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Riforma Csm, l’Anm rinvia la decisione sullo sciopero. Ma proclama una “notte bianca” e campagne nei tribunali contro l’approvazione

Riforma Csm, l’Anm rinvia la decisione sullo sciopero. Ma proclama una “notte bianca” e campagne nei tribunali contro l’approvazione

Il Comitato direttivo centrale – il “parlamentino” del sindacato delle toghe – ha approvato il documento proposto dalla Giunta esecutiva affidando all’Assemblea degli iscritti, convocata per il prossimo 30 aprile, il compito “di deliberare su ogni efficace forma di protesta, ivi compresa la proclamazione di una giornata di astensione dall’attività giudiziaria”. Intanto rischiano di slittare le votazioni sul testo alla Camera: manca il parere della Commissione Bilancio

di F. Q. | 20 APRILE 2022

Niente sciopero dei magistrati, almeno per ora. Dopo la conferenza stampa convocata per manifestare contrarietà alla riforma del Csm e dell’ordinamento giudiziario, il Comitato direttivo centrale dell’Anm – il “parlamentino” del sindacato delle toghe – ha approvato a maggioranza il documento proposto dalla Giunta esecutiva affidando all’Assemblea degli iscritti, convocata per il prossimo 30 aprile e a cui verranno invitati “i responsabili Giustizia dei vari partiti politici”, il compito “di deliberare su ogni efficace forma di protesta, ivi compresa la proclamazione di una giornata di astensione dall’attività giudiziaria”. Nel frattempo l’Anm indice “la “Notte Bianca sulla riforma dell’ordinamento giudiziario””, invitando le sezioni locali “a organizzare, negli uffici giudiziari capoluogo di distretto, eventi serali di informazione e dibattito con avvocati, giornalisti, esponenti dell’accademia e della società civile. E incoraggia “gli uffici giudiziari a predisporre comunicati da diffondere agli organi di stampa, documenti da leggere in apertura delle udienze e manifesti da affiggere sulle porte delle aule e degli altri locali aperti al pubblico”. Data per certa l’approvazione alla Camera, insomma, l’obiettivo – come ha detto il presidente Giuseppe Santalucia – è scongiurare l’ok nello stesso testo anche al Senato.

Nel documento si conferma il parere critico sul testo: secondo il sindacato, la riforma “esaspera la competizione fra i colleghi e lascia immutati gli ambiti di amplissima discrezionalità” del Consiglio superiore della magistrature nell’ambito delle nomine, “che si prestano a quelle distorsioni per logiche di potere e di appartenenza correntizia del recente passato”. Con il fascicolo per la valutazione che raccoglie le statistiche sulla conferma delle sentenze e l’accoglimento delle richieste cautelari, in particolare, si trasformano “i magistrati in burocrati, piegandoli a forme di conformismo giudiziario e di soggezione ai capi degli uffici, mortificando la vitalità dell’interpretazione normativa che deve sapersi adeguare all’evolversi della società e alle istanze di tutela dei cittadini e non allinearsi pedissequamente a quella dei giudici dei gradi superiori”. Mentre con il limite a un solo passaggio di funzione tra pm e giudice (o viceversa) “si sopprime la fisiologica osmosi di esperienze che sarebbe prezioso custodire e preservare, si allontana il pubblico ministero dalla cultura della giurisdizione, ravvisando nel cambio di funzioni una esperienza patologica, da isolare e presto rimuovere, nella carriera del magistrato”.

Intanto a Montecitorio l’esame della proposta di legge rischia di slittare per la mancanza del parere della Commissione Bilancio: le votazioni avrebbero dovuto iniziare mercoledì alle 16, per raggiungere l’obiettivo fissato dalla ministra della Giustizia Marta Cartabia di arrivare all’approvazione entro giovedì, ma è probabile che il documento non arriverà in tempo. Alla fine gli emendamenti depositati in Aula sono stati meno del previsto: la maggior parte dei partiti di maggioranza (M5S, Pd, Forza Italia, Coraggio Italia, Azione e Leu) hanno rinunciato a proporne. In totale se ne dovranno discutere e votare circa 250, di cui circa 170 provenienti dai partiti di opposizione (Fratelli d’Italia e Alternativa) e 55 da Italia Vivache ha già annunciato per bocca di Matteo Renzi l’astensione sul voto finale. La Lega invece ne ha presentati tre, che ripropongono i temi dei referendum sulla giustizia: separazione delle carriere, responsabilità civile diretta e limiti alle misure cautelari. Il Movimento 5 Stelle ha rinunciato a proporre di riportare almeno a due i passaggi di funzioni giudice/pm, ma ha annunciato l’astensione su quella parte del testo (articolo 12).

fonte:https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/04/20/riforma-csm-lanm-rinvia-la-decisione-sullo-sciopero-ma-proclama-una-notte-bianca-e-campagne-nei-tribunali-contro-lapprovazione/6564867/