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Roma.I crimini di Mafia Capitale

Il caso, 7 maggio 2017 – 13:37

«Il Mondo di mezzo», se un film
racconta i crimini di Mafia Capitale

Nell’opera di Massimo Scaglione, uscita in questi giorni, i personaggi sono tutti alter ego dei protagonisti della vicenda di corruzione e malapolitica che ha scosso Roma 

di Redazione Roma 

Mafia Capitale, i politici corrotti, gli imprenditori senza scrupoli, i palazzinari disposti a tutto per fare soldi. E Roma che intanto muore di degrado e abbandono. Direttamente dalle cronache dei giornali agli schermi cinematografici: «Il Mondo di mezzo», film di Massimo Scaglione uscito in questi giorni, racconta tutto questo. E gli spettatori apprezzano: nei primi giorni di programmazione in tantissimi sono andati a vederlo. 

 

Gli spezzoni di eventi in Campidoglio

«Ero partito per fare tutto un altro film, poi quello che leggevo sui giornali e vedevo in tv mi ha preso al punto che ho sentito di dover cambiare rotta e buttarmi sulla realtà della città», racconta Scaglione. Nel film fatti e personaggi non sono assolutamente casuali: a partire dal corrotto capo di gabinetto del sindaco, Lucio Oldani interpretato da Massimo Bonetti e che è una sorta di alter ego di Luca Odevaine, recentemente condannato e che ha confessato di prendere 5 mila euro al mese da Salvatore Buzzi. Fra l’altro il regista inserisce nel film, fra le scene di fiction, spezzoni di eventi realmente accaduti in Comune, ai tempi di Veltroni e Rutelli: un materiale raro, una vetrina di promesse puntualmente non mantenute che risalgono ai tempi in cui Scaglione era, dal 1999 al 2003, responsabile dell’archivio audiovisivo dell’Ufficio Immagine e Comunicazione del Campidoglio. 

 

 

Il drone sulla Vela di Calatrava

Fra gli altri protagonisti Matteo Branciamore, che interpreta il costruttore Tommaso Mariotti, anima pura spinto dal padre intrallazzatore a diventare come lui e che finisce agli arresti domiciliari, abbandonato anche dalla moglie che aveva invece goduto del suo benessere. «Nell’ultimo giorno di lavorazione, il drone che riprendeva dall’alto la Vela di Calatrava si è schiantato proprio su questo monumento allo spreco e al degrado di Roma – racconta ancora il regista – Ci è sembrato un segno dei tempi, un messaggio certamente non di speranza nel futuro»