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Relazione Comm. Antimafia: ”La ‘Ndrangheta è una holding economico finanziaria”

Relazione Comm. Antimafia: ”La ‘Ndrangheta è una holding economico finanziaria”

AMDuemila 16 Febbraio 2022

“Le due missioni compiute dalla Commissione nelle province di Catanzaro e di Vibo Valentia restituiscono l’immagine di una terra nella quale la presenza della criminalità organizzata è ancora radicata e diffusa”. E’ quanto osserva la Commissione parlamentare Antimafia in una relazione, approvata nei giorni scorsi, sull’esito delle due missioni svolte, rispettivamente, a Catanzaro e a Vibo Valentia, nel settembre e nell’ottobre del 2020. La Commissione ha in seguito svolto altre missioni nelle città di Cosenza e di Crotone, il 28 e 29 ottobre 2021 e, infine, il 6 e 7 dicembre a Reggio Calabria. “Le analisi e le indagini nonché gli accertamenti giudiziari condotti sulla ‘Ndrangheta, ne delineano una sempre più viva e vitale vocazione affaristica – osserva la Commissione Antimafia – una imponente abilità espansiva, anche su scala internazionale, una capacità di infiltrazione e una forza corruttiva, che l’hanno trasformata in una dinamica e spregiudicata holding economico finanziaria”. “Le enormi disponibilità finanziarie derivanti dagli illeciti traffici necessitano di reimpiego e investimento: la ‘Ndrangheta ha dimostrato di sapersi evolvere e fare impresa, presentandosi come ‘mafia innovatrice’ – sottolinea la Commissione parlamentare – capace di modificare le regole basilari della tradizione criminale per affrontare le sfide del futuro, dotandosi finanche di una sovrastruttura occulta e riservata, formata da una componente elitaria che assicura all’organizzazione l’attuazione dei programmi criminosi, anche negli ambiti strategici della politica, dell’economia e delle istituzioni”.
“Gli elementi acquisiti – si legge nella relazione – con le audizioni svolte e con la documentazione a disposizione della Commissione hanno confermato come tale organizzazione criminale agisca ormai senza manifestazioni eclatanti della sua forza e potenza (pur non rinunciando a porre in essere condotte ‘dimostrative’ che siano di monito di fronte a espressioni di resistenza o reazione al suo potere), ma privilegiando diverse modalità operative”.
La commissione sottolinea la capacità di “corruzione, la persuasione degli uomini delle istituzioni e la collusione con gli stessi” che “appaiono ormai gli strumenti maggiormente utilizzati in quanto consentono l’infiltrazione nei gangli della Pubblica amministrazione e della società civile, la cui azione è in tal modo sviata e piegata in modo funzionale agli interessi della ʹNdrangheta”.

La ‘Ndrangheta gestisce la cosa pubblica
“Alcune indagini hanno rivelato addirittura la gestione ‘diretta’ della cosa pubblica da parte delle cosche, tramite funzionari apicali, consiglieri comunali, assessori e sindaci, da ritenersi veri e propri affiliati – osserva la Commissione parlamentare – Anche l’infiltrazione nell’economia è attuata tramite imprese intranee o colluse, spesso unite in ‘cartello’, oltre che tramite professionisti di elevata esperienza e capacità tecnica, che la affiancano con condotte di supporto e agevolazione”. “Tale pervasiva sinergia consente allʹorganizzazione di individuare forme e modalità sempre nuove di investimento e di riciclaggio degli illeciti profitti, attraverso articolate e sofisticate ‘schermature’ attuate al fine di non incorrere in provvedimenti ablativi – spiega la Commissione parlamentare Antimafia – I diversi clan sono così divenuti attori di riferimento in numerosi settori dell’economia legale che, conseguentemente, ne risulta fortemente inquinata”. “Le risultanze delle missioni dimostrano e confermano lʹestrema abilità di detta organizzazione criminale di penetrare, con soggetti ad essa riconducibili o comunque contigui, nei punti nevralgici degli enti pubblici, condizionandone l’azione a proprio vantaggio – osserva l’Antimafia – le procedure di affidamento di lavori e forniture vengono eluse o addirittura del tutto obliterate, i controlli divengono inesistenti e, in tal modo, autorizzazioni e concessioni, nonché commesse pubbliche vengono, rispettivamente, emesse e affidate a imprese di soggetti riconducibili alla criminalità organizzata”.

