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Rende, il blitz di Gratteri. La lunga storia del Palazzetto e la “testa di legno” scelta dai boss per la gestione

Da Iacchite -27 Dicembre 2022

A questo punto della narrazione del troncone rendese del blitz di Gratteri dobbiamo aprire una doverosa parentesi per tracciare la controversa storia del Palazzetto dello Sport “Europa” di contrada Tocci a Rende. Il Palazzetto è una delle questioni centrali che ha portato al terremoto giudiziario e all’arresto eccellente del sindaco Marcello Manna con l’accusa di scambio elettorale politico-mafioso con la confederazione cosentino-rendese dei clan della ‘ndrangheta.

Il progetto del Palazzetto risale agli anni ’90, ma si è rimasti in attesa di una possibile apertura per anni. Una spesa enorme per costruirlo e che avrebbe richiesto ulteriore denaro, ma i soldi non sono stati subito disponibili né per le cosiddette amministrazioni riformiste né per la prima consiliatura di Manna. Il finanziamento alla fine è arrivato da fondi ministeriali per la copertura delle terrazze.

La storia del Palazzetto dello Sport è lunga ed è fatta di spreco e del solito magna magna. Ricostruiamola brevemente.

  • Nel 2001 viene rescisso, per colpa ed in danno dell’appaltatore, il contratto d’appalto dell’ 08/09/1997 (appena iniziata la costruzione già i primi intoppi). La prima ditta, alla quale viene aggiudicata la gara fallìsce e si deve attendere la fine dell’istanza di fallimento e la messa in liquidazione. Si dà mandato alla Direzione Lavori di redigere tutti gli atti progettuali conseguenti per rendere possibile, nelle forme e nei modi di legge, un nuovo appalto per il completamento dei lavori.
  • Nel 2004 viene approvato il collaudo, redatto dall’ing. Rodolfo Pallone, dei lavori realizzati dalla predetta impresa appaltatrice per l’importo complessivo di 553.813,46.
  • Nel 2005 viene approvata la perizia dei lavori necessari al completamento dell’opera “Costruzione del Palazzetto dello Sport 1° e 11° lotto” in località Tocci, stabilendo di procedere all’affidamento degli stessi e da eseguirsi agli stessi patti e condizioni dell’appalto principale, mediante pubblico incanto.
  •  Nel 2006 il Dirigente protempore del Settore 5, nel prendere atto che in esito all’esperimento di gara effettuato non era stata presentata alcuna offerta, dà mandato ai progettisti dell’intervento, ing. Domenico Bruno ed ing. Francesco Garritano, di rimodulare il progetto di completamento dei lavori in oggetto al fine di adeguarlo alla normativa sismica e ad aggiornarlo economicamente adottando il prezziario regionale.
  • Nel 2007 viene approvato il progetto esecutivo dei lavori con un finanziamento impegnato dell’opera per complessivi  2.720.000,00.
  • Nel 2008 i lavori, a seguito di esperimento di gara mediante procedura aperta, vengono aggiudicati definitivamente al Consorzio denominato “C.A.E.C. Consorzio Artigiano Edile Comiso- Soc. Coop., di Comiso (RG), per il ribasso offerto del 21,615%. Viene sottoscritto il contratto d’appalto n° 6727 con l’impresa aggiudicataria, per l’importo complessivo di 1.704.094,15 comprensivi di 121.559,00 per oneri di sicurezza, oltre IVA.

Pochi mesi dopo viene approvata una perizia di variante e suppletiva dell’importo complessivo di 2.720.000,00 di cui 1.948.498,35 per lavori, comprensivi di 137.559,00 per oneri della sicurezza ed 771.501,06 per somme a disposizione dell’Amministrazione.

La storia continua con il solito risultato: uno sperpero di denaro.

Considerato che a seguito di ulteriori visite congiunte in cantiere, con nota del 21/02/2012 l’ingegnere collaudatore rimette la propria relazione sulle riserve dell’Appaltatore al Certificato di Collaudo dei lavori principali, riconoscendo rispetto all’importo del certificato di collaudo un ammontare di 83.232,93 relativo ad ulteriori lavorazioni eseguite dall’impresa, fa elevare l’importo dei lavori collaudati ad 1.957.386,92 con un maggiore importo di 8.888,57 rispetto a quello contrattualizzato.

