Cerca

Relazione Dia, Camorra: sodalizi nostrani e stranieri

Relazione Dia, Camorra: sodalizi nostrani e stranieri

AMDuemila 27 Febbraio 2021

La Dia ha ricostruito i sodalizi criminali che la camorra ha instaurato con gruppi criminali stranieri e di diversa estrazione territoriale durante il primo semestre del 2020. In particolare nella relazione si fa riferimento ad una sempre maggiore cooperazione con la ‘Ndrangheta nella gestione del traffico di droga, venuto alla luce grazie all’operazione “Akhua” in cui è stata disarticolata il 4 febbraio 2020 una consorteria composta da ‘Ndrangheta e Camorra operante nella Capitale dedita soprattutto al traffico di stupefacenti.

Oltre alle organizzazioni criminali nostrane la Dia ha registrato anche un aumento di attività illecite in cui sono state coinvolte mafie straniere, in particolare esse avrebbero favorito molte latitanze di soggetti appartenenti ai clan i quali stanziati in basi estere hanno potuto continuare a dirigere le attività illecite fuori dal territorio di origine. Collaborazioni di questo tipo, si legge nella relazione, “sono state riscontrate nella Repubblica Dominicana e in Nord Africa.” Secondo gli analisti, i gruppi di matrice straniera, in particolare la mafia nigeriana sono riusciti a gestire una molteplicità di settori e attività illegali grazie a cellule operative sul territorio che malgrado facciano parte di una unica rete internazionale mantengono una sostanziale autonomia. “Tali gruppi hanno raggiunto un grado ragguardevole di competitività̀ nel traffico e nello spaccio di stupefacenti, come pure nella tratta di esseri umani, distinguendosi per la vocazione associazionistica pseudo assistenziale connotata da aspetti ritualistici di natura magico-religiosa che richiamano il modello delle confraternite cultiste proprie del Paese d’origine”.

Struttura criminale e alleanze
Secondo la Dia la struttura criminale della Camorra va vista in un’ottica duale, in cui clan saldamente strutturati operano in sinergia con piccoli gruppi a prevalenza famigliare che riescono ad acquisire una determinata parte di territorio. Sono questi i due livelli distinti che caratterizzano il “sistema camorra”. Tali piccoli gruppi, come viene evidenziato nella relazione, solitamente operano entro confini limitati alla propria zona di appartenenza e basano le proprie decisioni operative su logiche di violenza legate prevalentemente ad una matrice conflittuale. “Un microcosmo che contempla quasi sempre strumentali sinergie tra, da un lato, modalità gangsteristiche giovanili, vero e proprio serbatoio di forza militare, dall’altro, collaudate capacità strategiche dei clan storici”.

Per altro verso non meno significative sono le alleanze che da sempre garantiscono un maggiore margine di sopravvivenza per i clan. I sodalizi garantiscono anche una maggiore efficienza per quanto riguarda le attività illecite che evidenze investigative hanno fatto emergere. Per esempio si è rilevato un rinnovato interesse per il contrabbando di sigarette da parte dei clan, così come la continuità dello smaltimento illecito di rifiuti e del traffico di sostanze stupefacenti. Diverse inchieste condotte nel territorio campano hanno assodato che la Camorra è in grado di operare attraverso ramificazioni complesse le quali, attraverso l’infiltrazione nel tessuto imprenditoriale, riescono ad esercitare pressione sulla sfera economica del territorio. 

Certamente sono molte i sodalizi che caratterizzano la galassia camorrista come ad esempio quello con il clan Belforte che rappresenta una delle realtà criminali più radicate nel territorio di Marcinense. Oppure altri gruppi satellite sono stanziati nei comuni di San Nicola la Strada, San Marco Evangelista, Casagiove, Recale, Macerata Campania, San Prisco, Maddaloni e San Felice a Cancello così come i il clan Menditti presente a Recale e a San Prisco; i Bifone a Macerata Campania, Portico di Caserta, Casapulla, Curti, Casagiove e San Prisco. Un’area in cui è presente un’alta densità camorristica è quella di Castel Volturno fortemente contaminata dalla presenza del clan Bidognetti, ramo dello storico clan dei Casalesi.

Le realtà criminali presenti sul territorio al fine di consolidare il consenso mettono in atto un sistema fatto di logiche associative legate a forme di assistenza per gli affiliati come “incentivi economici, sistematiche coperture legali, sostegno alle loro famiglie, messa a disposizione di strutture professionalità̀ accessibili secondo canali privilegiati e non istituzionali, tutti elementi che rafforzano la credibilità del clan”. Peraltro in questi contesti in cui è molto presente il degrado sociale unito ad una latente insofferenza verso le forze dell’Ordine e ad una cospicua disponibilità di armi emergono “forme allarmanti di violenza e di presunta impunità”.

PDF Scarica la relazione DIA

fonte:https://www.antimafiaduemila.com/home/mafie-news/309-topnews/82453-relazione-dia-camorra-sodalizi-nostrani-e-stranieri.html