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Riceviamo questa nota dal carissimo Gennaro Ciliberto e non abbiamo vergogna di confessare che, oltre lasciarci l’amaro in bocca, la sua lettura ci ha inumidito gli occhi, strappandoci quasi le lacrime. Abbiamo conosciuto Gennaro da vicino e gli siamo stati, per quello che abbiamo potuto, vicini e vorremmo continuare ad esserlo fino alla fine dei nostri giorni perché di persone così ricche di valori positivi è difficilissimo, se non impossibile trovarne. Gennaro viene da una posizione di agiatezza, una posizione che egli ha deciso di lasciare nel momento in cui si è trovato davanti ad un bivio vedendo delle cose brutte che rischiavano, fra l’altro, di causare vittime umaneSorpresa far finta di non vedere e tacere, o, da cittadino con la C maiuscola, denunciare. Ha scelto quest’ultima strada ed ha denunciato. Pagando amaramente con la perdita del posto di lavoro e, prima di tutto, perdendo la famiglia. Gennaro ha vissuto 3 anni da latitante, vivendo quasi di carità, lontano dalla sua terra e cambiando in continuazione luogo del suo domicilio con il fine di sfuggire alle eventuali vendette di chi egli ha denunciato. Sulle gravi cose che egli ha denunciato stanno indagando oltre 10 Procure della Repubblica d’Italia, dalle più grandi ed importanti alle più piccole e di periferia. Egli, al pari dei Testimoni e dei Collaboratori di Giustizia, avrebbe avuto diritto per legge ad essere inserito in un programma di protezione da parte dello Stato. Avrebbe avuto diritto ad un’assistenza economica e ad una scorta. Non ha avuto nè l’una nè l’altra. Abbiamo scritto al Capo dello Stato, ai Ministri dell’Interno e della Giustizia, ai Procuratori e non abbiamo ricevuto da nessuno di questi un rigo di risposta. Niente. Silenzio di tomba. Lo Stato è stato nei suoi confronti latitante ed ingrato. Dovrebbe, perciò, vergognarsi e chiedere pubblicamente scusa a Gennaro. Sicuramente non lo farà, ma sappia sin d’ora che se, come conseguenza di tale suo comportamento omissivo, dovesse succedere qualcosa di spiacevole al caro Gennaro, non smetteremmo per anni di svergognarlo nel Paese senza un attimo di tregua e fino all’ultimo dei nostri giorni. Ecco, qui di seguito, la lettera di Gennaro:

Sono appena tre giorni che ho deciso di ritornare a vivere, solo tre giorni, e oggi che e’ lunedi inizio la mia settimana con forza e coraggio, senza piu’ pensare a cosa mi potrebbe accadere, ho vissuto tre anni di paure, certo non si cancellano in una notte, ma si puo’ incominciare a costruire un futuro lontano dagli uncubi, dalle ossesioni, e le paure… quegli incubi fatti di attese e di silenzi, di promesse e di attese, di paure a volte eccessive, e trasmesse per il solo scopo di distruggere una mente, e del continuo pensare a situazioni negative, voglio pero’ ringraziarrvi di tutto e per tutto il sostegno morale che avete mi avete trasmesso, in questi 36 mesi duri ed oscuri, voglio anche esservi garti e quanto prima mi dissoblighero’ con voi, come solo un amico sa fare, sarete mie ospiti, oggi credo in cio’ che ho fatto, ma mi resta l amaro in bocca, quasi non e’ servito a nulla, o meglio nulla e’ cambiato nel modus operandi degli appalti pubblici autostradali. Oggi in molti media mi cercano, ma io non voglio essere un celebre negativo uomo, non bastano 10 minuti di diretta per placare il mio dolore e rabbia, ne un articolo di un giornale per risvegliare le coscienze di chi e’ muto e indifferente, ed io ringrazio la categoria dei giornalisti, ma dico stop.
Con Voi amici veri, Resteremo sempre in contatto ma non per situazioni che mi vedrebbero alla lotta contro la criminalita’, e non perche’ la mia sia una resa oppure un abbandono, e solo una questione di necessita’, io ho gia’ dato e credo anche di portare i segni indelebili della mia battaglia per tutta la vita. Oggi il mio impegno sara’ nell aiutare i piu’ deboli, perche’ di loro comprendo la sofferenza e nel mio piccolo voglio alleviare le loro pene quotidiane, in me e’ avvenuta una trasformazione e devo ringraziare anche voi se ho potuto resistere sino ad oggi. Per mia volonta’ non posso piu’ partecipare ad alcun convegno, riunione o altro, spero che comprendiate il mio stato, il mio impegno, le mie energie le devo dare a mia figlia Martina ed al piccolo ometto che nascera’ tra 4 mesi, nella mia vita ho girato sempre a 300 all ora e ho sempre raggiunto i miei obbiettivi, sacrificando sempre la famiglia, anche in questo ho perso perche’ la famiglia l’ho distrutta denunciando il crimine, ma non recrimino nulla, è servito a salvare vite umane. Vero, sono malato di diabete, ma devo lavorare e vivere, qualsiasi lavoro e senza dovermi nascondere o fuggire per tutta Italia, e’ pèer questo che sono rientrato in localia’ di origine, infatti per fuggire da chi mi inseguiva e minacciava ho dilapidato piu’ di 40 mila euro in tre anni vendendomi tutto, non ho visto crescere ia figlia e mi sono ammalato, se solo avessi deciso o meglio non ascoltato i consigli degli autorevoli magistrati e delle.
Ecco l forze dell ordine forse oggi sarei in condizioni diverse oppure sarei morto!!!, ma certo non avrei sofferto come un cane, vedete, amici miei, la gente si uccide perche’ ormai e’ esausta e l indifferenza e’ complice… siete e sarete sempre nel mio cuore, vi voglio bene e vi stimo per il vs impegno forza e coraggio sono le vs virtu’. con affetto Ciliberto Gennaro
— Napoli 20 Maggio 2013
CILIBERTO GENNARO