Reggio: le trame della cosca Libri sulle Comunali del 2014
di Claudio Cordova – Se in relazione alle consultazioni regionali per gli inquirenti si sarebbe registrata una sicura sinergia tra il “dentista della ‘ndrangheta”, Demetrio Tortorella, e Demetrio Naccari, non altrettanto avveniva per la parallela campagna elettorale, funzionale all’elezione del sindaco di Reggio Calabria ed al rinnovo del Consiglio Comunale.
Le trame sono cristallizzate nelle intercettazioni agli atti dell’inchiesta “Libro Nero”, che ha colpito la cosca Libri e i suoi presunti referenti politici e imprenditoriali.
Nel 2014, tra i candidati alla poltrona di primo cittadino v’era Giuseppe Falcomatà, cognato di Naccari e, ciononostante, Tortorella non era stato cooptato tra i grandi elettori. La cosa insospettiva l’odontoiatra, che addebitava la sua esclusione ad una precisa scelta di Rosetta Neto, madre di Falcomatà e suocera di Demetrio Naccari, ritenuta la vera stratega delle aspirazioni politiche del figlio Giuseppe. Per il dentista vicino ai Libri, si trattava di un’estromissione quanto meno singolare, in quanto la Neto aveva intrattenuto con Tortorella ottimi rapporti di collaborazione durante le precedenti campagne elettorali del genero Naccari, salvo interrompere ogni relazione quando il figlio aveva annunciato la sua candidatura alle primarie.
Il 16 settembre 2014, Tortorella si sfoga con il suo maestro e mentore, Paolo Romeo, rappresentadogli di essere stato contattato da Naccari, ma non anche dalla Neto, né tanto meno da Falcomatà [TORTORELLA: (…) io lo sai che sono perplesso di una cosa ROMEO: Si. TORTORELLA: Perplesso di una cosa, fino a tre, quattro giorni, cinque giorni prima che si parlasse di primarie, Rosetta Neto ogni secondo passava di qua e ci incontravamo qua, quando si è parlato di primarie non mi ha più chiamato, non mi ha più detto niente, da allora ho ricevuto solo una telefonata ieri di Demetrio che mi ha detto: sei candidato? No. “Ah vabbè poi ci sentiamo”]. Il medesimo concetto era stato espresso da Tortorella, qualche giorno prima, l’8 settembre 2014, dialogando con l’ex consigliere comunale Mario Laface [TORTORELLA: …si alza Rosetta e dice, aveva ragione Mimmo TORTORELLA, abbiamo sbagliato così, così e così, perciò…a me che mi dici che ho ragione me ne fotto tre cazzi, però questo si presuppone che ha un buon giudizio di te e che…io la incontro, che fa si candida, bene, fammi sapere, tu sai che a me non mi hanno chiamato, a me a tutt’oggi non mi hanno chiamato, mi incontra…perché io la incontro, loro abitano qua…(inc.)…li incontro se non ti dico tutti i giorni, un giorno si e un giorno no, e quando…(inc.)… lei non mi ha mai detto a me c’è Giuseppe, e tu che pensi che vengo io? (…) Anche perché la verità qual è…che non è Giuseppe, è sua mamma che dà le carte, se tu vai alla segreteria di Giuseppe, vedi a sua mamma che dà le carte…]. Tortorella, quindi, ipotizza che la Neto temesse che la sua presenza “inquinasse” l’immagine pubblica del giovane Falcomatà [TORTORELLA: “Si ma ti voglio dire, mi ha chiamato sempre pure per faccia lavata, niente. O si spaventano che li inquiniamo il coso o non lo so il perché, Paolo, anche perché è strano…come?”]. Uno dei problemi sarebbe proprio la vicinanza all’avvocato ed ex parlamentare Paolo Romeo, considerato a capo della cupola massonica della ‘Ndrangheta. Tortorella lo confessa alla sua interlocutrice, Saveria Toscano, appellata come “Serena” [TORTORELLA: Ma perché secondo me pensano che… TOSCANO:… pensano che c’è… TORTORELLA: …inquiniamo invece TOSCANO: Ma che non ci rompano le palle! TORTORELLA: E’ l’unica spiegazione Serena, fino ad avantieri mi hanno detto… (…) Ma secondo me pensano questo, cioè l’unica spiegazione è questa che non pensino… TOSCANO: Eh ma voglio dire su che cosa possono pensare non c’è un inchiesta, non c’è niente TORTORELLA: Serena no…ma sono convinti che io sono… TOSCANO: Ma voglio dire non c’è una inchiesta, non c’è niente. TORTORELLA: Si ma loro sono convinti che io sono chissà chi. TOSCANO: Che non pensino per Paolo…(inc.)… TORTORELLA: Ma per Paolo può essere pure, può essere pure che pensano che sono amico di Paolo qua e là, perché chissà che pensano, tieni conto che sono…(inc.)… però… (…) Ma non solo, cioè qui il problema è, è fatto di mafia, non c’è il problema il fatto di coso… il fatto di mafia Serena, voglio dire a me non mi possono dire…].
