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Rende “sciolta” per mafia: cronistoria di un disastro nello “stato libero” di Marcello Mazzetta

Da Iacchite -29 Giugno 2023

Era l’alba del 2 ottobre 2022. La notte era passata e stavolta le ore non erano state piccole come il giovedì precedente tra pasticcini al Comune, trenini e birre all’Oktberfest e compagnia cantante. Dal 2 ottobre il nuovo nemico di Marcello Mazzetta è un prefetto. Si chiama Antonio Reppucci e ha ricevuto l’incarico di guidare la Commissione di accesso antimafia al Comune di Rende dalla Prefettura di Cosenza. Il primo approccio è stato decisamente rocambolesco e burrascoso. Dopo i fumi dell’alcol, appena qualche ora e il cerchio magico di Manna era ritornato subito alla triste realtà e aveva appreso all’alba direttamente da Iacchite’ (e la circostanza lo ha fatto diventare paonazzo non per la birra ma per la rabbia…) che da Roma qualcuno finalmente s’è accorto che al Comune di Rende va messo urgentemente un tappo.

Apriti cielo: l’uomo che sussurra alle mazzette ha ordinato l’immediata occupazione del Comune e una urgentissima riunione di giunta con la sorella di Ariosto, Franchino De Rango detto il voltagabbana, Lisetta la figlia di Sorrentino, Ziccarelli il cugino fallito, Marta la moglie di Piperno e Totera l’uomo di Capu i Liuni. Capirai le decisioni di somma urgenza. Fatto sta che Reppucci va in Comune e i dipendenti con la testa sulle spalle raccontano che si è sentito dire che il sindaco era in riunione di giunta con la sua corte dei miracoli, poi alza la voce e incontra un Manna che sembra morso dalla tarantola, altro che trenino… Una sorta di sfida al rappresentante del governo, che come minimo si sarà indispettito.

Il mazzettaro, quindi, ha atteso con pazienza che qualcuno desse notizia della sua ennesima “sparata” da quaquaraquà all’ultima spiaggia e visto e considerato che nessuno lo aveva ancora dipinto per quello che è, si azzardava persino a scrivere un pietoso e ridicolo comunicato con il quale – secondo lui – raccontava com’erano andate le cose e che ha fatto incazzare ancora di più Reppucci. “Accogliamo con favore la decisione del Prefetto di inviare la Commissione d’accesso. Qualcuno di esterno al Comune che certifichi la trasparenza e la legalità degli atti amministrativi è infatti notizia positiva e atto necessario al ripristino della verità. Durante l’incontro avuto stamane in municipio con i membri della Commissione ho avuto modo di manifestare loro la volontà di massima collaborazione da parte mia, della giunta e del personale amministrativo affinché possano svolgere il compito loro affidato…”. Avete capito come funziona la realtà nello Stato libero di Rende? Il sindaco-padrone può maltrattare chi gli pare, anche un prefetto, e poi diffondere comunicati nei quali ci fa vedere il “dottor Jekyll” che è in lui. Roba da perizia psichiatrica, che prima o poi qualche suo legale chiederà, statene certi.

Morale della favola: il commissario Reppucci è ritornato per entrare ufficialmente in Comune e finalmente Mazzetta, questa volta nella sua qualità di dittatore dello Stato libero di Rende/Bananas l’ha accolto con i pasticcini e con tutti gli onori del caso. Eh già, perché Reppucci ha iniziato ad acquisire tutta la documentazione che gli serve e ha a disposizione tre mesi più altri tre mesi di proroga per indagare e relazionare alla Prefettura e al governo su come funziona il sistema del Comune di Rende. Non sarà per niente difficile trovare quello che cerca e non mancherà neanche chi lo guiderà per mano per smascherare il quaquaraquà di Rende molto più di quanto non abbia già fatto Gratteri.

