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Rende, la relazione che ha portato allo scioglimento: Parco acquatico, “Lorenzon” e “Palasport Europa” nelle mani della massomafia

Da Iacchite -18 Luglio 2023

La relazione “scottante”. In 491 pagine sono condensati gli elementi raccolti dalla commissione di accesso antimafia guidata dal prefetto Antonio Reppucci, che hanno condotto allo scioglimento per mafia del consiglio comunale di Rende. Fatti, nomi e circostanze si susseguono nella ricostruzione compiuta dai “commissari” Dario Pini, Giuseppe Zanfini, Giuseppe Savoia e Antonio Arnoni.

Agli atti giudiziari relativi alla inchiesta antimafia “Reset” si aggiungono gli spunti giunti dall’indagine “Malarintha” eppoi atti, delibere, pareri tecnici e testimonianze. Già, perchè la commissione ha ascoltato imprenditori, ex amministratori municipali – per esempio Pierpaolo Iantorno, già assessore al Bilancio nella giunta guidata da Marcello Manna – funzionari e dirigenti municipali per comprendere il contesto in cui sono maturate alcune decisioni. Con loro è stato sentito anche Franchino De Rango, il “reggente” del Comune, nel periodo in cui l’ex primo cittadino Marcello Manna risultava sospeso dall’incarico. La relazione è stata notificata al prefetto Santi Giuffrè che guida la terna commissariale insediata negli uffici municipali di Rende per volontà del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. Giuffrè ha già chiesto al Viminale di poter nominare quattro figure dirigenziali non calabresi che l’affiancheranno nelle gestione dell’Ente. Non solo: tra due settimane, esercitando i poteri del consiglio, i commissari approveranno gli strumenti finanziari (leggasi bilancio) per consentire al Comune anche di esperire i concorsi destinati all’assunzione di nuovi dirigenti.

Nel testo redatto dalla Commissione di accesso, poi trasmesso dal prefetto di Cosenza, Vittoria Ciaramella all’esecutivo, vi sono capitoli dedicati al Piano Strutturale Comunale (Psc) in relazione alla titolarità dei terreni ricompresi negli interventi previsti dallo strumento urbanistico. Il Psc, approvato in fretta e furia dalla maggioranza prima dello scioglimento, è stato successivamente “sospeso” dal prefetto Giuffrè, pochi giorni dopo l’insediamento. Ma nella relazione largo spazio è dedicato anche alla vicenda relativa allo storico stadio “Marco Lorenzon” e ai rapporti tra l’imprenditore Fabio Coscarella, ex presidente del “Rende Calcio” e il Comune. Canoni di pagamento legati alla concessione dell’impianto sportivo, lavori di adeguamento mai effettuati attraverso la ricostruzione dei fatti prospettata dalla Commissione di accesso.

E ancora: un capitolo è riservato alla gestione del Parco acquatico e ai canoni di locazione mai versati; alla vendita di un immobile di ingente valore ceduto dal Municipio ad un prezzo di molto inferiore rispetto a quello stimato ad una società locale riconducibile a una donna risultata sentimentalmente legata ad uno degli imputati del blitz della Dda “Reset”; all’affidamento del Palasport Europa con una procedura “viziata” come avrebbe confermato un imprenditore escluso dalla gara sentito ufficialmente a verbale (dovrebbe trattarsi di Pino Fuoco, attuale gestore del Palazzetto dello sport di via Popilia a Cosenza e “clamorosamente” escluso a vantaggio dell’attuale gestore del Palasport Europa di Rende, ndr). Eppoi un’analisi approfondita è stata fatta sulla complessiva amministrazione del patrimonio comunale e sulle parentele di taluni dipendenti del Comune di Rende con esponenti della criminalità organizzata. Non solo: è stato pure messo in evidenza come alcuni assunti della società “Rende Servizi” – tra cui il boss Michele Di Puppo – risultino coinvolti in indagini antimafia. La relazione sarà acquisita dalla Dda di Catanzaro. Fonte: Gazzetta del Sud 

fonte:https://www.iacchite.blog/rende-la-relazione-che-ha-portato-allo-scioglimento-parco-acquatico-lorenzon-e-palasport-europa-nelle-mani-della-massomafia/