Caponnetto in campo per far emergere complicità e responsabilità
nell’avvelenamento dei suoli tra Campania e Lazio
Si è aperto con l’annuncio dell’apertura di una nuova sede l’incontro del Consiglio Direttivo dell’Associazione Antimafia Antonino Caponnetto, tenutosi l’8 dicembre u.s.a Formia. La decisione deriva dalla necessità di rafforzare ancora di più l’attività nel Basso Lazio di un efficiente presidio di contrasto alle mafie su un territorio a fortissima presenza mafiosa.
Nonostante la festività dell’Immacolata, i componenti del Direttivo hanno dato vita, nei locali dell’Arci, ad un fitto dibattito sui diversi argomenti all’ordine del giorno. Tema centrale, così come preannunciato dal segretario generale Elvio Di Cesare, le iniziative in corso e quelle da assumere dopo le rivelazioni bomba del pentito Carmine Schiavone, e di altri collaboratori, sull’eccidio in atto nella Terra dei Fuochi a causa degli sversamenti di rifiuti tossici e radioattivi su cui hanno chiuso gli occhi per anni le istituzioni. «Prim’ancora che si affronti il non meno delicato e rischioso tema delle necessarie bonifiche – ha esordito Di Cesare – è necessario individuare una per una le identità dei responsabili di un insabbiamento non meno delittuoso, quello che ha consentito ai criminali di avvelenare le terre e i campi del Sud grazie ad una rete di connivenze che, a quanto pare, non escludono alcun pezzo dello Stato».
Sulle attività in corso ha fatto il punto Patrizia Menanno, che ha ricordato come la Caponnetto stia partecipando regolarmente alle udienze nei processi contro la camorra che già vedono costituita la Caponnetto fra le parti civili. Il rinnovato invito ad una ricognizione sugli altri procedimenti aperti contro le attività mafiose nelle regioni del centro sud è arrivato dal vicesegretario Antonio Moccia, che insieme alla Menanno ha assicurato il proprio impegno per richiedere alle Dda di competenza la mappa dei giudizi aperti o in fase iniziale. «Solo attivando ulteriori costituzioni di parte civile – è il ragionamento di Moccia – potremo avere fra l’altro l’accesso agli atti,che studieremo attentamente al fine di offrire il nostro contributo concreto allo svolgimento dei processi».
Un tema, questo, che ha ricevuto l’unanime condivisione del Direttivo. Più articolato e per certi versi sofferto, invece, il confronto sulle strategie da adottare per affrontare la questione centrale, quella sulla emersione delle responsabilità e complicità diffuse che hanno portato all’elevato livello di mortalità per cancro nelle zone tra Campania e basso Lazio. Se per il sindaco di Pastena Arturo Gnesi una strada potrebbe essere quella di allestire percorsi itineranti dell’associazione lungo le strade “dei fuochi”, per incontri con le scuole, le forze dell’ordine e in generale le istituzioni locali, al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica a collaborare, per Andrea Cinquegrani, direttore de La Voce delle Voci, sarebbe piuttosto necessario andare al cuore del problema, esaminando in concreto l’ipotesi di una denuncia alla Corte penale de L’Aja per crimini contro l’umanità. Proposta accolta dal Direttivo, ferma restando la necessità di adeguate informazioni e supporti di professionisti qualificati per valutare la effettiva percorribilità di questa strada.
A livello locale, intanto, si fa sempre più sentita l’esigenza di istituire gli Osservatori contro la criminalità organizzata, comune per comune, come già sta avvenendo a Formia. E proprio sull’Osservatorio formiano il dibattito si è soffermato sulle modalità di adesione dei componenti ma, soprattutto, sulla possibilità di avere in ogni Osservatorio rappresentanti della Prefettura, di Polizia e Carabinieri e della Guardia Forestale. L’occasione è stata opportuna per ricordare quanto affermato dal generale Sergio Costa della Forestale durante il convegno organizzato il 12 ottobre scorso dalla Caponnetto a Formia, circa l’esistenza in capo al suo reparto di apparecchiature in grado di individuare i tombamenti di rifiuti tossici senza
effettuare scavi. Altro argomento sul quale il Direttivo ha manifestato l’intenzione di un approfondimento adeguato e attività conseguenziali.
E sempre a proposito del convegno di Formia, il segretario Di Cesare ha informato il direttivo sul buon esito della petizione sottoscritta dai partecipanti a quell’incontro. «Abbiamo avviato le procedure – ha detto il segretario – per mettere sotto accusa le autorità italiane davanti alla Comunità Europea ed abbiamo registrato la prima vittoria: la Camera dei Deputati ci ha comunicato ufficialmente di aver assegnato all’VIII Commissione (Ambiente) l’esame della nostra petizione con la quale abbiamo chiesto l’istituzione di una Commissione d’inchiesta per individuare le responsabilità nella drammatica vicenda dell’avvelenamento da parte della camorra di vasti territori del Paese». Iniziata la prima fase della procedura, «a breve partirà la richiesta alla Comunità Europea di aprire quella definitiva a carico dei governanti italiani vecchi e nuovi».
Oltre al segretario, a Patrizia Menanno, Arturo Gnesi, Antonio Moccia ed Andrea Cinquegrani, all’incontro dell’8 dicembre hanno preso parte Andrea Cannavale, Paolo Costa, Maurizio Carocci ed Enzo Trani.
Formia, 8 dicembre 2013
Associazione Antimafia Antonino Caponnetto
L’ufficio stampa
Rita Pennarola