La spesa, perciò, continua a crescere. 

  • Nel 2013 arriva la fattura relativa al saldo dei lavori eseguiti inerenti il contratto principale ed i lavori complementari per l’importo di 60.147,12 di cui 56.325,92 saldo lavori appalto principale, 5.632,59 per IVA al 10% ed 1.811,39 quale restituzione del debito derivante dall’esecuzione dei lavori complementari.

(Il tutto si legge nella determina n.562 del 2013 registro generale, Settore Lavori Pubblici determinazione n.83 del 15/04/2013 registro cronologico)

Fino al 2013 la spesa per la costruzione del fatidico Palazzetto ammonta a 2.720.000,00 € e naturalmente siamo ancora a… metà del viaggio.

  • Nel 2014 con delibera di giunta comunale n.126 del 30712/2014 per la copertura a tetto dei terrazzi viene approvato il progetto definitivo.

Oggi i bandi di gara per i lavori e per la gestione del Palazzetto dello Sport di Villaggio Europa di Rende sono finiti nel mirino della Dda del procuratore Gratteri e, insieme ad altre vicende altrettanto gravi, hanno determinato gli arresti domiciliari per il sindaco Marcello Manna e per l’assessore ai Lavori pubblici Pino Munno.

Dopo le vicissitudini di cui sopra, la gara è stata indetta il 18-11-2018, i lavori sono stati aggiudicati alla ditta Tecnoimpianti il 29 marzo 2019, sono iniziati il 3 aprile 2019 e il contratto d’appalto per una cifra superiore ai 742 mila euro è stato siglato il 16 maggio 2019. Il tutto in piena campagna elettorale. 

Il Palazzetto ritorna alla ribalta delle cronache il 12 ottobre del 2020 per il murales dell’artista Jorit che viene posizionato proprio sulla sua facciata con annesse promesse di inaugurazione della struttura ormai prossime. Ma quando tutto sembra finalmente finito con la data ufficiale della riapertura, arriva un altro imprevisto.

16 maggio 2021

Fonte: Libera Rende

Ennesima figuraccia di questa improvvisata e farlocca amministrazione comunale guidata dall’irreprensibile avvocato Manna, che nel tempo di pochi giorni riesce a smentire perfino sé stesso. Dopo i grandi paroloni e le celebrazioni per annunciare prima la stesura del Bando per l’affidamento del Palazzetto dello Sport, poi la successiva inaugurazione che doveva ospitare la finale di Torball, ecco l’improvviso retromarcia dell’amministrazione comunale, che dopo gli esami svolti dalla Federazione sportiva che ha constatato l’inidoneità della struttura ad ospitare l’evento, ha dovuto necessariamente spostare la finale al palazzetto sito in via Meucci. In altre parole un’ulteriore figuraccia, di quelli del “noi l’abbiamo fatto”, un altro chiaro segnale del pressappochismo di chi esercita la sua funzione pubblica, non in nome del bene comune, ma solo per la realizzazione del suo tornaconto personale.

E chi può beccarsi le critiche di questa enorme figuraccia? Beh l’ultimo arrivato, il “neobattezzato” dalla gang che decide le sorti del Comune di Rende; il più sacrificabile dalla gogna dell’opinione pubblica, ovvero il giovane consigliere Gagliardi. Il neofita rampollo del Laboratorio Civico è stato “forse” costretto a giustificare questa ennesima gaffe amministrativa, perché figuriamoci se persone come il Sindaco Manna, Munno o l’Artese,  o altri del loro “calibro” potevano sporcarsi la reputazione con questa figuraccia; meglio il proselito Gagliardi più adatto a fungere da agnello sacrificale per giustificare l’assoluta inadeguatezza dei sui capi.

Cara amministrazione del “noi l’abbiamo fatto”, di una cosa siamo certi, con tutte le chiacchiere fatte in questi anni, possiamo riempirci un dirigibile.

Nel frattempo, sui media si fanno strada le prime certezze sulla gestione del Palazzetto, di cui tanto si parla nell’ordinanza e nei brogliacci del blitz di Gratteri. La Federazione Riformista preannuncia che il Palazzetto sarà affidato a privati e offre le sue motivazioni politiche. Ma è chiaro che Manna non agisce certo per calcolo politico ma mira evidentemente ad affidare la struttura a qualcuno che gli viene indicato dai clan.

