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Replica agli amministratori di Tarquinia

COMUNICATO STAMPA

Una polemica ingiusta e senza senso, quella promossa da esponenti dell’Amministrazione Comunale di Tarquinia, ai danni del nostro V. Presidente regionale Luigi Daga.

Una polemica di cui, peraltro, noi siamo state vittime già in altre occasioni durante le quali abbiamo ritenuto di richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica e delle Istituzioni sul fenomeno del radicamento mafioso sul territorio di Civitavecchia e del viterbese.

Un radicamento accertato da indagini delle forze dell’ordine e della Magistratura e denunciato ripetutamente nelle relazioni redatte dalla Direzione Nazionale Antimafia negli anni trascorsi.

Ciò avrebbe dovuto indurre le Istituzioni locali ad un’accurata vigilanza su tutte le operazioni economiche, insediamenti anagrafici, investimenti di capitali, provenienti da aree geografiche diverse e, soprattutto, da quelle in cui le mafie sono storicamente insediate: Sicilia, Calabria, Campania e da tutto il sud del Paese più in generale.

Con i nostri comunicati e relazioni non abbiamo mai ritenuto di dar vita a fenomeni di generalizzazione ai danni di chicchessia, convinti come siamo del fatto che la provenienza geografica dei soggetti non sia di per sé uno dei presupposti per attribuire a tizio o caio un’etichetta di malavitoso.

Ciò, però, non ci può far derogare dal nostro dovere di tener alto il livello di attenzione soprattutto allorquando ci troviamo in presenza di attori che provengono da aree del Paese fortemente inquinate dalle organizzazioni criminali.

Un’attenzione che di certo non può scemare, considerate le carenze della nostra legislazione antimafia, anche in casi in cui le certificazioni acquisite facciano ritenere che tutto è conforme a quanto prescritto dalle leggi vigenti.

Non a caso abbiamo fatto riferimento a quanto è stato disposto dalla Giunta regionale del Piemonte in queste ultime settimane in ordine alla stipula con la Direzione Investigativa Antimafia di una convenzione che prevede, da parte di quest’ultima, l’acquisizione e l’esame, prima dell’affidamento dei lavori, degli elenchi di tutte le opere da realizzare.

Una decisione, quella della Regione Piemonte, che dovrebbe essere assunta da ogni Amministrazione- sia essa regionale, provinciale o comunale – che voglia seriamente evitare che le mafie si approprino dell’economia dei nostri territori, espellendo, come sta avvenendo in tutto il Lazio, le nostre imprese.

Stupisce, pertanto, il contenuto delle dichiarazioni che sarebbero state rilasciate agli organi della stampa locale da esponenti di istituzioni locali in relazione all’azione di estrema vigilanza svolta dai dirigenti di questa Associazione antimafia.

Un’Associazione antimafia seria come la nostra ha il DOVERE di assolvere costantemente al suo ruolo di “SENTINELLA SUL TERRITORIO”, a difesa degli interessi della collettività.

IL PRESIDENTE REGIONALE
Dr. Elvio Di Cesare