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Roma, sentenze pilotate: anche Croppi e Venafro nella rete della cricca

Roma, sentenze pilotate: anche Croppi e Venafro nella rete della cricca

L’ex assessore comunale indagato per una frode. All’ex capo di gabinetto della Pisana consulenza da 72mila euro

07 febbraio 2018

di GIUSEPPE SCARPA E MARIA ELENA VINCENZI

Nella maxi indagine sulle sentenze pilotate al Consiglio di Stato spuntano anche i nomi di due esponenti della politica romana. Umberto Croppi, assessore ai tempi in cui era sindaco Gianni Alemanno e Maurizio Venafro, area Pd, ed ex capo di gabinetto del presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti.

I due hanno posizione totalmente diverse. Croppi, infatti, è accusato di associazione a delinquere finalizzata alle frode fiscale. Mentre Venafro è coinvolto nell’inchiesta ma non è indagato. E’ citato più volte per una consulenza anomala, così la indica la finanza nell’informativa finale, a favore della società Cosmec srl. Ed è proprio per una maxi evasione della Cosmec che è indagato Croppi. Per la procura di Roma, l’ex assessore alla comunicazione di Alemanno, non avrebbe versato all’erario 43 mila euro nel 2015.

Socio di Croppi, in questa società, è Fabrizio Centofanti. Imprenditore, altro nome di peso, all’interno della maxi inchiesta. Il ruolo di Croppi all’interno di questa società, sarebbe meramente formale. Un regalo di Centofanti che grazie ai rapporti di Croppi con certi ambienti poteva sviluppare tutta una serie di contatti. ” Attraverso la partecipazione ai convegni organizzati da Cosmec srl Roberto Centofanti ” con l’aiuto di Croppi, ” avrebbe potuto sviluppare un network di conoscenze in ambienti istituzionali e politici ” , scrivono le fiamme gialle nell’informativa finale.

Gli investigatori precisano infatti come l’ex assessore ” avesse un rapporto di subordinazione rispetto al Centofanti, con riguardo sia all’organizzazione che alla gestione dei meeting e dei convegni promossi dalla Cosmec srl”. E ancora, si legge nelle carte, confermando ” in tal senso un ruolo meramente formale di presidente ( Croppi, ndr) della Cosmec srl”.

La finanza, in una perquisizione del luglio del 2016, nella sede della società Energie Nuove a Roma ha messo invece le mani sul contratto di consulenza che era stato stipulato tra la Cosmec srl e Maurizio Venafro. Un anno di consulenza pagato 72mila euro dal maggio del 2015 all’aprile del 2016.

Per la finanza, in questo tipo di contratto, ci sarebbe qualche cosa che non va. Prima di tutto l’oggetto della consulenza è considerato estremamente generico. E in secondo luogo, scrive la finanza, ” emergeva sin da subito come l’attività del Venfaro” non riguardava la Cosmec ma in realtà la Energie Nuove nel campo mini micro idroelettrico ” . ” In conclusione – annotano le fiamme gialle – si ritiene che le fatture emesse dal Venafro in favore della Cosmec siano dirette a soddisfare un’esigenza aziendale della Energie Nuove ” per questo sono “da ritenersi soggettivamente inesistenti in quanto relative a prestazioni rese a favore di un soggetto economico diverso dal reale committente”.

Si difende dalle accuse della procura capitolina Umberto Croppi. ” Nel presente filone dell’inchiesta – sottolinea Croppi – non ritengo di avere nessun coinvolgimento e nulla, infatti, mi è stato notificato al riguardo “. L’ex assessore alla cultura sostiene di non essere “mai stato sentito dai giudici inquirenti ” e di essere “a completa disposizione per ogni chiarimento “.

fonte:http://roma.repubblica.it/