitale

Roma, usura e riciclaggio, raffica di arresti, c’è anche un affiliato alla ‘ndrangheta di Crotone.DIA  del Centro operativo di Roma in azione nella Capitale

Il Mattino, Martedì 26 Luglio 2016

Roma, usura e riciclaggio, raffica di arresti, c’è anche un affiliato alla ‘ndrangheta di Crotone

Dalle prime ore di oggi investigatori del Centro Operativo di Roma della Direzione Investigativa Antimafia (Dia) stanno eseguendo nella Capitale sedici provvedimenti di custodia cautelare in carcere e agli arresti domiciliari nei confronti dei presunti componenti di una organizzazione criminale dedita stabilmente nel territorio capitolino alla commissione di delitti di usura e riciclaggio. Le misure cautelari sono state disposte dal gip di Roma, su richiesta della Procura della Repubblica. Sono in corso anche numerose perquisizioni. Alla maggior parte degli indagati, sulla base delle indagini svolte dalla Dia, la magistratura contesta il reato di associazione per delinquere finalizzata all’usura e al riciclaggio. Tra gli arrestati vi è anche un pregiudicato legato alla cosca di ‘ndrangheta Grande Aracri di Cutro (Crotone).

Le indagini della Dia sono partite da un pensionato, Antonio D’Angeli, che realizzava consistenti operazioni immobiliari. Tramite lui, gli investigatori sono arrivati a quello che considerano il capo dell’organizzazione, Benedetto Giovanni Stranieri, ex maresciallo dei carabinieri e oggi avvocato, legale del boss di ‘ndragheta Nicolino Grande Aracri. Stranieri era già stato arrestato nel gennaio 2015 dalla Dia di Roma per concorso esterno in associazione mafiosa, su richiesta della Dda di Catanzaro nell’ambito dell’inchiesta Aemilia. Nel suo studio, Stranieri incontrava quasi tutti i giorni D’Angeli e un suo socio, Roberto Castroni, dando indicazioni e ordini circa le modalità dell’attività di usura e concordando gli interventi nei confronti dei debitori insolventi fra i quali politici e commercianti. Come esattori l’organizzazione si avvaleva anche di personaggi di spessore criminale che attraverso minacce e atteggiamenti intimidatori riuscivano ad ottenere la restituzione del debito da parte dei più riottosi.

Ci sono inoltre esponenti della banda della Magliana, due direttori di banca e i gestori di alcuni bar fra le persone coinvolte nell’operazione. Le indagini, condotte anche con intercettazioni telefoniche e ambientali, sono partite da un pensionato che aveva disponibilità economiche e conduceva operazioni immobiliari importanti. Gli investigatori sono risaliti fino ad individuare personaggi definiti «di notevole spessore criminale». I direttori di banca, secondo le indagini, agevolavano l’emissione di mutui senza alcuna garanzia nei confronti delle vittime, fra le quali politici e commercianti, per consentire all’organizzazione di recuperare i profitti illeciti, omettendo di segnalare le operazioni sospette poste in essere da alcuni degli indagati. Ai gestori di alcuni bar il compito di riciclare i proventi dell’attività attraverso la riscossione di titoli di credito degli usurati che venivano immediatamente sostituiti con denaro liquido.