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Radicamento mafioso in provincia di Latina. Di chi le responsabilità? Che fare? Interviene Enzo Trani, consigliere comunale di Fondi e membro del Direttivo della nostra Associazione.

Terracina e non solo.

L’agghiacciante episodio dell’omicidio di camorra dello scorso 23 agosto a Terracina, avrebbe forse dovuto far risvegliare dal lungo letargo la stragrande maggioranza dei politici del sud pontino e non solo.

Da quelli che timidamente vanno affermando la necessità di una diversa cultura della legalità fino ai numerosi negazionisti che in particolare in provincia di Latina si sono ben distinti soprattutto negli ultimi anni.

Improvvisamente l’assessore provinciale Silvio D’Arco si accorge che “la malavita organizzata non ha più confini territoriali: colpisce a Terracina, a Roma come a Milano e anche all’estero” e guai a confondere fatti del genere con il contesto locale e con la classe politica e imprenditoriale locali. Come dire: mal comune, mezzo gaudio. Peccato che il suo presidente ed influenti rappresentanti del suo partito vadano dicendo da anni in tutte le sedi istituzionali che in provincia di Latina non esiste malavita organizzata, camorra, ndrangheta e mafia, attaccando spesso e volentieri magistrati, prefetti ed organi inquirenti che negli ultimi anni in particolare hanno più volte dimostrato il forte radicamento della malavita organizzata nel sud pontino.

Non a caso, il suo presidente ed un noto senatore pontino del suo partito, si sono guardati bene dal rilasciare dichiarazioni su quanto sta accadendo in questi giorni.

E come loro i diversi sindaci che da sempre minimizzano e negano il fenomeno malavitoso nelle proprie cittadine da Minturno a Nettuno, passando per Formia, Sperlonga, Fondi, Terracina e Sabaudia.

Non è per trascorrere una serena vacanza in una bella zona turistica che la malavita organizzata è interessata ad un certo territorio. Piuttosto sono gli innumerevoli interessi economici e finanziari legati al dilagante spaccio di stupefacenti, alle attività commerciali, alle speculazioni edilizie che inducono le cosche malavitose ad investire su questo territorio.

Così come la si smetta una volta per tutte di chiedere l’istituzione di una sede della DDA e DIA in provincia di Latina: l’Onorevole Sesa Amici dovrebbe ben sapere che la DDA può essere istituita soltanto dove esiste una sede di Corte d’Appello e quindi non a Latina. Inoltre l’Onorevole Amici e tutto il PD dovrebbero sapere che grazie agli interventi restrittivi degli ultimi governi nazionali, la DIA non ha risorse economiche ed umane per poter aprire una ulteriore sede in campo nazionale.

Piuttosto, visto che i politici del centro destra pontino non vogliono accettarlo, i compagni del PD e del centrosinistra facessero una riflessione seria su quanto affermarono i PM Diana De Martino e Francesco Curcio a proposito del caso Fondi quando in maniera chiarissima dichiararono che “diversi reati di natura mafiosa erano stati rubricati come reati ordinari dalla procura di Latina”.

Quante indagini patrimoniali vengono svolte per scoprire i capitali sporchi che si muovono liberamente sul nostro territorio?

Quante volte la Procura di Latina ha chiesto la delega alla Procura Generale di Roma per trattare casi di reati di natura mafiosa? Perché la Procura Generale di Roma non ha mai pensato di delegare le sue procure di Latina, Cassino e Frosinone a trattare reati di natura mafiosa? Eppure esiste un articolo di Codice di Procedura penale che lo prevede.

Se esiste un’infezione dilagante e si continua a negare la malattia, c’è poco da fare: si è destinati a morire.

Fondi, 29 agosto 2012 Vincenzo Trani

Consigliere Comunale

Lista Civica LIDO DI FONDI