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Reggio Calabria, “ingiusto vantaggio patrimoniale”: nuovi guai per Falcomatà

MANCATO RISARCIMENTO – Il sindaco “sospeso” raggiunto da un nuovo avviso di garanzia per abuso d’ufficio: avrebbe impedito al Comune di costituirsi parte civile nel processo contro di lui, arrecando all’ente un danno ingente

DI LUCIO MUSOLINO – Il Fatto Quotidiano

4 GENNAIO 2023

Altri guai giudiziari per il sindaco “sospeso” di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà. A un mese dalla condanna in appello nel processo “Miramare” per abuso d’ufficio a un anno di carcere con pena sospesa, l’esponente del Partito democratico si è visto notificare dalla sezione pg della polizia di stato un altro avviso di garanzia sempre per lo stesso reato. L’inchiesta, coordinata dal procuratore Giovanni Bombardieri e dal pm Stefano Musolino, è collegata al procedimento penale in cui è stato imputato assieme agli assessori della prima giunta.

In quel processo, nato da un’indagine sulle irregolarità nelle procedure di affidamento del Grand Hotel “Miramare” all’associazione “Il Sottoscala” (riconducibile a un imprenditore amico di Falcomatà che nei mesi precedenti gli aveva concesso gratuitamente i locali per la sua segreteria politica), il Comune di Reggio Calabria si sarebbe dovuto (o quanto meno avrebbe potuto) costituire parte civile. Facendolo, adesso l’Ente avrebbe potuto chiedere un risarcimento danni allo stesso sindaco e agli assessori.

Questo, però, non è avvenuto perché “in qualità di sindaco del Comune di Reggio Calabria ed insieme di imputato” nel processo “Miramare” – si legge nel capo di imputazione – Falcomatà avrebbe omesso “di astenersi dalla decisione inerente la costituzione o meno dell’ente comunale, quale parte civile in quel giudizio penale”.

Dopo aver sentito alcuni dirigenti comunali, il pm Musolino non ha dubbi quando scrive che Falcomatà avrebbe agito “con più omissioni esecutive di un medesimo disegno criminoso”. Secondo la Procura, infatti, il sindaco avrebbe violato “l’articolo 78 del Testo Unico degli Enti locali” in quanto “tratteneva a sé la decisione, non delegando a terzi la valutazione di assumere o meno l’iniziativa”.

La procedura era chiara in caso di processo al primo cittadino. Tuttavia, stando alle indagini, Falcomatà “non sottoscriveva l’istanza al Gip, predisposta dagli uffici dell’ente, per la nomina allo scopo di un curatore speciale e restava inerte anche in esito alla successiva analoga sollecitazione, giuntagli in vista della prima udienza dibattimentale”.

È per questo che il reato di abuso d’ufficio, stando alla Procura di Reggio Calabria, sarebbe stato commesso da Falcomatà “intenzionalmente”. Dopo aver sentito sia la dirigente dell’Ufficio legale di Palazzo San Giorgio Fedora Squillaci che la responsabile dello staff del sindaco, Eleonora Albanese, la Procura sostiene che Falcomatà sarebbe stato “reiteratamente sollecitato ad assumere determinazioni da personale dipendente e qualificato” del Comune.

Prima dell’udienza preliminare, infatti, la dirigente Fedora Squillaci, con una nota riservata e urgente, e regolarmente protocollata, aveva informato il 12 settembre 2018 il sindaco, la giunta e il segretario generale di Palazzo San Giorgio della possibilità di presentare un’istanza “al pubblico ministero affinché chieda al giudice dell’udienza preliminare la nomina di un curatore speciale per la costituzione di parte civile del Comune, sempre che esista la volontà dell’Ente di costituirsi parte civile”.

A quella nota riservata, tre giorni dopo, Falcomatà ha risposto rispedendo la palla di nuovo nella metà del campo dell’ufficio dell’avvocatura civica. In merito alla costituzione di parte civile del Comune, infatti, “si rappresenta – ha scritto nella nota a riscontro – che è una valutazione di natura tecnico/giuridica inerente un atto gestionale, come tale, rimesso alla competenza della Signoria Vostra”.

In sostanza, il sindaco Falcomatà ha deciso di non decidere rimettendo la scelta all’ufficio legale di Palazzo San Giorgio. “A questo punto superate le ragioni di opportunità – ha dichiarato la dirigente Squillaci agli investigatori – ritenni secondo quelle che erano le procedure seguite di dovermi costituire e quindi preparai una bozza da far sottoscrivere al sindaco, nella quale lo stesso si dichiarava in conflitto, così da poterla produrre al gip perché nominasse un curatore speciale che mi avrebbe potuto rilasciare la Procura Speciale per il singolo affare, ai fini della Costituzione di parte civile. Non ho ricevuto nessun riscontro e feci una seconda richiesta, prima dell’apertura del dibattimento, essendo ancora nei termini per potermi costituire. Non avendo ricevuto riscontro ho archiviato il fascicolo, poiché in assenza della procura speciale, non era possibile costituirsi parte civile”.

Racconto, questo, confermato anche dalla responsabile dello staff del sindaco, Eleonora Albanese, che sentita dagli investigatori ha affermato: “Non ricordo che mi siano state date istruzioni per la redazione di una richiesta alla Prefettura in questi termini e non ricordo neppure se la questione sia stata poi proposta alla avvocatura dello stesso Comune”.

Risultato: le determinazioni del sindaco non sono arrivate e di conseguenza non è mai stato nominato un “curatore speciale” che avrebbe dovuto decidere sulla costituzione di parte civile dell’Ente nel processo “Miramare”.

In questo modo, per gli inquirenti, Falcomatà “procurava a sé ed agli altri imputati, già componenti della Giunta comunale da lui presieduta, un ingiusto vantaggio patrimoniale, conseguente al mancato risarcimento del danno subito dall’ente, nonché arrecava al Comune di Reggio Calabria un danno ingiusto, derivante dal mancato esercizio dei suoi diritti e facoltà processuali, nonché della mancata cura delle sue aspettative economiche”.

Le indagini del pm Musolino sono partite dalla denuncia presentata lo scorso maggio dall’avvocato Italo Palmara che, da presidente di “Reggio Futura”, nel dicembre 2021 aveva tenuto pure una conferenza stampa sulla mancata costituzione di parte civile di Palazzo San Giorgio nel processo “Miramare”. Per il movimento di centrodestra rappresentato da Palmara ci sarebbe stato “un grave danno erariale posto che il procedimento si è concluso con la condanna di tutti gli imputati”. Tra questi, appunto, ci sono Falcomatà e gli assessori che si “sarebbero visti condannare, oltre che alla pena detentiva – aveva denunciato ‘Reggio Futura’ – anche all’obbligo di risarcire l’ente per tutti i danni morali e materiali”. Risarcimento che il Comune, adesso, non può più pretendere.

Fonte:https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2023/01/05/reggio-calabria-ingiusto-vantaggio-patrimoniale-nuovi-guai-per-falcomata/6925248/