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Quella foto su Facebook di La Torre !

Un gesto quanto meno inopportuno che qualcuno potrebbe interpretare anche come un avvertimento o un atto di sfida : “Eccomi,sto per ritornare”.
In certi ambienti si parla attraverso i segni.
Un “messaggio” a sodali, ammiratori o  anche nemici?
Speriamo che non sia così !
Tanti ammiratori,se si considera il numero di coloro che hanno “condiviso” ed acclamato il ritorno imminente dell’ex pentito.
Un messaggio inquietante che potrebbe significare tante cose e che va “letto” non con superficialità o ,peggio,con noncuranza.
Nessuno ci può accusare di essere prevenuti nei confronti degli ex Collaboratori di Giustizia tanto più se essi hanno finito di espiare anche la pena che é stata loro inflitta.
Ne’ pensiamo minimamente di sostituirci ai Magistrati i quali sono gli unici a poter dire se quel Collaboratore é o é stato attendibile o meno.
La nostra Associazione porta il nome di un grande Magistrato ed é,inoltre,presieduta da un altro grande Magistrato tuttora in attività.
Figuriamoci,quindi,se é nelle nostre intenzioni il voler mettere in discussione l’operato della Magistratura  in questa vicenda.
Il problema sorge con quella foto su Facebook che ha suscitato un’infinità di polemiche,con condivisioni e grida di gioia da una parte e proteste e moti di timore dall’altra.
La Torre non é stato nell’universo criminale un personaggio di secondo piano e,quindi,il suo ritorno a casa,una volta espiata la pena,suscita inquietudine e paure.
Noi nutriamo una fiducia  massima nella Magistratura e sappiamo quanto bene,soprattutto quella campana,essa operi.
Ma altrettanto non possiamo dire,riferiti almeno a qualche tempo fa,nei confronti di altre istituzioni,a cominciare da alcune Prefetture.
Stiamo seguendo da alcuni mesi con particolare attenzione la situazione in Campania  e possiamo dire,con cognizione di causa,che molte parti del tessuto politico ed istituzionale sono fortemente compromesse.
Non possiamo dire,quindi,quello che succederà allorquando La Torre finirà fra poco più di un anno di scontare la pena e ritornerà a Mondragone.
Se fossimo nei panni del Prefetto di Caserta ci porremmo il problema esaminandolo ,però,da ogni angolazione,sia da quella che  riguarda il comportamento futuro  dei La Torre ma anche di chi eventualmente potrebbe avercela con loro dopo la collaborazione dell’ex boss con la Giustizia.
Un’incombenza delicata e spinosa quella del Prefetto di Caserta  e del Ministero degli Interni,che,soprattutto dopo la pubblicazione su Facebook di foto e grida di acclamazione,deve indurli a predisporre sin da ora un programma di attività che punti a disattivare le mine sul terreno.
I La Torre non possono continuare a stare a Mondragone,in Campania e nemmeno nel Lazio,a ridosso con la Campania,come se niente fosse successo!