Secondo i conversanti, la Neto ed il figlio, sentendosi probabilmente sicuri della vittoria elettorale, avevano preferito non esporsi con una compromettente alleanza con il dentista di Cannavò [TOSCANO: Apposta vi dico io secondo me là…che non, non lo so… o pensano che siccome pensano ormai che Falcomatà sale, perché sale, non hanno bisogno di altro. TORTORELLA: Me lo auguro che sale Serena.] A fronte della cauta ritrosia di Rosetta Neto, Naccari si sarebbe mostrato invece più attento a non recidere i rapporti con Tortorella. Pur consapevole dei rischi connessi, era evidentemente più pressante la necessità di non compromettere le relazioni con uno dei suoi storici catalizzatori di voti. E così, il 14 settembre 2014, Naccari lo chiama e si informa su quali fossero le sue intenzioni in vista delle imminenti elezioni comunali, tenutesi a fine ottobre. Tortorella chiede se fossero vere le voci relative ad un suo litigio con il cognato Giuseppe Falcomatà, Ma queste chiacchiere che dicono, con Giuseppe…che siete litigati, che sei fatto… e Naccari risponde spiegando che si trattava di falsità e che anzi stava facendo da consigliere al più giovane ed inesperto congiunto, NACCARI CARLIZZI:Ma quando mai….Non solo…cioè voglio dire, mai come adesso Giuseppe… mi chiede consiglio, mi fa…poi io chiaramente sono una persona che… non ho interessi a che lui abbia, come dire… che lui abbia la mia immanenza di sopra, perché lui deve fare delle scelte, delle cose, poi non è che… io devo fare il mio e lui deve fare il suo…Ora sto venendo da casa, abbiamo pranzato assieme proprio per… per scambiarci delle opinioni, no…Oggi sul giornale c’era… l’iniziativa a Modenelle, gliel’ho fatta io quella la, no, difatti lo dice che siamo assieme, non ne parlare, cioè… poi, lui ora, anche con questa… con questo risultato, si sente pure più rinfrancato, più sicuro, capisci, e quindi ha anche più… come dire, più voglia di… di confrontarsi perché prima lo faceva da una posizione più di… asimmetrica, adesso lo fa da una posizione di, di… di estrema… cioè di ruolo, no? Ma no, tutte cazzate sono… Lo stesso Naccari prosegue affermando che quelle erano dicerie messe in giro ad arte da Sebi Romeo e Nino De Gaetano, … queste sono cose che mette in giro quel cesso di Seby e De Gaetano”.
E proprio il 31 ottobre 2014, pochi giorni dopo le consultazioni elettorali e l’elezione del giovane sindaco Falcomatà, le capacità di influenza di Naccari è ancora oggetto dei colloqui tra il dentista Mimmo Tortorella e l’affiliato ai Libri, Stefano Sartiano [SARTIANO: Vedi che è ragazzino suo cognato… TORTORELLA: Comunque a parte che lo guida sua mamma, lo guida lui. SARTIANO: Si deve vedere che non gli prenda che fa che non gli prenda….(inc.)…a fare… TORTORELLA: No, no la può tirare lui qua, sta dieci anni e, e fatto qua. SARTIANO: Deve stare sotto TORTORELLA: Loro sai che pensano, Stefano, te lo dice un fesso, loro pensano un’altra cosa, pensano a Renzi pensano a questo pensano a quest’altro…(inc.)… ha trent’anni. Se riesce ad amministrare non bene, benino.. SARTIANO: Può andare… TORTORELLA:… può fare quello che vuole. SARTIANO: Uhm. Ma vedi che… se lui… se lo cura…se non lo abbandona… se lo cura Demetrio secondo me amministra… (inc.)…].
20 Agosto 2019
fonte: http://ildispaccio.it