Il settore della sanità
“Fortemente esposto alle infiltrazioni predette è il settore della sanità pubblica, sul quale risultano particolarmente incentrate le mire delle organizzazioni ‘ndranghetiste in considerazione delle ingenti risorse finanziarie che vi  affluiscono”. “Nella Regione Calabria, peraltro, la sanità risulta afflitta da una esposizione deficitaria di dimensioni eccezionali, che sono all’origine di un Commissariamento che risale ormai a più di un decennio, e che continua a non fornire le necessarie risposte e soluzioni, rendendo conseguentemente questo settore particolarmente fragile e suscettibile di infiltrazioni”, sottolinea la stessa Commissione. “Occorre che sia tenuta alta la soglia di attenzione sul versante delle competizioni elettorali, ove si impone una costante azione di monitoraggio da parte delle Prefetture, nonché sul versante dell’affidamento di forniture e lavori pubblici”. “Va ancora evidenziato – continua la Commissione Antimafia – che lo scenario socioeconomico dei territori meta delle missioni, ancor più preoccupante per gli effetti della crisi economica conseguita alla pandemia, costituisce terreno fertile per le organizzazioni criminali, disponibili ad andare incontro ai bisogni delle classi meno abbienti e delle piccole e medie imprese – avverte la Commissione parlamentare Antimafia – Dette esigenze rappresentano una facile condizione per le organizzazioni ‘ndranghetiste che, forti delle loro ampie disponibilità finanziarie, riescono facilmente, laddove le istituzioni non sono capaci, a dare risposte pronte alle esigenze di liquidità, acquisendo ulteriore consenso ed arrivando al punto di impossessarsi delle imprese e, in tal modo, accrescendo potere e controllo”. Per la Commissione Antimafia è importante fare un “focus sul tema dell’accesso al credito e sulla ʹnormativa antiusuraʹ che saranno, perciò, oggetto di approfondimento e riflessione da parte della Commissione”.  Il tema delle risorse degli uffici giudiziari è “fondamentale perché, oltre alla valenza simbolica della adeguata presenza dello Stato in territori oppressi dalla criminalità organizzata, in esso si misura proprio la capacità delle Istituzioni di reagire e contrastare la forza d’urto di una organizzazione criminale sempre più evoluta e quindi pericolosa”.

Le criticità degli uffici giudiziari
“Le missioni hanno costituito occasione per constatare come sia necessaria, anche, una specifica attenzione sul territorio e sugli uffici di Vibo Valentia, interessati da elevatissima densità criminale, tra le più alte in assoluto su tutto il territorio nazionale: sia il procuratore della Repubblica che il presidente del Tribunale, ma anche i rappresentanti dell’Avvocatura, hanno descritto una situazione che appare di particolare allarme, per gli arretrati accumulati, per le scoperture e comunque per un turn over che presenta sempre un ‘saldo negativo’, per organici non adeguati”, osserva la Commissione parlamentare.  “Peraltro, secondo quanto segnalato e sottolineato anche dai rappresentati del Foro, pure la giustizia civile soffre in questo territorio di arretrati e lentezze assai preoccupanti, che comportano il rischio che i ‘vuoti’ creati dal difetto di risposta giudiziaria vengano occupati dalle potenti organizzazioni criminali ivi presenti – sottolinea la Commissione Antimafia – Fortemente critica appare altresì la situazione del Tribunale di Catanzaro, caratterizzata da una scopertura assai elevata dell’organico previsto, che appare peraltro necessario incrementare in considerazione dell’amplissima competenza distrettuale dell’ufficio”. La Commissione ritiene dunque, “ai fini di un efficace contrasto dell’azione dei potenti gruppi criminali radicati nei territori visitati, di dover proporre un rafforzamento degli organici del Tribunale di Catanzaro e di tutti gli uffici giudiziari di Vibo Valentia, con una implementazione del personale giudiziario e, conseguentemente, del personale amministrativo, oltre che con l’elaborazione di strategie volte a ridurre il ciclico turn over dei magistrati”. “Oltremodo utili sarebbero, altresì, accurate verifiche sullo stato degli immobili ospitanti i palazzi di giustizia anche in relazione ai profili di sicurezza degli stessi – continua – sì da poter disciplinare gli interventi, laddove necessario, con mirati lavori per garantire strutture idonee ed efficienti e, di conseguenza, fornire al cittadino un’adeguata risposta ed un’immagine rassicurante”.

Adnkronos 

fonte:https://www.antimafiaduemila.com/home/mafie-news/229-ndrangheta/88083-relazione-comm-antimafia-la-ndranghe