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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO A PROPOSITO DEL PROCESSO SULLA BORSA DEL MANAGER DELLE F. S. LORENZO NECCI. ASSOLTO GIORGIO PAOLINI.

Il Tribunale di Fasano in composizione monocratica ha pronunciato ieri l’assoluzione dell’imprenditore frusinate Giorgio Paolini dall’accusa di furto aggravato. La formula assolutoria non lascia adito ad alcun dubbio: il fatto non sussiste! Paolini era accusato di aver sottratto, subito dopo il decesso dell’ex manager di Stato Lorenzo Necci in un incidente stradale, dalla borsa che costui deteneva nella stanza dell’albergo che lo ospitava per un periodo di vacanza, documenti di rilevante importanza. La vicenda processuale conclusasi ieri scaturiva dalle affermazioni dei familiari di Necci, a dire dei quali nella borsa da lavoro che teneva costantemente con sé, il manager custodiva documentazione afferente ai diritti di proprietà di non meglio indicati beni immobili e di fantomatiche società. Nel corso delle loro audizioni, gli stessi congiunti di Necci parlavano di documentazioni riservate concernenti la sicurezza dello Stato di provenienza dai servizi segreti di diverse nazioni. Nulla di tutto ciò. Il magistrato decidente ha accertato l’infondatezza di tutte le fantasiose ricostruzioni fondate su presupposti di natura ipotetica, congetturale.
Nessuno, mai, infatti, è stato in grado di descrivere natura e tipologia della documentazione supposta esistente.
Paolini, appresa la notizia del gravissimo incidente occorso al suo fraterno amico Lorenzo Necci in terra di Puglia, si era precipitato nell’estate del 2008 nella località marina nella quale Necci trascorreva un periodo di vacanze con la sua compagna, l’avvocato Paola Balducci, nota professionista romana ed ex parlamentare dei Verdi. In quel frangente aveva recuperato gli effetti personali di Lorenzo Necci assieme al nipote di costui restituendo, appena un giorno dopo, il tutto alla famiglia Necci. Da qui una serie di ipotesi del tutto infondate circa l’esistenza di documenti e la sottrazione di essi da parte del Paolini. Oggi la decisione finale che travolge ipotesi, supposizioni e congetture rimaste prive di qualsiasi riscontro fattuale.
L’Avvocato Giancarlo Pittelli, difensore di Giorgio Paolini, ha dichiarato: “Si conclude una vicenda kafkiana, originata dalle fantasie di quanti hanno tentato di speculare sulla morte di Lorenzo Necci. Queste fantasie hanno determinato per Giorgio Paolini, a parte la sofferenza e la mortificazione del processo, danni ingenti sul piano dell’immagine e dell’onorabilità oltre che sul piano imprenditoriale. La storia ha dell’incredibile: l’ipotesi d’accusa riposava solo ed esclusivamente sulle congetture dei familiari di Lorenzo Necci, in ordine al fantomatico contenuto di una borsa da lavoro!  La vicenda ha occupato le cronache giornalistiche italiane ed è stata oggetto di esercitazioni letterarie dell’ex ministro Paolo Cirino Pomicino. Alla luce dell’esito del processo valuteremo con il Dr. Paolini eventuali azioni legali nei confronti di quanti hanno inteso proporre nei suoi confronti gravi calunnie”. “Il verdetto avrà pesanti ripercussioni sulle cause civili milionarie instaurate dalla famiglia Necci contro Paolini e le sue società, assistiti dall’avv. Fabrizio Faustini, poggiando queste sul presupposto, oggi smontato, di una qualche responsabilità del Paolini in relazione alla sottrazione del contenuto della borsa di Necci. Inoltre, consapevole della sua piena estraneità ai fatti, Paolini da tempo ha instaurato procedimenti civili e penali, con il patrocinio dell’avv. Fabrizio Faustini, lamentando il carattere diffamatorio di un servizio trasmesso dalla Rai, che raggiunse una grande diffusione, dal titolo “il mistero della borsa di Necci” nel quale veniva completamente stravolta la sua immagine e gravemente leso il suo onore, con enormi conseguenze di carattere economico alle sue imprese.

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