14 NOVEMBRE 2022

Le carte scottanti. La Commissione di accesso antimafia acquisisce l’intero incartamento riferito sia alle indagini condotte dalla Dda di Catanzaro sulle cosche confederate cosentine e le ipotesi di scambio elettorale politico mafioso riguardanti le elezioni comunali di Rende tenute nel 2019, sia l’ordinanza di custodia cautelare e i rapporti investigativi riferiti all’indagine su appalti, gare e affidamenti culminata nell’imposizione del divieto di dimora al sindaco Marcello Manna e alla interdizione per nove mesi della vice, Annamaria Artese.
I commissari – con Reppucci lavorano il vicequestore 
Giuseppe Zanfini e il tenente colonnello Dario Pini –, hanno già formalmente acquisito e vagliato altri numerosi atti amministrativi prodotti dall’Ente e verificato tutti i rapporti di parentela esistenti tra beneficiari di determine e delibere e personaggi gravitanti nell’ambito della criminalità organizzata.

La Dda di Catanzaro, intanto, approfondiva ulteriori aspetti connessi alla concessione del Palazzetto dello Sport di Villaggio Europa e vagliava ulteriori spunti investigativi giunti DOPO l’esecuzione delle misure cautelari che hanno riguardato i vertici della ‘ndrangheta della città del Campagnano e del capoluogo bruzio.

29 NOVEMBRE 2022: IL CAMBIO DELLA SERRATURA

Caro direttore,
volevo segnalare la presenza al Comune di Rende, ieri mattina, della Commissione d’accesso antimafia. I tre componenti della Commissione (il prefetto Reppucci, il poliziotto Zanfini e il carabiniere Pini) si sono recati presso la sede municipale ed hanno rovistato a lungo nell’ufficio dell’ex assessore Pino Munno, che recentemente pare essere stato interrogato non solo dai magistrati ma anche dalla stessa Commissione. Forse erano alla ricerca di qualcosa di compromettente “spifferato” dallo stesso Munno che – giova ricordarlo – e l’unico che si è dimesso?

Dopo aver fatto cambiare la serratura della porta d’ingresso, i commissari hanno acquisito numerosi faldoni “scottanti” ed hanno torchiato per ore funzionari e dirigenti comunali (quelli ancora rimasti a seguito dell’ennesima retata, capitanati dal prode Infantino…).

Dall’esame della documentazione acquisita la Commissione potrebbe proporre lo scioglimento del Comune già a gennaio – senza attendere altri tre mesi di proroga – per infiltrazioni mafiose: sono troppe le irregolarità e gli abusi che il tuo giornale segnala da anni e che le recenti inchieste della magistratura stanno lentamente portando a galla!

24 DICEMBRE 2022: LA PROROGA E LE AUDIZIONI

La proroga e le audizioni. La Commissione di accesso antimafia rimarrà in carica a Rende sino al marzo prossimo. Il prefetto di Cosenza Vittoria Ciaramella ha accolto la richiesta di proroga avanzata dalla terna commissariale, guidata da Antonio Reppucci, che sta esaminando atti, delibere, gare e affidamenti per accertare possibili infiltrazioni e condizionamenti mafiosi nella gestione dell’importante comune della Calabria settentrionale. All’ex prefetto Reppucci, al tenente colonnello Dario Pini e al vicequestore Giuseppe Zanfini, si sono aggiunti un ufficiale della Guardia di Finanza e un dirigente tecnico. La Commissione, incaricata pure di verificare il buon andamento della Pubblica amministrazione, ha fissato una serie di audizioni di dipendenti municipali e imprenditori.

29 MARZO 2023: LA RELAZIONE FINALE

La relazione finale. La Commissione di accesso antimafia inviata per sei mesi nel Comune di Rende ha concluso il suo lavoro di analisi e accertamento. Il testo redatto dai commissari, guidati dal prefetto Antonio Reppucci, è stato consegnato in Prefettura come prevede la normativa vigente.
Il rappresentante locale del Governo, il prefetto Vittoria Ciaramella, entro massimo 45 giorni dovrà trasmettere la relazione della Commissione al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che avrà, a sua volta, un termine perentorio di tre mesi di tempo per proporre al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, lo scioglimento dell’ente pubblico territoriale per infiltrazioni mafiose. In caso contrario il il titolare del Viminale potrà disporre con decreto ministeriale l’archiviazione della procedura.

