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Ricomincia la saga dell’ipocrisia.

E’ proprio vero:
il primo a mandare una corona di fiori è il mandante dell’assassinio.
Che pena.
Ricomincia lo sconcio.
E lo strazio.
La saga dell’ipocrisia.
Tutto lo schieramento degli eredi degli autori morali e politici dell’assassinio di Paolo Borsellino è in fila per commemorarne la figura.
Come sarebbe dignitoso se tacessero e ne esaltassero la memoria con gli atti, con l’azione e non solo con le chiacchiere ipocrite!
Questo modo festaiolo e parolaio di commemorare chi ha combattuto – e morto- contro le mafie è quanto di più disgustoso, offensivo e diseducativo possa esistere al mondo.
Si specula sui morti e non si ha il coraggio di dire CHI sono i responsabili di quegli assassini, i mandanti, oltre che gli esecutori.
E’ diventata una litania, mentre il Paese, sempre più nelle mani delle mafie, precipita, la corruzione dilaga inarrestabile, gli apparati dello Stato sono a pezzi e non funzionano, non si indaga e non si colpiscono le vere mafie – quelle politiche e che stanno nelle istituzioni- e ci si limita a contrastarne – seppure – il livello più basso, quello militare, che è il meno insidioso.
Anziché speculare sulla morte di questi servitori dello Stato che
taluni vostri riferimenti politici hanno fatto uccidere, dedicatevi
ad individuare e denunciare a voce alta i mali che hanno impedito
ed impediscono di avviare in Italia una vera azione contro le
mafie.
In tal modo si renderebbe onore veramente alla memoria di
Borsellino e di quanti altri sono caduti per combattere i
mafiosi!!!