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Racket delle pompe funebri a Terracina. Ma è tutta qua la presenza criminale in quella città?

RACKET DELLE POMPE FUNEBRI A TERRACINA: 12 ARRESTATI E 25 INDAGATI.

 

 

RICOMPARE IL COLLEGAMENTO CON LA CAMPANIA

 

  

 

Gestivamo il mercato delle onoranze funebri a Terracina, San Felice Circeo e Sabaudia, ma non solo.

 

E volevano gestirlo in regime di monopolio. Chi non era d´accordo e voleva tentare di avviare un´attività propria, veniva punito. Con le fiamme, per lo più.

 

La Polizia di Stato ha messo fine -auguriamoci per sempre- alla loro attività criminale.

 

E fin qui tutto bene e noi siamo i primi a felicitarci con la nuova dirigente del Commissariato di Terracina, la Dr. Rita Cascella, ottima e simpatica funzionaria che, con la sua presenza, ha segnato una svolta nella vita del presidio terracinese. In senso positivo, ovviamente.

 

Fra le persone arrestate figura qualcuno che proviene dalla Campania.

 

Un segnale, questo, che c´entri la camorra? Non lo sappiamo e non vogliamo sostituirci agli investigatori, ai quali spetta rispondere compiutamente a tutti i quesiti Diciamo che la nostra è una provocazione determinata dalla constatazione di una presenza mafiosa su quel territorio abbastanza consistente. Consistente al punto da indurre la Direzione Nazionale Antimafia ad indicare Terracina come una delle quattro città del sud pontino, insieme a Fondi, Formia e Gaeta, più infiltrate dalle mafie.

 

Non vorremmo, però, che con questa brillante operazione l´attenzione dell´opinione pubblica e delle forze di polizia su quel territorio scemasse; perché, senza voler sottovalutare l´importanza di quanto ora fatto dalla Polizia di Stato, quello che ci preoccupa maggiormente da anni è l´occupazione complessiva dell´economia di Terracina e del territorio circostante da parte di soggetti campani, siciliani, calabresi sospettati di collegamenti con la criminalità organizzata

 

 (lo ripetiamo, a scanso di equivoci e per la milionesima volta, che è lungi da noi l´idea di voler… criminalizzare tutti i cittadini di quelle regioni, cittadini fra i quali ci sono sicuramente delle persone oneste; noi ci riferiamo sempre, quando parliamo di campani, calabresi e siciliani, ai mafiosi ed ai disonesti!).

 

La criminalità comune, se di criminalità comune si tratta, si riesce a debellare con l´arresto dei singoli delinquenti. Quando, però si parla di criminalità organizzata, di camorra, ´ndrangheta, cosa nostra, lupi grigi, ex banda della magliana e così via, il discorso è diverso perché stiamo parlando di gente che è solita investire i suoi miliardi, di origine sporca ovviamente, nell´economia. E, una volta investiti, i soldi restano e l´impianto economico di un territorio è stato acquistato… E, con l´economia, prima o poi, si acquistano… la politica e le istituzioni!!!…

 

E, qui, deve intervenire -e non interviene, a quanto pare!- la Guardia di Finanza che ha il compito di individuare la provenienza sporca di quei miliardi.

 

Comunque, se le centinaia di incendi appiccati a Terracina sono unicamente attribuibili al” racket delle pompe funebri”, ora, dopo gli arresti della Polizia di Stato, dovrebbero finire. Speriamo che sia così e che non ci sia dell´altro.

 

Noi, però, non giudicheremmo negativamente, anche in questo “caso”, un´informativa alla DDA.

 

Ma, soprattutto: come la mettiamo con quanto rilevato dalla DNA circa la presenza mafiosa a Terracina, presenza che, secondo la nostra modestissima opinione, andrebbe accertata, in particolare, nei settori dell´edilizia e del commercio?