Raduni e convegni servono per scuotere le coscienze e bene ha fatto Zingaretti a promuovere l’iniziativa del 19 luglio al Pantheon a Roma.
Non sappiamo quanto sia stata gradita la nostra partecipazione non solo a coloro della stampa che l’hanno oscurata ma anche agli stessi organizzatori.
Ma questa è cosa che ci interessa poco perché ci siamo abituati.
Chi non è omologabile, che rifiuta, come Associazione, di assoggettarsi al sistema, di etichettare l’Associazione medesima politicamente, dà fastidio,… non è… ”affidabile” come si dice in gergo.
E noi non vogliamo essere… ”affidabili”, inteso in quel senso.
Vogliamo esserlo, invece, sul piano della lotta alle mafie.
Ora, a bocce ferme e messe in cantina le polemiche, aspettiamo che si passi ai fatti.
La “fiaccolata” del 19 luglio non deve restare un fatto a se stante, un’iniziativa lodevole ma senza alcun seguito.
Bene o male se n’è parlato e la stampa, anche se non in maniera incompleta, ne ha parlato.
Aspettiamo il “ tavolo” intorno al quale debbono sedersi gli attori veri, i promotori e coloro che operano e non fanno palcoscenico, pochissime persone che si intendano di mafie ed antimafia e che, non con le parole ma sul campo, agiscono e debbono agire, qualche magistrato delle DNA e delle DDA di Roma e Napoli, i capi delle forze dell’ordine, le associazioni antimafia che operano sul territorio e qualche altro.
Intorno ad un tavolo per decidere il da farsi, le tattiche e le strategie da adottare.
Le criticità da superare.
I cambiamenti da apportare.
Questo aspettiamo ora da Zingaretti.
Altrimenti anche la fiaccolata del 19 si rivelerà un buco nell’acqua.