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Roma, Cafè de Paris: cade l’aggravante mafiosa e gli imputati vengono assolti per prescrizione

Il Corriere della Sera, 16 Ottobre 2020

Roma, Cafè de Paris: cade l’aggravante mafiosa e gli imputati vengono assolti per prescrizione

In primo grado, nel 2014, condanne per 40 anni nei confronti di persone ritenute affiliate a gruppi ndranghetisti entrati in possesso, per l’ accusa, anche del famoso bar

di Redazione Roma

Cade in appello l’accusa dell’aggravante dell’associazione di stampo mafioso al processo che riguardò anche il Café de Paris, lo storico locale della Dolce Vita su cui la criminalità organizzata si diceva avesse messo le mani. I giudici della III sezione penale hanno assolto e dichiarato l’intervenuta prescrizione per le 14 posizioni al loro esame.

In primo grado, nell’aprile del 2014, i giudici avevano inflitto condanne per un totale di 40 anni nei confronti di persone ritenute affiliate a gruppi ndranghetisti che erano entrati in possesso, secondo le accuse, di numerose attività commerciali tra cui il famoso bar di via Veneto. Assoluzione per prescrizione, tra gli altri, per Vincenzo Alvaro, la moglie Grazia Palamara e Damiano Villari.L’avvocato Fabrizio Gallo, che con i colleghi Matteo Cartolano e Tiziana Barillaro ha difeso la famiglia Alvaro, ha commentato: «L’operazione Café de Paris non era contro la `Ndrangheta, come hanno titolato i giornali di tutto il mondo. Oggi la Corte d’appello ha stabilito che i beni sequestrati, tra i quali il locale della Dolce Vita, non erano stati acquistati con soldi illeciti. L’assenza dell’aggravante mafiosa ha fatto crollare il resto per prescrizione».