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Riciclaggio, Mokbel, la rete di protezione…

Le soffiate sull’inchiesta: «Sei indagato insieme a persone grosse»

ROMA (7 marzo) – Non c’era solo la criminalità organizzata, il riciclaggio di milioni e il traffico di diamante, nella rutilante carriera criminale di Gennaro Mokbel. Ma anche la protezione di due “angeli custodi” di eccezione: due agenti di polizia che venivano stipendiati mensilmente per fargli da autisti. E’ quello che emerge dalle nuove carte dell’inchiesta sulla maxifrode di Sparkle e Fastweb, che sono state depositate nei giorni scorsi. Uno di loro era in servizio al commissariato Vescovio, l’altro al servizio scorte.

Le forze dell’ordine. C’è un intero capitolo dedicato ai rapporti tra l’organizzazione e le forze dell’ordine. Perché Gennaro Mokbel, considerato la mente dell’organizzazione, aveva notizie sulle indagini in corso che lo riguardavano. Oltre a Luca Berriola, il maggiore della Finanza che secondo uno degli indagati puntava al rientro dall’estero di un capitale di 8 milioni di euro, c’è il ruolo di Fabrizio Magi, in servizio presso la Direzione investigativa Antimafia di Roma e finito in manette: avrebbe fatto pressioni sul socio di Mokbel per ottenere denaro. Poi ci sono i due agenti, Fabrizio Soprano e Mirko Pontelini «pagati mensilmente dall’organizzazione per svolgere l’attività di autisti a Gennaro Mokbel e di vigilanza in una gioielleria» dei Parioli, in via Chelini, riconducibile allo stesso indagato. Secondo gli accertamenti i due poliziotti sono stati utilizzati anche per effettuare un viaggio a Milano dove l’organizzazione ha incontrato il finanziere svizzero Paolo Prinzi. E i sospetti si addensano anche su Rino Di Carlo, maresciallo della Finanza in servizio presso il nucleo Tributario di Roma. Al di là delle responsabilità un fatto è chiaro. Dalle intercettazioni ambientali salta fuori che l’organizzazione era informata di tutto. Il 20 luglio 2007, Mokbel dice al suo socio: «No a te t’hanno stralciato…perché ci…siamo delle persone molto grosse». E qualche giorno dopo: «Ce stanno cinquantacinque indagati…sessantadue utenze sotto controllo, compresa quella di mia suocera e del gioielliere». Così venivano attivate false utenze, una intestata anche a “Paolino Paperino”.

Criminalità organizzata: «Il problema della Germania è che per metà sono calabresi…e sono tutti parenti dei figli… della famiglia. Per cui tocca fare un accordo». E’ il 14 marzo 2008, quando Mokbel parla al telefono con l’oramai ex senatore Nicola Di Girolamo. Eletto nel collegio Europa con schede mai votate ma compilate e fotografate nel consolato italiano di Bruxelles. Avrebbe contato sul clan della ‘ndrangheta Arena. Agli atti dell’inchiesta anche l’intercettazione dell’imprenditore calabrese Franco Pugliese vicino ai clan con l’elenco delle persone che sarebbero andate in Germania a votare.

I rapporti con la politica. Nella candidatura di Di Girolamo nelle fila del Pdl, secondo gli inquirenti, avrebbe avuto un ruolo fondamentale il deputato di An Marco Zacchera, raggiunto attraverso la mediazione di Stefano Andrini. Ed è lo stesso Andrini a riferire a Di Girolamo che Fini ha sciolto subito la riserva su di lui «Questo per me è il migliore candidato che c’abbiamo» avrebbe detto Fini. Dopo l’elezione però Mokbel è irritato con Di Girolamo che non si è congratulato con i suoi collaboratori per il successo: «Io la gente mia non l’accanno mai – gli dice – io oggi potevo essere senatore, sono andato a discutere con Fabio Tajani per Fabio Arigoni e a piscià Gianni Sammarco per l’orco (Sergio Placidi ndr)».

Il progetto. Nel 2007 Mokbel, vicino all’estrema destra, è in piena attività per organizzare di un nuovo soggetto politico: l’alleanza federalista. Il 5 giugno sarà inaugurata la sede di viale Parioli e Mokbel ha invitato Lando Buzzanca. Della presenza dell’attore non c’è alcun riscontro agli atti dell’indagine. Ma, mentre il capo prepara, i suoi collaboratori sono a un comizio e aspettano l’arrivo di Berlusconi sul palco. Secondo le parole di Mokbel il «partito è praticamente una richiesta fatta da Brancher» (deputato delle Lega ndr) «il braccio destro di Berlusconi e Tremonti».

Intanto, merito alle dichiarazioni degli indagati a proposito degli incontri avvenuti in Finmeccanica, i vertici dell’azienda smentiscono che componenti dell’organizzazione, finita sott’inchiesta, siano mai stati ricevuti nella sede di Finmeccanica.

Valentina Errante

(Tratto da Il Messaggero)