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Rinascita Scott, Mantella: ”Il boss De Stefano si spostava in ambulanza”

Rinascita Scott, Mantella: ”Il boss De Stefano si spostava in ambulanza”

AMDuemila 14 Maggio 2021

Viaggiava a bordo di un’ambulanza Giuseppe De Stefano, boss dell’omonima cosca di Reggio Calabria, quando doveva tornare a Reggio nel periodo in cui trascorse la sua latitanza sulla costa vibonese. Il mezzo veniva messo a disposizione dalle stesse cosche di Vibo insieme a due uomini armati e con la “scorta” di una vettura con altri due uomini armati. A raccontarlo è stato il collaboratore di giustizia Andrea Mantella, 49 anni – ex braccio armato della cosca Lo Bianco-Barba di Vibo e poi a capo di un gruppo autonomo – durante la propria deposizione nel processo Rinascita Scott, in corso a Lamezia Terme. De Stefano sarebbe stato ospite della cosca Bonavora di Sant’Onofrio all’interno del resort degli imprenditori Stillitani. “Vincenzino Fruci – ha detto Mantella – vigilava che non ci fosse niente fuori posto“. Fruci non è imputato in Rinascita Scott ma è imputato nel processo, in fase preliminare, “Imponimento” ed è considerato al vertice del sodalizio Anello-Fruci. Mantella ha raccontato di essere stato testimone diretto della presenza di De Stefano. “Io ero lì con i Bonavota – ha spiegato alla Corte – una volta andammo a ‘Pianeta casa’ a prendere delle biciclette perché De Stefano doveva fare delle passeggiate con la sua famiglia“. Mantella ha poi riferito che c’erano agenzie funebri a disposizione delle cosche, pronte a dividere il lucroso affare del caro estinto a Vibo Valentia con le famiglie di ‘Ndrangheta. “Erano tre”, ha detto Mantella, le ditte in rapporti con i clan. “I fratelli Curello – ha detto – erano legatissimi a Saverio Razionale e Gregorio Gasparro alias ‘U Ruzzu u gattu’. Erano funzionali alle necessità dei Bonavota e anche dei Piscopisani. In realtà l’azienda dei Curello era cosa di Razionale e Gasparro“. Altra ditta era quella dei fratelli Baldo “che operavano in piazza San Leoluca a Vibo Valentia erano legati ai Fiare‘”. Poi c’era la ditta di Orazio Lo Bianco Rosario Pugliese alias “Cassarola”. Il grosso degli affari per le imprese di pompe funebri arrivava dall’obitorio dell’ospedale dove stava un soggetto “che stava addosso ai morti come un avvoltoio” e che veniva pagato dalle ditte. Mantella ha raccontato che le tre ditte facevano a turno: una settimana i morti li prendeva una ditta e la settimana dopo un’altra. Mantella ha anche sostenuto che per spostarsi evitando di essere fermato, utilizzava le ambulanze dei Curello e che gli stessi mezzi sarebbe stati usati per “fare qualche passaggio di droga“.
Nel corso della deposizione, rispondendo alle domande della pm Annamaria Frustaci, Mantella ha anche riferito del sequestro del dentista vibonese Giancarlo Conocchiella, rapito nel 1991, a Briatico. Il collaboratore ha sostenuto che a rapire Conocchiella fu Nicola Candela che poi venne ucciso da Peppone Accorinti, punito “perché nessuno aveva autorizzato il sequestro“. Il sequestro non fu lampo, ha aggiunto il collaboratore “perché i parenti di Conocchiella non aderirono subito alle richieste“. Mantella ha riferito di avere saputo del sequestro da Saverio Razionale nel carcere di Paola. E Razionale gli avrebbe riferito di una riunione in un laboratorio di marmi di proprietà dello stesso Razionale tra il suocero di Conocchiella, Marcellini, il maresciallo Stranges, Razionale e Giuseppe Mancuso alias ‘Mbrogghia. In quella occasione sarebbe stata portata una valigetta con un miliardo delle vecchie lire. I boss presero l’impegno di fare liberare Conocchiella, cosa che poi non avvenne perché l’uomo venne ucciso. Razionale e Mancuso chiesero ad Accorinti di risolvere la questione poiché Candela era un fedelissimo del boss di Zungri. “Candela – ha riferito Mantella – ebbe una doppia punizione: aveva fatto un sequestro non autorizzato e poi perché, messo sotto torchio negava le sue responsabilità“. Candela venne interrogato per sapere dov’era Conocchiella, poi venne ucciso. Mantella, nel 2006, è stato in carcere con Antonio Pititto, un macellaio di Cessaniti accusato del sequestro Conocchiella. Mantella ha riferito da avere saputo da lui che il dentista venne rapito a scopo estorsivo e che i rapitori pensavano fosse un sequestro lampo.

Fonte:https://www.antimafiaduemila.com/home/mafie-news/261-cronaca/83787-usura-confisca-da-3-5-mln-di-euro-a-due-fratelli-a-palermo.html