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Reggio Calabria, busta con un proiettile al sindaco: potenziate le misure di sicurezza

La Repubblica, Martedì 8 Novembre 2016

Reggio Calabria, busta con un proiettile al sindaco: potenziate le misure di sicurezza

La lettera è l’ennesimo atto di intimidazione contro la giunta di Giuseppe Falcomatà, insediata da due anni dopo lo scioglimento per mafia della precedente dell’amministrazione. Nelle ultime settimane sono aumentati incendi e danneggiamenti ai danni di strutture pubbliche soprattutto nei quartieri dove storicamente è più forte la presenza dei clan

di ALESSIA CANDITO

REGGIO CALABRIA – Una normale busta da lettere gialla con dentro un proiettile. È arrivata così l’ultima intimidazione all’indirizzo di Giuseppe Falcomatà, giovane sindaco, da due anni alla guida di Reggio Calabria, dopo lo scioglimento dell’amministrazione per mafia. Ad intercettare il messaggio di morte che mani ancora ignote hanno inviato al primo cittadino sono stati i dipendenti dell’ufficio postale di Catona, alla periferia nord della città. Toccando la busta, hanno capito che dentro c’era qualcosa di strano. Troppo pesante, troppo irregolare. È bastato guardare il destinatario per decidere di allertare immediatamente la polizia.

Aperta dagli uomini della polizia scientifica, la missiva ha svelato la sua minaccia: dalla busta è scivolato fuori un proiettile, presumibilmente di pistola, accompagnato da un bigliettino adesso al vaglio degli investigatori. Secondo indiscrezioni, si trattava di poche righe, confuse e allusive, ma dal chiaro contenuto intimidatorio.

Sull’episodio, avvenuto a metà settembre, il sindaco aveva chiesto silenzio e riservatezza, anche per via dell’imminente parto della moglie. Ma a poco più di un mese dall’arrivo di quella lettera, la notizia ha finito per filtrare, anche perché l’aumento delle misure di sicurezza voluto dal prefetto Michele di Bari non è passato inosservato. Al Comune, un discreto plotone di vigili urbani pattuglia i corridoi che portano agli uffici del sindaco.

Nel corso delle uscite pubbliche, la sorveglianza è stata visibilmente rafforzata. Misure disposte d’urgenza, anche alla luce degli atti di vandalismo e degli incendi che hanno colpito alcune delle opere che l’amministrazione ha di recente tentato di consegnare alla città.

Meno di un mese fa, un tentativo di incendio ha danneggiato il futuro parco Botteghelle alla periferia sud della città. Qualche giorno dopo, ignoti vandali hanno distrutto infissi e finestre, imbrattato i muri e divelto porte e cancelli di un asilo pronto per essere inaugurato ad Archi, storica roccaforte dei clan alla periferia nord della città. Il 3 novembre, un altro asilo pronto per il taglio del nastro a Santa Venere, comunità pre-aspromontana arrampicata sulle montagne che circondano Reggio, è stato devastato da un incendio. “Vigliacchi, fatevene una ragione: continuerete a bruciare, noi continueremo a ricostruire”, aveva scritto il sindaco sul suo profilo facebook in quell’occasione.

L’assessore che ha lavorato a questi progetti, Angela Marcianò, solo qualche mese fa ha visto andare a fuoco la sua auto. Adesso, insieme agli altri colleghi, ha accolto l’invito di Falcomatà e ha rimesso la propria delega nelle mani del sindaco, che a breve dovrà varare la nuova Giunta, mentre in città si respira un clima sempre più pesante e ostile all’amministrazione.

Già in passato, il sindaco e i suoi assessori erano stati destinatari di minacce e intimidazioni. Ad appena un mese dalla sua elezione, Falcomatà aveva ricevuto la prima lettera minatoria. Altre due, con “esplicite minacce nei confronti dell’attuale sindaco della città, Giuseppe Falcomatà, e dei componenti della sua famiglia”, arrivarono nell’aprile 2015 in Comune. Altre, dicono dall’entourage del sindaco, sono arrivate addirittura agli indirizzi di casa sua e della madre. Della maggior parte, il sindaco ha preferito non dare notizia. Ma per gli investigatori, adesso iniziano ad essere “preoccupanti”.