Ma torniamo alla politica e quindi alla priivatizzazione. Ecco cosa scriveva la Federazione Riformista.

Dopo il complesso dei campi da tennis, ora tocca al Palazzetto dello Sport, che la giunta Manna ha ereditato dalla amministrazioni riformiste, aggiungendo ben poco per il suo completamento; come al solito la vicenda fa registrare dichiarazioni dell’attuale sindaco che lasciano intendere che l’opera sia completamente frutto del suo lavoro. Ci vuole pazienza! A quanto si legge sui giornali sarebbe stato emanato un bando per affidare a privati la gestione del Palazzetto; dalle stesse fonti si apprende che sarebbero state presentate due offerte, in corso di valutazione.

Per parte nostra, poniamo al sindaco Manna una semplice domanda: dal momento che il Palazzetto dello sport, non appena reso realmente agibile e completamente funzionante, sarà utilizzato prevalentemente per singoli eventi, perché preferire la gestione privata a quella pubblica? Non sarebbe meglio far gestire il Palazzetto alla Rende Servizi, con il vantaggio di migliorare ed aumentare prestazioni e compensi per i dipendenti della stessa, incamerando un ticket che andrebbe a rimpinguare le casse comunali? Del resto, la gestione pubblica, impostata come sopra, non impedisce l’utilizzo della struttura per società rendesi partecipanti a campionati federali di pallavolo o di basket.

13 settembre 2021: i giochi sono fatti. L’appalto è aggiudicato alla società Asd Scintille Montesanto Club Basket Cosenza. Ma in effetti si tratta di un errore, perché è chiaro che Scintille Montesanto è solo lo sponsor della squadra e nel frattempo, un paio di mesi prima, l’associazione aveva cambiato nome in Asd Palasport Europa, guarda un po’ il caso.

La grande VERGOGNA commenterà sul suo profilo FB Luigi Cosentini,
Ieri è stata affidata la gestione del Palazzetto dello sport di Rende a un privato (Asd Club Basket Basket) per un canone annuo di 21.300 euro.
A prescindere del canone ridicolo, il NULLA (il sindaco di Rende Marcello Mazzetta, al secolo Manna, ndr) ormai ha privatizzato tutto.
Nessun bene di proprietà viene gestito direttamente dal Comune.
Ora mi pare che è rimasto solo il cimitero che tra poco verrà affidato ad un altro privato.
Chiedo ai consiglieri di minoranza di fermare lo scempio che questo pericoloso sindaco sta effettuando ai danni della nostra città.
Ormai è tutto preso dal suo delirio di onnipotenza nel favorire gli amici degli amici.
PERICOLOSO.

Ma a questo punto i lettori vogliono sapere a tutti i costi chi è il fortunato vincitore, che altri non potrebbe essere che la famosa “testa di legno” invocata dal sindaco Manna al gruppo D’Ambrosio nei loro incontri. Il suo nome è Christian Francesco Dodaro e la sua società, come detto, ha cambiato nome nel corso dell’appalto, al quale ha partecipato anche un altro soggetto. Di seguito, tutte le risposte che servono anche alla Dda per ricorrere in Cassazione ma soprattutto per continuare la storia della gestione massomafiosa del Comune di Rende, purtroppo tuttora in corso. 

SECONDA PARTE: IL GESTORE DEL PALAZZETTO CANDIDATO CON OCCHIUTO E FRATELLI D’ITALIA (http://www.iacchite.blog/rende-il-blitz-di-gratteri-il-gestore-del-palazzetto-candidato-a-cosenza-prima-con-occhiuto-e-poi-con-fratelli-ditalia/)

TERZA PARTE: RENDE, IL PALAZZETTO E’ COSA LORO: IL VINCITORE DELLA GARA E’ ANCHE CUGINO DEI DI PUPPO (https://www.iacchite.blog/rende-il-palazzetto-e-cosa-loro-il-vincitore-della-gara-e-anche-nipote-dei-di-puppo/)

 

fonte:https://www.iacchite.blog/rende-il-blitz-di-gratteri-la-lunga-storia-del-palazzetto-e-il-fortunato-vincitore-del-bando-di-gara-per-la-gestione/