Il prefetto Ciaramella, nelle prossime settimane, convocherà il Comitato provinciale per l’Ordine e la sicurezza pubblica, al quale illustrerà il lavoro svolto dai commissari antimafia. Del Comitato, oltre ai rappresentanti di tutte le forze di polizia e delle procure di Catanzaro e Cosenza, fanno parte di diritto pure il sindaco della città capoluogo e il presidente della Provincia. Tutti i componenti saranno vincolati alla assoluta “segretezza”. In caso di manifesta presenza di condizionamenti mafiosi e di altrettanto manifesta messa in discussione del cosiddetto “buon andamento della pubblica amministrazione” i tempi di un eventuale scioglimento potrebbero essere molto più rapidi rispetto al margine massimo previsto.

I commissari hanno in questi mesi analizzato le procedure di appalto e gli affidamenti del Comune di Rende procedendo procedendo pure alla escussione di ex assessori comunali, di imprenditori, tecnici, dirigenti e funzionari municipali, controllando inoltre le linee di parentela esistenti tra aggiudicatari di appalti e affidamenti, dipendenti comunali e rappresentanti consiliari con persone ritenute, nel presente e nel passato, di interesse investigativo o giudiziario. Le verifiche, ovviamente, hanno riguardato anche il personale politico e amministrativo per accertarne il coinvolgimento in inchieste giudiziarie. E’ questa la procedura seguita solitamente negli accessi antimafia attivati negli enti.

L’invio della Commissione è stato susseguente alla maxi operazione “Reset” condotta dalla Dda di Catanzaro nel settembre dello scorso anno. Nell’occasione il sindaco Marcello Manna venne posto agli arresti domiciliari e poi scarcerato dal Tribunale della Libertà. Ma la decisione del Riesame è stata successivamente rimessa in discussione dalla Corte di Cassazione che, dopo aver ordinato l’annullamento dell’ordinanza del Riesame, ha disposto una nuova udienza…

18 APRILE 2023: IL COMITATO PER L’ORDINE E LA SICUREZZA PUBBLICA

La prima verifica. Il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica si riunirà nella giornata di oggi per valutare i risultati dell’articolata relazione prodotta alla fine di marzo dalla Commissione d’accesso antimafia impegnata per sei lunghi mesi a spulciare atti, bandi, delibere, gare e affidamenti prodotti dal Municipio di Rende.
Sarà il prefetto di Cosenza,
 Vittoria Ciaramella, a presiedere la riunione nella quale saranno impegnati i rappresentanti apicali delle forze dell’ordine e cioè i colonnelli Agatino Saverio Spoto (carabinieri), Giuseppe Dell’Anna (guardia di finanza) e il questore Michele Maria Spina; con loro i rappresentanti della procura antimafia di Catanzaro e della procura ordinaria del capoluogo bruzio, cui si aggiungerà il sindaco cosentino Franz Caruso.

Durante la riunione interverrà il prefetto Antonio Reppucci, chiamato a coordinare la commissione inviata nel comune dell’alta Calabria dopo la maxioperazione “Reset” che portò il sindaco Marcello Manna e l’ex assessore ai Lavori pubblici, Pino Munno agli arresti domiciliari. Il provvedimento cautelare riguardante il primo cittadino fu poi annullato dal Tribunale della libertà mentre la misura restrittiva imposta a Munno trasformata in divieto di dimora. Per effetto del ricorso presentato dalla Dda di Catanzaro in Cassazione, la posizione di Manna dovrà adesso oggetto di un nuovo vaglio da parte dei giudici del Riesame.

E’ probabile che nel corso della riunione sia il prefetto Reppucci – più volte inviato dal Viminale negli ultimi anni a gestire le sorti di enti calabresi sciolti per mafia – che i componenti della Commissione di accesso possano essere ascoltati dal Comitato. La seduta sarà ovviamente secretata e tutti i componenti costretti a mantenere il vincolo della segretezza sino alla definizione della vicenda.

A questa prima fase seguirà la trasmissione della relazione al Ministero dell’Interno che entro 45 giorni dalla ricezione dovrà decidere se procedere allo scioglimento oppure archiviare.

Fin qui la cronistoria. Il resto è storia di ieri. Rende è il quinto comune della provincia di Cosenza sciolto per mafia dopo Corigliano (prima della fusione con Rossano), Cassano, Scalea e Amantea. L’Asp di Cosenza fu a sua volta oggetto di un accesso antimafia che tuttavia si concluse con una archiviazione. 

Fonte:https://www.iacchite.blog/rende-sciolta-per-mafia-cronistoria-di-un-disastro-nello-stato-libero-di-marcello-mazzetta/